Quest'anno per la prima volta il Festival di Venezia ha ammesso in concorso le opere non di finzione. E immediatamente ne ha premiata una: Sacro GRA, frutto del lungo lavoro di Gianfranco Rosi attorno al raccordo anulare di Roma. Passata l'euforia del trionfo, ci chiediamo: questo film, fatto di personaggi più o meno originali, di storie più o meno compiute, funziona davvero?
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La definizione dei generi artistici inizia nell'antichità, così come antico è il concetto della loro contaminazione, che comunque ha subito un'enfatica e ormai quasi obbligatoria accelerazione in epoca moderna e post-moderna. Tuttavia, nella fattispecie filmica, e nonostante la definizione della FIAF (Féderation internationale des archives du film, che indica come opera cinematografica "ogni registrazione di immagini in movimento su qualsiasi supporto esistente") si è fatta a lungo una netta distinzione ufficiale fra opere di finzione e documentari
L'omaggio di un maestro del cinema italiano a un altro grande collega, amico, compagno di strada. Che strano chiamarsi Federico ripercorre e in parte ricostruisce i luoghi e la carriera di Fellini, dal cui celebre immaginario onirico l'autore di Una giornata particolare si trova quasi sopraffatto...
di Marinella Doriguzzi Bozzo
"Giungono mille cose essenziali. Son ritornelli di ritornelli. Fra i giunchi e la sera tarda, che strano chiamarmi Federico"; così Garcia Lorca nella poesia In altro modo, tradotta da Carlo Bo, che continua ad essere il suo migliore interprete in lingua italiana. E "un altro modo" è appunto quello escogitato da Scola per tentare di ripercorrere la vita e le opere di Federico Fellini nel ventennale della sua morte, a metà fra l'omaggio, il documentario e la ricostruzione per immagini e ambienti, con spezzoni d'epoca e scene affidate ai teatri
Non è solo dall'11 settembre che sono passati dieci anni, ma anche dai fatti della Diaz e di Bolzaneto. Nel documentario Black Block, in uscita domani per Fandango in dvd+libro, Carlo A. Bachschmidt intervista sette ragazzi vittime dei pestaggi (e che con il gruppo di devastatori del titolo non c'entrano niente). Ricordi terribili, ma forse utili solo a chi già sa
di Andrea B. Previtera
C'era una volta una città governata dai suoi abitanti, dove cultura e impegno sociale andavano a braccetto. Nel loro documentario Alessandro Rossi e Michele Mellara vanno alla ricerca di uno spirito sorto nel dopoguerra e che oggi sembra così lontano
di Alessandra Testa
Che pena la politica di oggi se paragonata a quella vissuta nell’ex città “rossa” per antonomasia e rappresentata nel bellissimo documentario di Michele Mellara e Alessandro Rossi, La febbre del fare. Bologna 1945-1980. Dalla liberazione alla lettura di Carmelo Bene dedicata “ai feriti” della strage del 2 agosto, il film ripercorre, attraverso immagini d’archivio e la voce dei protagonisti, la storia di un mito: quella Bologna che fu modello e simbolo della sinistra italiana, ma dove oggi nemmeno la Festa de l’Unità è più af
Cade il prossimo 2 agosto il triste anniversario della strage che fece 85 vittime. Mentre il luogo della tragedia viene riconosciuto patrimonio dell'Unesco, L'estate spezzata, documentario di Vittorio Pastanella e Francesca Mozzi, mostra oggi chi è sopravvissuto e chi ha perso un caro: vite sospese a causa di una verità che ancora non c'è
di Alessandra Testa
Sullo sfondo scorrono le immagini di quella terribile mattina. Il famoso autobus 37, usato per trasportare i feriti in stazione. E tanti uomini qualunque che si inventano soccorritori per salvare più persone possibili da sotto la macerie. Nell’anno in cui Bologna commemora il trentesimo anniversario della bomba alla stazione, due giovani giornalisti di belle speranze presentano il documentario L’estate spezzata. Il 2 agosto del 1980 Vittorio Pastanella e Francesca Mozzi, rispettivamente classe 1979 e 1978, non erano che bambini. Eppure il loro primo lavoro lo hanno voluto de
Torna il documentarista comico Morgan Spurlock, famoso per aver provato su di sé una dieta di soli cibi McDonald's in Super Size Me. Adesso gira il mondo sulle tracce del ricercato n.1: facendo alcune scoperte, a beneficio soprattutto dell'americano medio
di Simone Dotto
Qualche mese dopo l’11 settembre 2001, le terribili immagini dell’attacco alle Torri Gemelle cedono ufficialmente il posto ai filmati prestati della tv araba Al Jazeera: Osama Bin Laden fa il suo esordio sui teleschermi di mezzo mondo. Da quel momento in poi - grazie a una heavy rotation di video che nemmeno Madonna - il sunnita barbuto darà finalmente un volto al terrore degli Stati Uniti e dell’Occidente intero: quella che fino ad allora era stata una guerra strana (contro cellule di nemici “piccoli”, sparsi e invisibili) diviene all’improvv
Con la cinepresa sui luoghi devastati dal terremoto, Sabina Guzzanti accantona i toni chiassosi della partigianeria e impara a farsi da parte. Il suo film pone interrogativi che, risentiti alla luce di certe recenti dichiarazioni, si tingono di un'attualità sempre più inquietante
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Ci siamo chiesti per qualche giorno se andare a vedere questo documentario-inchiesta. E poi, ci siamo anche domandati se, dopo averlo visto, avremmo avuto la voglia o la fermezza di recensirlo. Perché, leggendo i giornali, sapevamo che in qualche modo avremmo trovato, compattato in un'impermeabile evidenza, quello che lo stillicidio quotidiano ci aiuta, se non ad assorbire, ad accantonare come un dovere rimandabile, e poi a dimenticare in una autogiustificazione di impotenza. Perché ci imbarazzano le requisitorie, per quanto sacrosante, ad una sola via o dimensione, nonostante un
La bocca del lupo di Pietro Marcello, vincitore del Torino Film Festival. Tra documentario e lirismo, due derelitti raccontano la loro storia d'amore nata in galera
di Gianpaolo Fissore
Poesia. La macchina del cinema mette insieme, con parole immagini e suoni, la storia di due derelitti e fa poesia. Senza compiacimenti e senza falsa compassione taglia, cuce, veste di pellicola sgranata e filmati, recuperati da un passato remoto, una biografia intrisa di pena e di speranza; una storia che si disvela a poco a poco, sgranata anch’essa, messa in fila senza un filo di retorica dalla prosa aspra del suo protagonista, uno che viene da una lunga consuetudine con la galera e che ha avuto solo la violenza come risorsa. Per realizzare La bocca del lupo, indiscusso vincitore