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TEATRO

La scienza e la bomba

In Copenaghen, straordinario spettacolo di Michael Frayn in tournée da ben undici anni, Massimo Popolizio e Umberto Orsini interpretano il duello verbale fra i due premi nobel Bohr e Heinsenberg


di Sergio Buttiglieri

Tutte le foto sono di Marco Caselli


Copenaghen è un prezioso spettacolo, che Umberto Orsini interpreta ormai da 11 anni con la regia di Mauro Avogadro, dopo il travolgente debutto del ’99 a Udine. Questa commedia, che è nuovamente in scena sui maggiori palcoscenici italiani, è ormai un grande successo del nostro miglior teatro di parola, assieme ai testi di Arthur Miller, anch'essi di di antica frequentazione orsiniana.
Copenaghen prende in maniera così profonda, che un compassato critico come Franco Cordelli, al tempo del suo debutto, si lanciò sul Corriere della Sera in un partecipato sfogo emozionale: “E’ raro che un cronista di cose teatrali si arrischi a tanto; è raro che dica, senza mezzi termini, andate a vedere questo spettacolo, andatelo a vedere tutti, in specie voi che non andate mai a teatro, voi che lo detestate, o credete di detestarlo”. 
 
Tre superbi attori, diversi per generazione, ma simili per struggente forza evocativa, danno vita alla vicenda di un incontro, realmente accaduto nel ’41, tra due fisici Premi Nobel, che instaurano un dialogo serrato sulla funzione positiva e al tempo stesso pericolosa della scienza.
Umberto Orsini, sempre più carismatico, interpreta Niels Bohr, un fisico danese insignito del Nobel nel ’22 per la teoria dei quanti, che dà il via a quello che è stato definito il “secolo breve”, segnato dalla corsa all’energia nucleare: sulle sue orme si gettano scienziati e fisici fra cui ci sarà anche un tedesco, Werner Heisenberg, nato nel 1901, discepolo di Bohr, e insignito anch’egli del Premio Nobel per la teoria dell’indeterminazione, interpretato da uno straordinario Massimo Popolizio, giustamente designato miglior attore italiano nel ’96. Giuliana Loiodice è una misurata comprimaria, nella parte di Margrethe, moglie di Bohr, contraria alla visita di Heisenberg nel '41, in piena occupazione nazista, perché perfettamente consapevole dell'elusività e ambiguità del fisico tedesco. 
 
Copenaghen 2_foto Marco Caselli.jpgQuello che stupisce è l’estrema versatilità dell’inglese Michael Frayn, conosciutissimo autore di una fortunata commedia esilarante che ha spopolato nei teatri d’Europa pochi anni fa, Rumori fuori scena. Con Copenaghen cambia registro e affronta efficacemente un classico dramma di idee, mutuato dal dubbio amletico. La storia Frayn è attinta da un’eccellente biografia di Heisenberg, scritta da David Cassidy, e dall’analisi dei testi del fisico stesso, in cui traspare a più riprese la sua vita. 
Il debutto, a Londra nel ’98, con esiti di straordinario successo, ha intelligentemente indotto l’ente stabile di produzione, promozione e ricerca teatrale del Friuli Venezia Giulia a proporlo al pubblico italiano in queste fortunate tournée, in replica da oltre 11 anni. 
 
Efficace la scena, drammaticamente illuminata, stracolma di enormi lavagne con graffiti di formule fisiche, disposte efficacemente a esedra, con le loro affastellate silhouette simili a grattacieli, quasi ad evocare una metropoli contemporanea, sempre più immateriale nella sua terziarizzazione.
L’incontro tra queste due eminenti personalità della scienza del Novecento è affrontato sotto varie sfaccettature. I molteplici punti di vista da cui lo spettatore è costretto ad analizzare la vicenda nel corso della rappresentazione fanno pensare quasi a un omaggio alle mille realtà che Brian De Palma ci aveva offerto nel suo magistrale Omicidio in diretta interpretato da Nicolas Cage. 
 
Copenaghen_foto Marco Caselli.jpgHeisenberg esprime tutto il tormento del fisico che vive all’interno dell’esaltazione nazista, fino alla disillusione nei confronti della sua “amata, devastata, disonorata Patria”; Bohr comunica la dignità dello scienziato che si oppone al genocidio, pur sentendosi parte del più grande omicidio della storia, realizzato tramite la bomba atomica. Bomba che fu frutto anche della sua ricerca quantistica, elaborata a partire dalla luminosa primavera di Copenaghen del 1924 –1927 e continuata nei laboratori di ricerca americani.
Come particelle di un atomo che si incontrano e si scontrano, i tre personaggi della vicenda cercano di dare un senso alle azioni della loro vita, vittime anch’essi di quel nucleo finale di indeterminazione che sta nel cuore delle cose.
 
La grandezza dello spettacolo, a cui Umberto Orsini è molto legato, è stata di coinvolgere il pubblico, mediamente digiuno di problematiche di alta fisica, in un vorticoso “processo privato” a porte chiuse sulla funzione della scienza nel nostro tempo.



Tags: bomba atomica, copenaghen, giuliana loiodice, massimo popolizio, mauro avogadro, michael frayn, nazismo, niels bohr, principio di indeterminazione, scienza, Sergio Buttiglieri, teoria dei quanti, umberto orsini, werner heisenberg,
09 Aprile 2010

Oggetto recensito:

COPENAGHEN, DI MICHAEL FRAYN, REGIA DI MAURO AVOGADRO, CON GIULIANA LOIODICE, MASSIMO POPOLIZIO, UMBERTO ORSINI

Prossimamente: 25 aprile, Tivoli (Rm), Teatro Giuseppetti; 26 aprile, Città della Pieve (Pg), Teatro Comunale; 27 aprile, Pontedera (Pi), Teatro Era; 28 e 29 aprile, Casalecchio di Reno(Bo), Teatro Alfredo Testoni; 30 aprile, Thiene (Vi), Teatro Comunale; dal 5 al 9 maggio, Trieste, Politeama Rossetti; dall'11 al 23 maggio, Roma, Teatro Eliseo
Prima assoluta: Udine, Teatro S. Giorgio, 9 novembre 1999
Produzione: CSS Teatro stabile di innovazione del FVG / Emilia Romagna Teatro Fondazione
Il resto della locandina: traduzione, Filippo Ottoni, Maria Teresa Petruzzi; scene/luci scene, Giacomo Andrico; costumi, Gabriele Mayer; luci, Giancarlo Salvatori; musiche, Andrea Liberovici

giudizio:



6.689997
Media: 6.7 (3 voti)

Commenti

Lo vidi quasi dieci anni fa

Lo vidi quasi dieci anni fa al Mercadante di Napoli, e lo ricordo quasi come fosse ieri...bellissimo!

" Michael Frayn,

" Michael Frayn, conosciutissimo autore di una fortunata commedia esilarante che ha spopolato nei teatri d’Europa pochi anni fa.." RUMORI FUORI SCENA, non "Molto rumore per nulla"

già, già... anche perché

già, già... anche perché quell'altra commedia, altrettanto esilarante, aveva avuto successo anche più di qualche anno fa, ed era di un autore altrettanto inglese, ma forse un po' più conosciuto... grazie fabio!

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