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FILM

Dov'è finito Osama bin Laden? Ecco l'islam per principianti

Torna il documentarista comico Morgan Spurlock, famoso per aver provato su di sé una dieta di soli cibi McDonald's in Super Size Me. Adesso gira il mondo sulle tracce del ricercato n.1: facendo alcune scoperte, a beneficio soprattutto dell'americano medio


di Simone Dotto


locandina.jpgQualche mese dopo l’11 settembre 2001, le terribili immagini dell’attacco alle Torri Gemelle cedono ufficialmente il posto ai filmati prestati della tv araba Al Jazeera: Osama Bin Laden fa il suo esordio sui teleschermi di mezzo mondo.
 
Da quel momento in poi - grazie a una heavy rotation di video che nemmeno Madonna - il sunnita barbuto darà finalmente un volto al terrore degli Stati Uniti e dell’Occidente intero: quella che fino ad allora era stata una guerra strana (contro cellule di nemici “piccoli”, sparsi e invisibili) diviene all’improvviso una caccia all’uomo in piena regola, con tanto di succulenta taglia posta dai federali sulla testa del bandito: 50.000$, “dead or alive”.
 
Se negli ultimi tempi l’America sta via via debushizzando la propria comunicazione politica da queste scemenze da film western, una parte del merito dovrebbe essere riconosciuto anche a questa nuova generazione di documentaristi, datisi alla causa della controinformazione in tempi pre-obamiani e quindi non sospetti.
 
Sulle orme di Michael Moore si sono mossi in parecchi, giornalisti e stand up comedian, riscattando per altro il genere del documentario dall’eterno riposo della divulgazione scientifica. Morgan Spurlock, attore comico e regista, è forse l’ultimo della nidiata: noto ai più per aver provato sulla propria pelle le conseguenze della dipendenza da cheeseburger e affini in Super Size Me (2004) ora torna con Che fine ha fatto Osama Bin Laden?, uscito nelle nostre sale con due anni di ritardo.
 
Spurlock mantiene la formula giornalistica più cinegenica, quella dell’inside-reporter che s’imbarca nelle sue inchieste nei panni del protagonista: obiettivo dichiarato, prendere in parola il governo federale, che ha raccontato quel tragico scontro di mondi come fosse un videogioco, e ritrasformare quel videogioco in una realtà. “Se i film d’azione mi hanno insegnato qualcosa – dice – è che un uomo può distruggere una minaccia mondiale da solo, se è abbastanza folle da pensare di poterlo fare prima dei titoli di coda”.
 
Portare la retorica spettacolare del Presidente-cowboy ai suoi estremi, dunque, e stare a vedere che succede. L’estetica realistica del documentario ne uscirà pesantemente purgata, con intervalli in grafica virtuale stile Mortal kombat e la trama suddivisa in più livelli: Egitto, Marocco, Israele, Palestina e Afghanistan, fino alle regioni interne e più pericolose del Pakistan. Sulle orme dall’esercito Usa per stanare il terrorista.
 
Il turbante e il faccione di Bin Laden, manco a dirlo, non appariranno mai. Al suo posto il film “stanerà” un sacco di altri turbanti e di faccioni, altrettanto barbuti ma decisamente più ben disposti. Lo scopo finale – umanizzare l’”Altro” – è diametralmente opposto a quello della propaganda di Bush jr, ma le tecniche che vengono usate e il pubblico di riferimento sono pressappoco gli stessi.
 
Come Moore prima di lui, Spurlock si rivolge all’americano medio dopato da troppa tv, quello cioè che realmente teme di ritrovarsi da un momento all’altro il salotto invaso dai terroristi islamici: lo si prende per mano e pazientemente gli si spiega perché non sarà così, preoccupandosi al contempo di non sconvolgere troppo le sue convinzioni. Per questo gli piazza la famigliola di musulmani “perbene” in un salottino molto all’occidentale e per questo butta tutto il medioriente in un unico pentolone (compresa la delicata questione palestinese, sfiorata a malapena e archiviata con qualche generico auspicio di riconciliazione fra i popoli…).
 
Dietro una concezione un po’ banalotta e semplificata, rimane lodevole l’intento “pedagogico”. Ma se vi onorate di appartenere a quella raffinata élite di pensatori che riesce a figurarsi un fedele musulmano senza una cintura al tritolo addosso, ritenetevi dispensati dalla visione.


Tags: che fine ha fatto osama bin laden?, documentario, islam, McDonald's, michael moore, Morgan Spurlock, osama bin laden, recensione, Simone Dotto, Super Size Me, terrorismo,
26 Luglio 2010

Oggetto recensito:

Che fine ha fatto Osama Bin Laden?, di Morgan Spurlock, usa 2008, 96 m.

giudizio:



7.713
Media: 7.7 (10 voti)

Commenti

Più si parla di costui, si

Più si parla di costui, si rafforzerà la forza dell'integralismo.

Meno si parlerà, si indebolirà l'estermismo islamico.

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