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TEATRO

Il dramma che lo stesso Pirandello trasse da una sua novella, portato in scena da Gabriele Lavia (con la figlia Lucia) dopo quasi cento anni. Che si sentono tutti


di Igor Vazzaz

Un imponente interno borghese dagli alti e inquietanti finestroni verticali, avvolto nella fioca luce retrostante o dai proiettori con parsimonia ritagliati a calibro sulle sagome degli attori. L’opacità d’una tela semitrasparente rende la teoria ancor più flebile, ovattata: solo il sollevarsi del drappo ne segnala in senso compiuto la presenza all’occhio miope dello spettatore. La realtà è nascosta, celata tra le pieghe del non detto, dai velami sordidi del taciuto, dell’insinuato in faccia o alle spalle delle persone. A segnarne irreparabil
19 Novembre 2012

TEATRO

Quella che Nanni Garella applica all'opera shakespeariana è letteralmente una ridutio: non solo perchè la scena è spoglia di grandi scenografie, lasciando solo attori e testo in scena, ma anche perchè gli stessi attori e lo stesso testo (riadattato) escono ridimensionati da una lettura troppo normalizzante. E l'allestimento diventa metafora dell'Italia teatrale...


di Igor Vazzaz

Un’ampia plaga, sgombra marina dominata dal celeste onnivoro d’un fondale in cui spicca una sfera luminosa a disegnar la luna. Il pavimento di teli descrive un lieve tracciato ondulare, suggerendo la morbida presenza di dune poco accennate. La personale lettura di Otello ad opera di Nanni Garella (che firma da solo traduzione, adattamento e regia) si consuma per intero in questo largo ambiente unico, aperto e disteso, nell’egemonia d’un ceruleo cromatismo che sfuma dall’azzurro intenso delle scene diurne a tonalità acquamarina e turchesi.   È u
29 Marzo 2012