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FILM

La fiction di culto che ha tenuto banco su Sky per tre stagioni approda sul grande schermo. Con lei la scalcagnata troupe guidata da Renè Ferretti, regista di soap opera ora alle prese con la realizzazione di una pellicola "di denuncia". Si ride tanto, ma ci si chiede anche: è un film, o l'ennesima puntata, solo un po' più lunga?


di Igor Vazzaz

Rassegniamoci: sebbene ci si possa vantare, non è detto ancora per quanto, d’essere un popolo di navigatori, santi ed eroi (cui aggiungiamo gli artisti), niente rappresenta noi italiani come la commedia o, nella migliore declinazione del ridicolo, la satira. Non lo affermiamo tanto per darci un tono e citar la prima cantica dantesca, quanto dinanzi a una pellicola che, pur non destinata alla storia, rappresenta in ogni caso un significativo paradigma della nostra attualità.    Parliamo di Boris, il film, traslazione dal piccolo al grande schermo di quella che &egr
07 Aprile 2011

TELEVISIONE

Ovvero, quando il politicamente scorretto vende. Una serie racconta la versione ridicolizzata, ma verissima, della nostra televisione: un prodotto di qualità che fa ridere e pensare


di Viola Rispoli

Non gridiamo al miracolo, perché Boris non è altro che un buon prodotto, leggero, satirico, divertente, con bravi attori e buone trovate. Uno di quelli che dovrebbero essere la norma in un paese in cui si faccia mediamente buona fiction. Solo che in Italia mediamente si fa brutta fiction. Sempre meno, tanto per cominciare, e quella poca ancorata a canoni estetici vecchi, spesso retorica, conservativa nell'aspetto e nella sostanza, con trame meccaniche, prevedibili e consolatorie. All'interno di una tv che non evolve perché non è un vero mercato, è un duopolio
30 Marzo 2010