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MUSICA - FOLK

Storie di streghe in Langa

Di formazione colta e con collaborazioni di lusso negli ambienti del jazz tricolore, Simona Colonna sfugge alle definizioni e alle categorie: tantopiù quando se ne esce con un disco come Masca vola via, dove il dialetto piemontese e gli arrangiamenti per violoncello fanno capo a un'idea di folk di più alta estrazione


di Marco Buttafuoco

 


Voce, violoncello talora con parsimoniose sovraincisioni, dialetto piemontese e una sottile vena folk. Questi gli ingredienti essenziali per un disco insolito. La langarola Simona Colonna, dopo anni di esperienze di musica classica e prestigiosissime collaborazioni jazz (Enrico Rava e Stefano Bollani fra gli altri) si propone da sola con questo disco intessuto di coloratissimi fili musicali . Solo cinque brani, tutti in dialetto piemontese; quattro storie di langa ed una ninna-nanna.
 

simocello.jpgDifficile catalogare questi cinque pezzi sotto un genere preciso. Masca Vola via racconta di un mondo un po’ perduto (streghe, briganti, sensali di matrimonio, emigranti) ma il disco non può essere catalogato sotto la categoria folk. Si sentono influssi di grandi interpreti della canzone d’autore italiana (Fabrizio de Andrè in particolare), ma la scelta di usare il violoncello rimanda ad un pensiero musicale più complesso e “colto”. Qua e là Simona Colonna fa sentire la sua conoscenza della cultura dello swing - in Brigante Stella, peraltro basato su un ritmo di sapore jazzistico, si lancia in un ironica quanto efficace sequenza scat. La Colonna usa con leggerezza ed eleganza diversi generi musicali, mantenendo tuttavia una propria, del tutto peculiare freschezza. Altrove (Portame via da si) il refrain fa pensare ad una banda musicale durante una qualche antica festa paesana, ad un ballo campestre.
 
Forse è proprio nell’ironia, nel distacco affettuoso con cui l’artista racconta la sua terra che sta la chiave di lettura del disco; Masca vola via è un viaggio senza nostalgie di maniera e senza traccia di retorica, nei ricordi lontani di una comunità. Da un suono musicale al ricordo delle conversazioni delle donne di campagna, attorno al fuoco, nelle notti di inverno. A quelle lunghe serate raccontate mirabilmente nel primo romanzo di Pasolini, Il sogno di una cosa.
 
Particolarmente riuscito e godibile è il brano che da il titolo alla (troppo) breve raccolta. La storia di una strega che riempiva di paura le notti della gente della Langa. Una melodia intrisa di una specie di allegra malinconia , di una raffinata naiveté.  Poesia minore, indubbiamente, quella di Simona Colonna, ma autentica, fresca.



Tags: Biella, folk, jazz, Marco Buttafuoco, masca vola via, musica classica, piemonte, recensione, Simona Colonna,
11 Dicembre 2012

Oggetto recensito:

Simona Colonna, Masca vola via, Musica made in Biella - associazione anni verdi

 

giudizio:



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