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ARTE CONTEMPORANEA

Il collettivo ZimmerFrei, liberi pensatori dell'arte

Artisti multimediali, in questa prima personale in un museo pubblico (il Mambo di Bologna), propongono video, fotografie, installazioni sonore e visive. Un ragionamento sullo spazio geografico nella realtà contemporanea, domande interessanti che però troppo spesso restano senza risposta


di Mirko Nottoli

 


Una cosa va detta, gli allestimenti del Mambo sono proprio belli. Non sarà un’osservazione molto scientifica ma è quello che si pensa ogni volta che si varca l’ingresso. Per la mostra di Zimmerfrei, Campo | largo, ci accoglie una gigantesca rete di nylon che pende dal soffitto per tutta la lunghezza della grande sala e che, illuminata da alcuni fari che cambiano intensità e colore, dal bianco al violetto, crea dei suggestivi giochi d’ombra alle pareti. Qual è il significato? Non lo sappiamo ma fa effetto e comunque un significato lo si trova.
 
Zimmerfrei è un gruppo, o meglio un collettivo, come amano definirsi, formato nel 2000 a Bologna da tre giovani artisti, Massimo Carozzi, Anna de Manincor e Anna Rispoli, che pratica un arte multimediale a metà strada tra video, cinema, fotografia, installazioni sonore e visive, secondo un armamentario tecnologico ben documentato in questa loro personale bolognese, la prima in uno spazio museale pubblico. Quattro monitor trasmettono altrettanti video girati in altrettante piazze di altrettante città europee (Bologna, Roma, Atene e Harburg); due serie di fotografie appoggiate ai muri, che si possono riordinare a piacere, immortalano rispettivamente le spiagge di Roma e di New York; un altro video, troppo lungo (40 min.), mostra la vita di un quartiere di Bruxelles, un registratore trasmette brandelli di intercettazioni telefoniche e un altro, in un’ efficace e vertiginosa sovrapposizione spaziotemporale, ci fa sentire i rumori durante l’allestimento del museo mentre un visore stereoscopico restituisceun fermo immagine dello stesso spazio espositivo ancora ingombro di ponteggi e materiali.
 
Tra le opere più riuscite il neon all’ingresso con la scritta “Zimmerfrei” (camere libere) che suona come un invito ad entrare e lo spioncino che dall’esterno consente di sbirciare all’interno. Intuizione intrigante anche se già proposta dal gruppo altrove. Del resto è un’ antologica (ma un lavoro site-specific non dovrebbe essere site-specific?): tuttavia la mostra curata da Stefano Chiodi, nel ripercorrere i dieci anni di attività del gruppo, appare un poco scollegata, le operepaiono troppo isolate, galleggianti in uno spazio asettico, incapaci di creare un discorso d’insieme che non sia semplicemente un generico concetto di fondo. Una riflessione sullo spazio geografico, si dirà. Una riflessione sul concetto di luogo, di casa, di realtà attraversata da cambiamenti minimi, quasi impercettibili. Ok. Zimmerfrei ci invita a prendere coscienza della natura labirintica della realtà che ci circonda, delle sue contraddizioni come pure della ricchezza inesplorata che vi è nascosta, si legge nel comunicato stampa. E quindi? Manca sempre un “e quindi”.
 
Perché da una riflessione ci si aspetterebbero infine delle conclusioni, un ragionamento dovrebbe portare quantomeno ad un’opinione, ad un’idea, una presa di coscienza dovrebbe fornire una visione del mondo, sennò non è che una speculazione sofistica inconcludente nella sua gratuità. Di questo, statene certi, nessun critico né artista saprà dirvi una parola, nessuno che si avventuri nel merito delle tante “riflessioni” che affollano l’arte contemporanea cercando di mettere in evidenza da cosa scaturiscono e magari a cosa conducono tali ragionamenti. Si preferisce invece restare nel vago, parlando appunto di riflessioni, di relazioni, di esperienze, di dialoghi, ma una vera analisi critica latita da anni. L’arte deve restare aperta a tutte le interpretazioni, si obietterà. Il che potrebbe anche significare “aria fritta”. Torna alla mente il libero pensatore di un noto romanzo di Achille Campanile che di mestiere fa il libero pensatore e a tutti quelli che gli chiedono cosa sta facendo, lui risponde: sto pensando.



Tags: arte contemporanea, bologna, campo | Largo, fotografia, installazione, MAMbo, Mirko Nottoli, multimediale, museo pubblico, video, zimmerfrei,
27 Luglio 2011

Oggetto recensito:

ZimmerFrei – Campo | Largo, Mambo, Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna

Fino al: 28 agosto 

A cura di: Stefano Chiodi
Orari: martedì, mercoledì e venerdì dalle 12.00 alle 18.00, giovedì dalle 12.00 alle 22.00, sabato, domenica e festivi dalle 12.00 alle 20.00, chiuso il lunedì (lunedì 15 agosto aperto dalle 12.00 alle 18.00)

Biglietti: intero € 6.00, ridotto € 4.00; tutti i mercoledì ingresso gratuito alla Collezione permanente

Info: http://www.mambo-bologna.org/mostre/mostra-81/ ">sito del Mambo, telefono 051/6496611

giudizio:



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