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TEATRO

L'allestimento firmato da Danio Manfredini della grande opera (meta)teatrale di Shakespeare è minimale e interpretato da attori maschi e mascherati proprio come nell'epoca elisabettiana. Pochi marchingegni di scena ma abbastanza genio da convincerci che riportare in tour i classici può essere ancora utile 


di Sergio Buttiglieri

Ogni volta che ritorna in scena Amleto, ci percorre il dubbio che forse su questo testo si è già detto tutto, e spesso lo si è fatto male. Che forse sarebbe semplicemente meglio rileggersi il testo di Shakespeare invece di rischiare inquinarne la memoria con l’ennesima produzione malriuscita.   Ma sapendo quanto sia radicale nelle intenzioni il teatro di Danio Manfredini, (ricordo ancora come fosse ieri il suo straordinario e lacerante Cinema Cielo del 2003 o il suo fulminante, Tre studi per una Crocifissione del ‘92, appena transitato a La Spez
16 Maggio 2012

TEATRO

Quella che Nanni Garella applica all'opera shakespeariana è letteralmente una ridutio: non solo perchè la scena è spoglia di grandi scenografie, lasciando solo attori e testo in scena, ma anche perchè gli stessi attori e lo stesso testo (riadattato) escono ridimensionati da una lettura troppo normalizzante. E l'allestimento diventa metafora dell'Italia teatrale...


di Igor Vazzaz

Un’ampia plaga, sgombra marina dominata dal celeste onnivoro d’un fondale in cui spicca una sfera luminosa a disegnar la luna. Il pavimento di teli descrive un lieve tracciato ondulare, suggerendo la morbida presenza di dune poco accennate. La personale lettura di Otello ad opera di Nanni Garella (che firma da solo traduzione, adattamento e regia) si consuma per intero in questo largo ambiente unico, aperto e disteso, nell’egemonia d’un ceruleo cromatismo che sfuma dall’azzurro intenso delle scene diurne a tonalità acquamarina e turchesi.   È u
29 Marzo 2012

TEATRO

Tragedia e commedia, proprio come voleva il Bardo. La duplice anima di Racconto d'inverno viene restituita dall'allestimento di Ferdinando Bruni e Elio Capitani, registi e interpreti della gelosia omicida di Re Leonte di Sicilia.


di Giovanni Desideri

Due spettacoli in uno, come fu scritto da Shakespeare: cupissima tragedia e colorata commedia insieme. Una messa in scena su sfondo bianco, luci ora livide ora solari, e costumi come eleganti macchie di colore, secondo l’allestimento del Teatro Elfo Puccini di Milano che lo porta in tournèe ancora per alcune date.   È il Racconto d’inverno, un titolo quasi reinterpretato dalla traduzione di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani, nomi storici della stessa compagnia, con una quantità di parlate dialettali, soprattutto nella seconda parte, quand
08 Marzo 2012

TEATRO

L'indimenticato personaggio di Alfred Jarry restituito alle scene dall'allestimento di Roberto Latini: sbuca dal nulla e ci squaderna davanti un complesso gioco di scatole tutto teatrale, che va dai testi di Shakespeare al Pinocchio rivisitato da Carmelo Bene. Ma è molto di più del solito rosario di citazioni...


di Igor Vazzaz

Merdra! Non si può iniziare altrimenti. La storpiatura escrementizia con cui ha inizio il testo del giovane Jarry è sciente disarticolazione logico-sonora che rompe un silenzio atavico per lasciar dietro sé il cadavere del linguaggio, un simulacro tumefatto e inerte. Arrivare a Ubu dal niente assoluto, dal nitore di quella scatola vuota che è la scena: la prima visione offertaci da Roberto Latini e Fortebraccio Teatro è muta, sospesa in una dimensione metafisica e inquietante. Un sole (o un gong?) disegnato dalle luci sul fondale ed ecco l’ingresso sile
22 Febbraio 2012

