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FILM

Ken Loach prende Cantona

Il mio amico Eric sembra la solita storia del proletario sconfitto e depresso. Che a sorpresa ha una svolta brillante quando entra in scena l'ex calciatore, ottimo interprete di se stesso


di Gianpaolo Fissore

 


Lookin-for-Eric-Steve-Evets-Eric-Cantona-12.jpgEric è un ometto che dalla vita non ha avuto granché: l’ultimo bel ricordo? Una partita di calcio del Manchester United e un gol del suo idolo, Eric Cantona. Il calcio, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo: dispensa illusioni e delusioni, arbitri venduti e partite truccate. Ma poi, come per incantesimo, riaccende sempre la passione, e scusate se è poco.
Eric (Steve Evets) è un ometto trasandato e sfinito, prossimo alla resa. Non gli resta che un mito, nato appunto in uno stadio di calcio. Attaccante molto fisico, Cantona giganteggia nel poster della stanza da letto del nostro piccolo uomo come un cavaliere senza paura. E’ il primo a cui affidarsi, l’unico in cui riporre fiducia. C’è bisogno di uno così per rialzare la testa, per ricominciare a guardare il mondo con gli occhialetti rosa: garantiscono per lui tutti i gol che lo hanno fatto esultare e sognare.
 
In Il mio amico Eric, ultimo film di Ken Loach, c’è il classico proletario depresso. Mestiere: postino; stato civile: padre inutile o incapace; situazione sentimentale: sfigato. Fin qui niente di nuovo, Eric è un personaggio tipico di tanto cinema del regista britannico. L’innovazione è l’uomo del poster, il grande Cantona, che diventa il suo angelo custode e lo guida al recupero dell’autostima e dell’altrui rispetto.
Ken Loach sembra imboccare il solito vicolo cieco del dramma sociale dall’improbo riscatto, ma poi vira sul genere commedia, affidandola alle robuste spalle di Cantona. Un personaggio che, già calciatore irriverente in campo e fuori, dimostra di non soffrire di nessuna riverenza neppure verso la macchina da presa. Cosa insegna Cantona, nel film interprete di se stesso? Che il riscatto del timido e represso Eric passa attraverso l’amicizia, la reazione alle prepotenze e ai soprusi, la solidarietà dei suoi compagni di lavoro (e di passione sportiva).
Tra una spruzzata di ottimismo alla Frank Capra, un ammiccamento allo spettatore alla Woody Allen, Ken Loach non rinuncia neppure questa volta alla sua pedagogia, ma lo fa confezionando una favola godibile, sorprendente come il gesto sportivo più bello che Cantona attribuisce alla propria carriera sportiva: non fu un gol, ma un passaggio, un tocco di classe con il quale liberò in area un compagno di squadra, facendo segnare a un altro, quella volta, una rete stupenda.


Tags: amicizia, calcio, cantona, commedia, dramma sociale, frank capra, Gianpaolo Fissore, gol, il mio amico eric, ken loach, proletari, steve evets, Woody allen,
18 Dicembre 2009

Oggetto recensito:
IL MIO AMICO ERIC (Looking for Eric), DI KEN LOACH, 116 M.
Steve Evets: ha vinto con questo film la Palma d’oro a Cannes 2009 come miglior attore protagonista
 
Eric Cantona: nazionale francese, ha militato dal 1992 al 1997 nel Manchester United. Nel 1994 rischiò il carcere e fu sospeso per nove mesi dall’attività per il suo comportamento violento in occasione di una partita in trasferta contro il Crystal Palace. Nel 2001 i tifosi del Manchester lo elessero “calciatore del secolo” dei Red Devils

giudizio:



8.604
Media: 8.6 (5 voti)

Commenti

ottima recensione!!!

ottima recensione!!!

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