• Seguici su:
ARTE CONTEMPORANEA

Grazie a Baldessari, Giacometti va di moda

Le sagome filiformi dello scultore italiano vengono ingigantite, moltiplicate e... vestite, pescando nell'immaginario collettivo: dal trench di Bogart al raso di Marilyn passando per Via col vento e Raperonzolo. Sono le Variations che l'artista concettuale americano ha pensato per la Fondazione Prada di Milano


di Anna Colafiglio

 


JBaldessari_04.jpgProvate a immaginare a una scultura a metà tra Giacometti e Degas, tra Marilyn Monroe e la Dorothy di Judy Garland nel Mago di Oz, tra Humphrey Bogart e… John Baldessari, nientemeno che lui. Moltiplicate questa scultura per nove, ingigantitela a dismisura e frazionate le citazioni artistiche, cinematografiche e, perché no, quel tocco da fashion victim che non fa mai male. Otterrete così The Giacometti Variations, l’installazione di John Baldessari creata appositamente per gli spazi della Fondazione Prada di Milano.
 
Mostro sacro dell’arte contemporanea, classe 1931, John Baldessari è stato uno degli esponenti più in vista dell’arte concettuale americana; ha all’attivo numerosissimi premi, tra cui un Leone d’oro alla carriera della Biennale di Venezia del 2009, più di 200 mostre personali e la retrospettiva, Pure Beauty, che vanta numerose e importantissime tappe ed è attualmente al Metropolitan Museum di New York.
 
Attingendo a piene mani dal background culturale di ognuno di noi, Baldessari costruisce un défilé di bronzee modelle filiformi ispirate alle splendide sagome scultoree di Alberto Giacometti; con questi manichini enormi, fuori scala (4,5 metri ciascuno), che tuttavia presentano gli stessi, inconfondibili tratti dell’arte giacomettiana cui si ispirano, Baldessari riesce ancora a sottolineare l’importanza del dialogo con le opere precedenti, vicine e lontane, che è sempre stato una costante della sua arte. Figure spigolose ed emaciate, quasi geometriche nel loro stare perfettamente erette e frontali, le gigantesche modelle sono disposte in una fila indiana composta e simmetrica, che riesce a catturare in altezza tutto lo spazio a disposizione; le opere dialogano con il luogo che le accoglie e lo completano con la loro presenza al contempo discreta e strabordante.
 
In netto contrasto con la freddezza di quei bronzi stranamente vivi, nonostante la stasi dei modelli da cui hanno assunto la forma, spiccano dalle maestose sculture gli sfolgoranti abiti e accessori con cui l’artista ha deciso di abbigliarle: ispirato dalla Petite danseuse de quatorze ans di Degas (la splendida sculturina bronzea vestita con corpetto e tutù), Baldessari crea un vortice di citazioni mitiche, in un continuo dialogo con l’arte, il cinema, l’immaginario collettivo e, in ultimo ma non per ultimo, la moda. C’è la crinolina ottocentesca di Via col Vento, l’enorme scarpa rossa di Dorothy nel Mago di Oz, la lunghissima treccia bionda di Raperonzolo e il trench di Humphrey Bogart in Casablanca. C’è anche un tributo al glamour hollywoodiano di Marilyn Monroe: un fiocco magenta di raso duchessa con enormi chiodi che ne fissano lo strascico al pavimento. 
  
JBaldessari_02.jpgOve non cita, l’artista dà vita a splendidi microcosmi spiazzanti e quasi surreali: una donna-lampada, la toilette dell’ultima mannequin che sembra evocare la grande tragedia shakespeariana, con quel drappo sanguigno sorretto da una spada, i due giganteschi hoola hop che circoscrivono la figura di una delle modelle chiamando in causa i canoni proporzionali del leonardesco Uomo Vitruviano.
 
“Lo stilista Karl Lagerfeld sosteneva che l'unica costante della moda sia il fatto che continui a cambiare. A parer mio, si può dire la stessa cosa dell'arte”. Per questo Baldessari ha deciso di far comunicare questi due mondi apparentemente distanti ma che, in realtà, si nutrono l’uno dell’essenza dell’altro: l’iniziale spunto giacomettiano si carica così di una serie di rimandi dalla forte carica ironica e dirompente.
 
La rotazione nell’esposizione delle mise (18 in totale) durante il periodo di permanenza dell’installazione, rimanda alla fugacità di tutti i fenomeni aventi a che fare con il culto del corpo: la devozione agli effimeri dettami della moda, in quanto tale, ne è pienamente parte. The Giacometti Variations è un insolito modo per abbandonarsi, minuscoli, alla contemplazione dell’universo parallelo e straniante di uno dei più grandi artisti contemporanei. Decisamente una sensazione da provare.



Tags: Alberto Giacometti, Anna Colafiglio, arte contemporanea, Fondazione Prada, Giacometti Variations, John Baldessari, Judy Garland, Karl Lagerfeld, Marilyn Monroe, Pure Beauty, recensione, scultura,
25 Novembre 2010

Oggetto recensito:

Giacometti Variations, di John Baldessari, Fondazione Prada, via Fogazzaro 36, Milano

Fino a: 26 dicembre
Curatore: Germano Celant
Orari: da martedì a domenica, dalle 11 alle 20. Chiuso il lunedì.
Ingresso: libero
Prossima variazione degli abiti: 7 dicembre 2010.
Lo spazio: Miuccia Prada e Patrizio Bertelli danno vita alla Fondazione Prada nel 1993, con l’intento di creare uno spazio espositivo di punta che possa spaziare nei campi dell’arte, dell’architettura, del design e del cinema; dal 1995, la direzione artistica è affidata a Germano Celant. La Fondazione ha ospitato artisti contemporanei di fama internazionale, tra cui David Smith, Anish Kapoor, Louise Bourgeois, Dan Flavin, Laurie Anderson, Mariko Mori, Enrico Castellani, Steve McQueen, Nathalie Djurberg.
Info: www.fondazioneprada.org

giudizio:



7.02
Media: 7 (2 voti)

Commenti

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
 
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.