La commedia dedicata da Virginia Woolf al grande folle della letteratura arriva nelle scene italiane, per la regia di Emanuela Giordano. Un tentativo di conferire sfumature quasi goldoniane al testo della scrittrice che, nonostante l'ottima prova d'attrice di Isabella Ragonese, non riesce a scaldare la platea
di Sergio Buttiglieri
Sarà che il ricordo del raffinato film Orlando di Sally Potter con una straordinaria Tilda Swinton a distanza di tanti anni è ancora vivido, sarà che le atmosfere goldoniane sul testo della Woolf non ce le vedo, ma questa Commedia di Orlando di Emanuela Giordano, con la seppur brava Isabella Ragonese non ha convinto me come, mi pare, nemmeno il resto della platea a giudicare dagli applausi tiepidi al termine della Prima Nazionale al Teatro del Giglio di Lucca. I temi partoriti dalla mente di Virginia Woolf, supportati da una cifra stilistica colma di
La brava Maddalena Crippa riporta in scena il genio del teatro canzone. L'attrice cerca di smarcarsi dall'inarrivabile modello e ci riesce meglio di altri: ma non basta
di Igor Vazzaz
A scanso di fraintendimenti, ribadiamo quel che abbiamo detto altre volte: il teatro è il regno della reintepretazione, della reinvenzione, della resurrezione di testi, corpi e rapporti di forze un tempo cuciti addosso ad altri corpi, altre voci, altri attori. Quello di Gaber, a nostro avviso, era ed è tuttora grande teatro, originale, urgente e, benché legato a doppio filo con la realtà dell’epoca in cui veniva concepito, ancora in grado di parlare agli spettatori. Questo non implica che le ultime rivisitazioni abbiano colto nel segno, tutt’altr
Nella sensuale Bahia, una donna si divide tra un marito mascalzone, morto, e uno amorevole e noioso, vivo. La buona notizia è che il capolavoro di Amado a teatro potrebbe fare scintille. La cattiva è: non in questo spettacolo
di Igor Vazzaz
Abbiamo una certezza, dopo aver assistito alla versione teatrale di Dona Flor e i suoi due mariti: il capolavoro di Amado regge alla grande la traslazione scenica. Singolare che tale convinzione, tanto più ferrea rispetto ai dubbi pregiudiziali, sia risultato tetragono d’uno spettacolo mal compiuto. Chiariamo: le trasposizioni sono non solo possibili, ma da incoraggiare, e non v’è da disturbar Nekrošius per dimostrarlo. Necessario, però, è che lo spirito del modello ben si coaguli, s’impreziosisca nel filtraggio d’un differente mezzo e