Quest'anno per la prima volta il Festival di Venezia ha ammesso in concorso le opere non di finzione. E immediatamente ne ha premiata una: Sacro GRA, frutto del lungo lavoro di Gianfranco Rosi attorno al raccordo anulare di Roma. Passata l'euforia del trionfo, ci chiediamo: questo film, fatto di personaggi più o meno originali, di storie più o meno compiute, funziona davvero?
di Marinella Doriguzzi Bozzo
La definizione dei generi artistici inizia nell'antichità, così come antico è il concetto della loro contaminazione, che comunque ha subito un'enfatica e ormai quasi obbligatoria accelerazione in epoca moderna e post-moderna. Tuttavia, nella fattispecie filmica, e nonostante la definizione della FIAF (Féderation internationale des archives du film, che indica come opera cinematografica "ogni registrazione di immagini in movimento su qualsiasi supporto esistente") si è fatta a lungo una netta distinzione ufficiale fra opere di finzione e documentari
In una clinica-castello isolato dal resto del mondo, il Dr. Kruger aiuta i suoi pazienti a morire. Incoronato al Festival di Roma e accolto dalla critica come geniale e dissacrante, il film del francese Olias Barco torna sull'ormai abusato tema del fine-vita, tentando di infrangere tabù che forse nemmeno esistono
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Uno splendido castello fra la neve e in primo piano alberi scheletrici a frastagliarne le geometrie severe. Come in quello cartoline “artistiche” che sempre più raramente si ricevono. Sul retro non ci sono i soliti saluti, ma degli estremi saluti. Perché di nuovo di morte si parla, dopo i recentissimi film di Woody Allen (Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni) e di Clint Estwood (Hereafter). Ma questa volta lo si fa con un budget bassissimo, un bianco e nero ossessivo, e, soprattutto, con una scommessa frigida, costruita a tavolino. Scommess