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ARTE - MUSEI

Il Novecento? Roba da museo

Nel cuore di Milano, al Palazzo dell'Arengario, il nuovo grande museo dedicato all'arte del secolo scorso: architettura audace e multiforme per una parata di grandi opere. Ultimi giorni per approfittare dell'offerta-lancio: fin a fine mese l'ingresso è ancora gratuito


di Marco D'Egidio

 


balla spazzoIridente.jpg
 
 
 
Il Museo del Novecento di Milano contiene nel nome la più piacevole sorpresa. Una città che l’Expo ha lanciato nel futuro e nel mondo dona a se stessa un museo di arte italiana del secolo passato. L'altra notizia è: un museo, non una mostra. La nascita di un (grande) museo è un evento raro nel nostro Paese: anche nel campo dell’arte, infatti, si preferiscono forme flessibili di fruizione, basate sul concetto di consumo, all’esaurimento del quale ogni mostra viene smantellata. I musei sono un investimento controcorrente, che per ripagare il rischio e mantenere il richiamo nel tempo deve appoggiarsi a un progetto forte di ricerca e di allestimento. 
 
Il Museo del Novecento di Milano risponde a questo requisito, presentando circa 400 opere delle Civiche raccolte d’arte milanesi negli spazi ristrutturati dell’Arengario, in un percorso ben organizzato in successione cronologica, senza risultare rigido. Il progetto architettonico, firmato da Italo Rota e Fabio Fornasari, mette in competizione il contenitore con il contenuto, rendendo la forma-museo attraente all’esterno (la rampa elicoidale, che si avvita trasparente nello spessore del palazzo, attira gli sguardi dei passanti nell’antistante piazza Duomo) e polimorfica all’interno (tanto da presentare qualche eccesso).
 
boccioni, elasticità.jpgL’arte che si può ammirare nelle strette sale, nei pianerottoli della rampa o negli spazi a sorpresa ricavati accanto alle scale mobili inizia con il raccordo otto-novecentesco del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, ospitato in un ritaglio troppo angusto e troppo di passaggio per un’opera così rappresentativa. L’avanguardia internazionale, intervallata con il miglior Modigliani e con un anticipo di Morandi (sotto, Natura morta con palla), comprende, tra gli altri, l’esotica Femme nue di Picasso e un celebre Kandinskij. Le maggiori soddisfazioni per il visitatore verranno da Boccioni, di cui si può seguire il percorso artistico dalla pennellata divisionista della Signora Virginia, al dinamismo galoppante di Elasticità (qui accanto), passando per Stati d’animo tra i più intensi, mentre il più noto Boccioni è presente con Forme uniche della continuità nello spazio. Alcuni artisti giustamente sfuggono alle sale collettive: il Futurismo segue Boccioni, con Balla (in alto, SpazzoIridente) alla ricerca della simultaneità, Severini e l’eclettico Carlo Carrà; Morandi e de Chirico, storie a sé nell’arte del XX secolo, vantano una personale al bivio con le luminescenti scale mobili. La scultura è ben rappresentata dallo stesso de Chirico con i Bagni misteriosi (un po’ sacrificati, alla base di una rampa), ma soprattutto dalle figure contorte in drammatica tensione di Arturo Martini.
 
Entrare nel vivo del Novecento significa ammirare Sironi, Casorati, l’arte monumentale (in cui s’impongono, ancora, Carrà, Sironi e Martini), la Signorina seduta di Lucio Fontana, de Pisis, gli astrattismi di Soldati e Radice e le sculture di Fausto Melotti: molto denso il corpus centrale dell’esposizione, che è anche la sezione più simile a un museo tradizionale per continuità e assemblaggio. Il percorso pone all’ultimo piano Lucio Fontana, l’artista cui il Museo tributa i maggiori onori facendo svettare il neon per la IX Triennale di Milano sul trittico di New York proprio dirimpetto alla Cattedrale, maestosa dietro la vetrata; poco oltre, ancora gli occhi alzati, per il soffitto dell’Hotel dell’Elba del 1956 disposto sopra le scale mobili. Un’ampia rassegna dei Concetti spaziali di Fontana è allestita in una sala cui conducono due scale disposte in simmetria, un piano nel piano cui le pareti scure e lo spazio libero conferiscono un’aura quasi sacrale.
 
