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WORLD MUSIC

Flauto magico per complesso multietnico

In una fortunata tournée internazionale, l'Orchestra di Piazza Vittorio ha riletto il capolavoro mozartiano alla propria maniera, fondendo lingue e stili musicali da tutto il mondo. Adesso lo spettacolo esce su cd, con libr(ett)o in allegato. I puristi storceranno il naso, ma c'è di che divertirsi


di Marco Buttafuoco

 


Il Flauto Magico ai tempi del relativismo culturale ed etico. Esce in cd, con annesso e necessario libro, la rilettura del capolavoro mozartiano che l’Orchestra di Piazza Vittorio rappresenta con successo in mezza Europa. Una versione ironica, con accenti di leggera, affettuosa e innocua dissacrazione. 
 
Alla fine, tanto per dirne una, il Grande Iniziato Sarastro e la perfida Regina della Notte (una grande Petra Magoni) nemici mortali nella pièce del Salisburghese, si innamorano e ballano un torbidissimo mambo in una balera di Valparaiso. Mentre la dolce Pamina, sedotta dal flauto del nobile Tamino e dalla kora africana di Papageno, non diventa sposa del principe, ma decide di inaugurare un disinvolto ménage a trois
Metafora del musicista di oggi incerto fra il classicismo e la babele etnica della world music? Potrebbe anche essere, ma francamente non è che ci interessi molto andare a caccia di queste assonanze. Quest’operina va gustata per quello che è e vuol essere: un divertissement multi-etnico e molto post-moderno su una favola che, grazie alla musica di Mozart, è diventata una pietra miliare della cultura occidentale. 
 
A pensapetra magoni.jpgrci bene l’originale fu scritto proprio per un teatro popolare, lontanissimo per ambiente e intenti dalla musica in voga nelle accademie e nelle corti europee della fine del XVIII secolo. Basta riguardare Amadeus, il film di Milos Forman su Mozart per capire come nacque Il Flauto Magico. Doveva essere un semplice vaudeville, un “operone”. Certo era ricco di riferimenti culturali all’emergente pensiero massonico e all’Illuminismo - così come il lavoro dell’Orchestra di Piazza Vittorio racconta a sua volta di questa nuova e trionfante dimensione che è il multi culturalismo.  
 
Ma, ripeto, non conviene insistere su questi accostamenti. Per semplificare al massimo potremmo dire che un cultore del classicismo assegnerebbe i fatidici quattro ombrelli a questa pièce. Le armonie e le melodie mozartiane sono diluite su strumenti e su modelli musicali extracolti (la kora al posto del glokenspiel), e mescolate a brani scritti dai componenti dell’Orchestra, cantati nelle lingue più varie.
 
Pensate: la famosa aria de La Regina della notte è aperta e conclusa da una “blasfema” citazione de O’ zappatore, continua su fondali hard rock ed è poi fatta scivolare su ritmi di sirtaki. Mentre quella con cui Papageno si presenta al pubblico è tutta giocata su atmosfere di pop-rai algerino. Ma anche il cultore della musica di ricerca, qual è chi scrive, non troverà niente di particolarmente eccitante in questo Flauto Magico. Diciamo che da un punto di vista strettamente musicale il giudizio sarebbe un modesto sole ombrellato, dal momento che non vi si sente niente di nuovo o inedito
 
Il punto per cui andare a vedere questo spettacolo non appena vi capiterà a ragionevole distanza è un altro. Perché dal disco e dal libro in allegato appare come una bagatella leggera ma molto, molto piacevole. Di quelle che ti fanno sorridere per tutto il tempo dello spettacolo e ti fanno battere il piede. Che regalano un’ora di allegria.
 
C’è da immaginare che l'OPV, con la sua debordante presenza scenica, possa veramente riuscire a trascinare il pubblico. Per ammissione dello stesso Rino Pecorelli, bassista dell’ensemble e co-autore della pièce, l’Orchestra da il meglio di sé sul palco: “ è musica dal vivo”. E allora si può, alla fin fine, anche andare a teatro, leggere un libro o ascoltare un disco per cercare il puro divertimento, rimandando ad altre circostanze l’approfondimento e ad artisti di altro spessore il compito di aprire nuove strade. Pertanto diamo a questo Flauto un sole: tiepido
 

 


Tags: Flauto Magico, Marco Buttafuoco, multietnica, opera, Orchestra di Piazza Vittorio, recensione, Wolfang Amadeus Mozart,
13 Gennaio 2011

Oggetto recensito:

Il Flauto magico secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio, scritto da Mario Tronco, Luigi Trucillo, Renato Benvenuto e l’Orchestra di Piazza Vittorio, Elliot 2010, p. 64, euro 22 (Libro + Cd)

 

giudizio:



4.462497
Media: 4.5 (12 voti)

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