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TEATRO

I giorni infelici di Ofelia

Stefano Cenci dalla regia e Elisa Lolli in scena rileggono 4:48 Psychosis, Il testo sul suicidio di Sarah Kane, attraverso la figura dell'eroina shakespeariana e "schegge" di Beckett e Branagh. Uno spettacolo che frantuma e supera i testi da cui parte, con violenza e malinconia assieme


di Anna Colafiglio

Foto di Stefano Vaja e Futura Tittaferrante


"Ascendo. Dalla vita all’arte. Non dalla vita alla morte. Non dalla vita ad altra vita. Dalla vita all’arte". Con queste parole, Elisa Lolli/Ofelia/Sarah Kane sancisce la sua quasi-fine, il suo suicidio in fieri; richiamandosi direttamente alla vicenda personale della controversa autrice della drammaturgia, Ofelia 4e48 ("quattro e quattr'otto", dice il regista) porta in scena un testo sezionato ed esploso, in cui le suggestioni sono molteplici e di diversa natura. 
 
Morta precocemente poco dopo aver compiuto 28 anni, Sarah Kane è ascesa nell'olimpo dei poeti maledetti, di quelle personalità fragili e geniali che popolano l'immaginario collettivo. 4:48 Psychosis è il suo testo limite: un doloroso monologo in attesa delle 4:48, l'ora indicata dalle statistiche come quella in cui gli aspiranti suicidi danno il benvenuto alla morte. Pochi giorni dopo aver messo su carta gli esatti suoi pensieri, Sarah tenta di uccidersi; salvata in extremis, finisce per impiccarsi con i lacci delle sue stesse scarpe.
 
Stefano Cenci ed Elisa Lolli mettono in scena questo personaggio struggente, epurandolo, però, di quella carica greve che il monologo della Kane porta con sé: un costante dentro-fuori tra attori e personaggi rappresentati, genera uno spaesamento che diverte e turba al contempo. Agli irreversibili e radicali stralci di 4:48 Psychosis si affianca il Beckett di Giorni Felici (la cui contestualizzazione lascia trapelare non pochi bagliori di intensa inquietudine), e poi ancora il dialogo fuori campo dell'insana Ofelia nell'Amleto di Kenneth Branagh. 
 ofelia foto di Futura Tittaferrante3.jpg
I testi vengono attraversati e superati, inframmezzati da sprazzi di un surreale humour, nero come la pece, e da straniamenti dagli echi vagamente brechtiani. Elisa Lolli si muove agevolmente nei panni di se stessa, di Ofelia e di Sarah Kane, mentre Stefano Cenci veste i panni del regista, di Amleto e dello psichiatra della clinica in cui la Kane è in cura. Un'accentuata metateatralità mette in luce i diversi piani d'azione dei personaggi rappresentati, che si alternano sulla scena come apparizioni generate da un convulso zapping televisivo.
 
I pezzi più drammatici, desunti direttamente dalla drammaturgia della Kane, sono probabilmente quelli meno efficaci sulla scena: estremamente carichi di una potenza talmente distruttrice da apparire quasi innaturale. Prontamente, però, la struttura stessa dello spettacolo giunge a spostare l'asse degli accadimenti. "Questo spettacolo non ha nulla a che vedere con voi - sancisce Lui, il regista - . Voi non c'entrate nulla. Non dovete emozionarvi per lei. Lasciatela perdere. È un problema suo. Non esiste motivo per provare per lei dolore".
 
Nonostante la durezza del tema trattato, la pièce appare dotata di una malinconica lievità; un'irrealtà sospesa che, nella graffiante follia dell'Ofelia di Branagh, trova le sue ultime, efficacissime parole.



Tags: 4:48 Psychosis, Anna Colafiglio, Elisa Lolli, giorni felici, ofelia, recensione, Samuel Beckett, Sarah Kane, suicidio,
02 Marzo 2012

Oggetto recensito:

Ofelia 4e48 di Stefano Cenci, con Elisa Lolli

Produzione: Compagnia Stefano Cenci, in collaborazione con Arti Vive Festival - Soliera (Mo) e Pensieri Acrobati.
 
Visto al: Teatro della Contraddizione di Milano.
 
Tournée: Verona, Teatro Scientifico, 2 marzo; Firenze, Teatro Everest, 16 e 17 marzo. (Per la tournée degli altri spettacoli di e con Stefano Cenci leggere qui).
 
Stefano Cenci: attore, autore e regista teatrale, ha collaborato per diversi anni con il Teatro Due – Teatro Stabile di Parma. Dal 2002 è collaboratore e assistente di Armando Punzo (direttore artistico del Volterra Teatro Festival e regista della Compagnia della Fortezza, ad oggi una delle realtà più interessanti del panorama teatrale italiano). Parallelamente, si dedica da anni all'attività laboratoriale.

giudizio:



8.01
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