morandi, natura morta con palla.jpgFontana preannuncia la passione per la materia di Burri, che a sua volta invita all’Informale segnico e gestuale (in cui si segnalano Emilio Vedova e l’action painting di Tancredi Parmiggiani). Non mancano, infine, i dadaismi di Piero Manzoni (di cui è presente, tra l’altro, la celebre Merda), l’intrattenimento offerto dall’arte cinetica e programmata, la pittura analitica, un sorso di Pop con Schifano e le archisculture metalliche di Luciano Fabro. Il Museo termina con l’Arte povera, laddove inizia l’informe contenitore della contemporaneità (per il quale si prevede di creare il Museo d’Arte Contemporanea a City Life). Pitture e sculture di Marino Marini fanno da pregevole appendice al Museo.
 
Un percorso impegnativo, dunque, quello proposto dal comitato scientifico del museo e dalla direttrice Marina Pugliese. Il progetto di destinazione museale dell’Arengario è un elegante e tortuoso sentiero attraverso un secolo, disseminato di svincoli e raccordi simil-aeroportuali, colonne e scale mobili, luci avveniristiche e sale nere. E’ possibile che l’occhio faccia fatica ad abituarsi al racconto espositivo, che la messa a fuoco dell’attenzione sulle opere sia disturbata dalla continua scoperta di excursus architettonici. Il Museo del Novecento è un progetto fin troppo forte nella forma, forse perché deve competere con una macchina inarrestabile di mostre come l’adiacente Palazzo Reale. Quando il periodo di visita gratuita sarà finito (il 28 febbraio 2011), ci auguriamo che le file all’ingresso continuino ad essere comparabili a quelle attuali.



Tags: balla, de chirico, fausto melotti, kandinskij, lucio Fontana, Marco D'Egidio, milano, modigliani, morandi, museo del novecento, palazzo dell'arengario, Picasso, recensione, tancredi parmiggiani,
11 Febbraio 2011

Oggetto recensito:

MUSEO DEL NOVECENTO, PALAZZO DELL'ARENGARIO, MILANO

Orari: lunedì, 14.30 - 19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica, 9.30 - 19.30; giovedì e sabato 9.30 - 22.30
Ingresso gratuito: fino al 28 febbraio grazie a Bank of America Merrill Lynch
Informazioni: www.museodelnovecento.org; c.museo900@comune.milano.it; 02/88444061

giudizio:



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Media: 5.6 (14 voti)

Commenti

io ho trovato uno dello staff

io ho trovato uno dello staff che si divertiva a non far seguire ai visitatori il percorso giusto del museo. non stava sbagliando, si divertiva! sembra incredibile ma è così, perchè quando (tornato indietro dopo essermene accorto) gliel'ho fatto notare risentito, voleva negare l'evidenza, per poi chiudere così il battibecco "ognuno segue il percorso che vuole, ma io vi consiglio di andare di qui" (cioè dalla parte sbagliata). al che me ne sono andato senza parole, ma forse avreio dovuto chiedergli il nome.

io ho trovato l'esposizione

4.05

io ho trovato l'esposizione estrememente confusa, tanto è vero che mi sono persa tutta l'ultima parte (quella della contemporaneità, che forse era anche la più interessante) a causa della disposizione delle sale: secondo quale logica ha senso passare dal 4 al 5 piano per poi dover tornare a terminare il percorso al 4? finito di visitare il 5 piano sono semplicemente scesa fino al piano terra, senza nemmeno supporre che ci fosse ancora un'altra ala da visitare.

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