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ritratto di Bruno Ballardini
di Bruno Ballardini

Quel che è giusto è giusto


Chi dovrebbe educare il senso di giustizia degli italiani, oltre ai genitori? Chi dovrebbe contribuire a mantenerlo, dando l’esempio per primo? Le istituzioni. E, con esse, i massimi livelli del Governo, cioè chi amministra super partes il bene comune. Qui non si tratta solo del “bene comune” inteso in senso materiale, ma anche dell’etica comune, cioè di un bene immateriale che costituisce l’anima di una nazione civile. E chi dovrebbe essere più degli altri al di sopra delle parti oltre, naturalmente, al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio? Il Ministro della Giustizia, ovviamente. Ogni sua esternazione dovrebbe fornire un esempio di imparzialità e di limpida coscienza etica. Facciamo un esempio.
 
Alla notizia dell'apertura dell'indagine su Berlusconi per una intercettazione di altre persone indagate in altri crimini Alfano ha annunciato: "Oggi stesso invierò gli ispettori a Trani per andare a verificare cosa è successo. Ovviamente senza interferire nell’indagine, potere che non mi compete, ma solo per capire come possano verificarsi queste gravi patologie" (Ansa, 13 marzo, ore 12:38). Se Alfano si riferiva al caso su cui stanno indagando, è quasi pleonastico: capire come possano verificarsi queste gravi “patologie” è esattamente quello che già stanno facendo i magistrati per conto loro e l’intervento del Ministro è perlomeno superfluo (tuttavia, interpretare il crimine come “patologia”, ci lascia un po’ perplessi). Ma evidentemente l’affermazione riguardava i magistrati. E Alfano ha utilizzato un argumentum ad hominem circostanziale, ovvero un modello di argomentazione in cui anziché controbattere ad un’affermazione, ci si sofferma sul rapporto fra chi la fa e le circostanze in cui si trova. Lo schema è il seguente: La persona A fa l'affermazione X;  La persona B attacca le circostanze in cui si trova A; Quindi l’affermazione X è falsa. Come dire: "I magistrati di Trani stanno per affermare qualcosa su Berlusconi. Ma poiché i magistrati agiscono all’interno di una patologia (visto che sono spesso protagonisti di gravi episodi patologici) quello che affermeranno alla fine non può essere vero" (Alfano non ha ancora detto questo ma ha posto le premesse per poterlo dire).
 
Il fatto che una persona abbia una motivazione particolare per fare un’affermazione non rende falsa l’affermazione, nemmeno se questa motivazione è una presunta patologia. Perfino un pazzo può dire la verità. Ma qui addirittura nessuno ha ancora affermato nulla! Il giudizio del Ministro arriva prima che la verifica dell’operato dei magistrati porti a stabilire se abbiano agito in modo “patologico” o meno. A questo punto sorge spontanea la domanda: la giustizia può essere sostenuta con argomentazioni non giuste e addirittura preventivamente? Di certo, anticipare con un giudizio di valore quello che sarà l’esito dell’inchiesta non incide minimamente sull’inchiesta stessa, ma serve a orientare l’opinione pubblica abituandola fin d’ora a considerare “patologico” quello che è semplicemente un legittimo approfondimento. Che fa parte del mestiere dei magistrati. Ma bisogna riconoscere che anche il ministro Alfano fa bene il suo mestiere, sostenendo la posizione del Premier per il quale tutti i magistrati sarebbero ingiustamente (o “patologicamente”) contro di lui. Quel che è giusto è giusto.


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Inserito da Bruno Ballardini - 13 marzo, 2010 - 18:32


Commenti

Gentile Bruno Ballardini, la

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Gentile Bruno Ballardini, la sua è una visione d'insieme molto ben costruita. La giustizia è intimamente legata a verità e falsità, nasce in noi stessi prima ancora che nella famiglia. Una volta la chiamavamo semplicemente buon senso. Tempo fa avevo scritto un pezzo sulla menzogna, la prima menzogna, che all'interno di un gruppo di amici ha alzato non poche polemiche. Questo per dire cosa? Che siamo molto bravi a vedere le menzogne dell'altro, ma ben poche volte quelle nostre. Se fossimo un po' più aperti a prendere in considerazione le opinioni degli altri, a capire il senso e non la lettera, allora si potrebbe parlare di verità condivise e collegate con fili comuni che evidenzierebbero ciò che non torna. Un "non torna" che spesso è legato ad arroganza, strapotere, pregiudizi. Se i genitori non hanno fatto un buon insegnamento, nell'età adulta sta all'individuo costruirsi attraverso una propria educazione.

dimenticavo di votare :-)

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dimenticavo di votare :-)

Impeccabile analisi,

Impeccabile analisi, chiarissima

dell' etica e della mistica

dell' etica e della mistica del potere.

più tagliente di una katana

più tagliente di una katana

Complimenti, gran

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Complimenti, gran bell'articolo! :-) Valentina

condivido tutto, Alfano e' un

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condivido tutto, Alfano e' un buon servitore fedele ed ottuso. Non c'e' che dire il premier ha scelto dei buoni collaboratori questa volta, non fanno nemmeno la cresta alla spesa.

In Italia non esiste un'etica

7.02

In Italia non esiste un'etica comune, o perlomeno condivisa e difatti è da molti anni un paese spaccato in due, in cui il concetto di bene comune è diverso...come fanno a esseci figure super partes?

e quel che è pubblico è

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e quel che è pubblico è privato

Ora Alfano, in caso di

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Ora Alfano, in caso di replica, dirà naturalmente che patologia si riferiva appunto al crimine. Il che, oltre a quanto già ha scritto Ballardini, ha comunque un'aggravante. Il termine in sè smorza la portata del crimine commesso, perché riporta a situazioni in genere prive di colpa. Le malattie, appunto, qualcosa di inevitabile, che casca per maledizione divina sui poveri umani. Anche questo è ormai un dogma per molti italiani, abituati a sorbirsi come inevitabile ogni malaffare, trusco e atto di prevaricazione del potere. E del presidente del consiglio in particolare, con ancor più convinta rassegnazione a quattro zampe

concordo pienamente.

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concordo pienamente.

perfetto!

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perfetto!

Come sempre ineccepibile!

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Come sempre ineccepibile!

Aggiungerei un particolare,

Aggiungerei un particolare, patologico di certo: si guarda il dito, non la luna... il problema non è il magistrato ma se ci dovesse essere il problema è "il reato".

Ma poi... perché i magistrati non fanno più il loro santo lavoro in silenzio e curano per bene le fughe di notizia? a me, le fughe di notizia danno molto fastidio. E penso che non chi le pubblica o il magistrato che fa le intercettazioni, ma chi le porta all'esterno deve esser perseguibile per legge.

Mi sembra opportuno che controllino le mie telefonate, trovo inopportuno la loro pubblicazione, senno anziché al telefono parlo in televisione, no?

Ineccepibile. Ballardini è

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Ineccepibile. Ballardini è sempre puntuale e preciso!

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