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LIBRI - NARRATIVA

Un giallo di bambini scomparsi, tra la Parigi del 1750 e un condominio di Lucca di fine '900. Insegnante di italiano al suo esordio letterario, in Dall'aprile a Shantih stravolge la lingua (e il dialetto) in un unico flusso di coscienza, che mescola Gadda e altri grandi modelli. Una piacevole sorpresa
 


di Giulia Stok

Una po’ Gadda un po’ Joyce, un po’ pastiche in salsa toscana un po’ flusso di coscienza. Un po’ presuntuoso, direte voi: perché fare tanta fatica per leggere un esordiente? Perché è bravo e, benché a tratti possa sembrare pretestuoso, con un’ottima padronanza linguistica finisce per aggomitolare il lettore in una storia non storia, in un avvilupparsi di congetture, movimenti minimi, chiacchiere e vite trascorse tra androne e cortile.   Il filo conduttore dei (pochi) eventi, che si svolgono tra la Parigi del 1700 e la Lucca de
23 Febbraio 2011

LIBRI

Avrebbe voluto essere romanzo rosa per i lettori ingenui e un giallo per i più esigenti, il debutto narrativo di Valentina Pattavina, editor di Fanucci. Ma la storia non mantiene le promesse


di Lorenza Trai

Un romanzo che contenga, già solo nella prima pagina e a poche righe di distanza l’una dall’altra, le espressioni: “il fruscio delle foglie agitate dal vento”, “la luce che filtra dalle fronde degli alberi” e “il tronco ampio e nodoso” ha scelto forse in partenza di rivolgersi ad un lettore poco smaliziato. Cerca poi di catturare la curiosità anche di quello più accorto grazie al trucco di un cadavere che compare quasi immediatamente come misterioso antefatto e consente di dare l’etichetta di giallo ad una storia a
24 Maggio 2010

CULTURA

Parenti e amici salutano oggi la Vighy, scomparsa pochi giorni fa, subito dopo l'uscita del suo Scendo. Buon proseguimento


di Sandra Petrignani

"Non fate troppi pettegolezzi" lasciò scritto Cesare Pavese prima di uscire di scena suicidandosi. Di fronte alla morte, per lunga e dolorosa malattia, di Cesarina Vighy, mi viene da pensare a quella richiesta, un po’ ironica, un po’ affettuosamente esigente. Come evitare che il commiato dei vivi si trasformi in pettegolezzo, in commiserazione, persino in sollievo di non condividere un destino altrettanto duro?    Cercherò dunque di attenermi alle pagine che Cesarina ha scritto, pur sapendo di non poterne eludere, proprio partendo dai suoi libri, l
05 Maggio 2010