TEATRO

Il copione più famoso di William Shakespeare destrutturato dalla regia di Claudio Autelli, che lascia i due leggendari amanti soli in scena, con pochi comprimari e senza le scenografie veronesi ad accompagnare. Nel concentrarsi esclusivamente sull'ossessione amorosa, però, va perso un po' del quadro generale


di Igor Vazzaz

Non pare una coincidenza il fatto che uno dei capolavori scespiriani più ripresi negli ultimi anni - quello del Bardo è ben a ragione il repertorio più frequentato dell’intero teatro occidentale - sia Romeo e Giulietta: parliamo d’un classico dei classici e siamo certi che se, da un lato, l’inflazione del “sentimentale” contribuisce non poco al successo della tragedia veronese, dall’altro, le infinite declinazioni possibili d’un testo tanto conosciuto da risultar iconico giustificano a sufficienza il gran numero di messe in scena.
06 Dicembre 2011

FILM

Più pastiche che thriller il nuovo film di Roland Emmerich, che passa dalla fantascienza alla fantastoria. Anonymous ipotizza che il grande bardo inglese si sia impadronito del lavoro altrui: sulla falsariga del Codice da Vinci, il regista tenta la carta della dietrologia retroattiva, ma gli va male


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Un film formalmente sontuoso sul conflitto d’interessi, spalmato lungo le sue tradizionali declinazioni: l’amore, il potere, il denaro, il sesso. Con l’aggiunta di una quinta, inusitata variabile, quella dell’arte. Ambientato nel periodo storico forse più spettacolarmente famoso, il secolo elisabettiano (debitore sia al miracolo della stabilità economica che allo strepitoso rigoglio della letteratura e della scienza) l’opera si avvale di una sceneggiatura più ascrivibile al pastiche di generi che al thriller puro e semplice.   Come
21 Novembre 2011

TEATRO

Dopo American Beauty, Sam Mendes dirige di nuovo Kevin Spacey ma fuori dai set di Hollywood. Il palcoscenico del Napoli Teatro Festival ha ospitato il loro allestimento della tragedia shakespeariana: la discesa agli inferi di un sovrano sempre più crudele e più solo, in sintonia con le ultime cronache d'attualità 


di Sergio Buttiglieri

Gran finale quello del Napoli Teatro Festival di quest’anno, con uno strepitoso Kevin Spacey, protagonista di uno dei più memorabili Richard III che siano stati mai messi in scena da molti anni a questa parte.  A dirigerlo c’era Sam Mendes, il regista che con cui lui aveva vinto nel 2000 cinque premi Oscar per American Beauty.   Oltre ad essere universalmente conosciuto come divo cinematografico dal talento viscerale, Spacey ha, come pochi sanno, una solida formazione teatrale: da alcuni anni è, non a caso, il direttore artistico del The Old Vic, una delle
16 Novembre 2011

TEATRO

Dopo Amleto, Mercuzio non vuole morire è il nuovo "studio" del regista Armando Punzo sui testi del bardo inglese. Nella rappresentazione degli attori detenuti della Compagnia della Fortezza, la vicenda di Romeo e Giulietta viene frammentata e ricomposta da capo. L'abbiamo visto per voi al Festival di Volterra


di Igor Vazzaz

Se il teatro da sempre si lega al rito, reiterazione d’un atto cristallizzato nel suo (dis)farsi, è del tutto comprensibile che la replica, intesa come calco di un’impronta estetica che si rende forma precipitata e ritornante, possa essere non solo ammessa, ma plausibile, nel percorso di un artista, di un gruppo, di una situazione. È con questa certezza, dunque, che ce ne torniamo dalla doppia visione di Romeo e Giulietta - Mercuzio non vuole morire, ennesima impresa della Compagnia della Fortezza capitanata da Armando Punzo, spettacolo (o, meglio, studio) offert
20 Settembre 2011

TEATRO

La più celebre storia d'amore del teatro è ambientata in un campo nomadi nello spettacolo di Federico Tiezzi in anteprima nazionale a Prato


di Igor Vazzaz

I classici non possono essere affrontati senza tradimento: questione etica ed estetica. Riproporre Shakespeare secondo i canoni dei suoi tempi (strano a dirsi: il Bardo è stato anche un contemporaneo) non avrebbe altro senso che quello archeologico, là dove il teatro si consuma sempre nel qui e ora della performance, nel non luogo della scena. Per questo l’idea di ambientare la più celebre storia d’amore della scena in un campo nomadi è plausibile e permette a Federico Tiezzi di lavorare su immagini di grande suggestione.   L’incipit vede g
14 Dicembre 2009