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TEATRO

Tra i tanti Molière portati in scena durante la stagione, quello diretto da Marco Bernardi è forse il più brillante. Merito anche della prova d'attore di Paolo Bonacelli che indossando i panni di Argante ci restituisce una riflessione sui travestimenti del potere in tutta la sua lucida attualità


di Sergio Buttiglieri

Tanto Molière quest’anno sui nostri palcoscenici. Quello che abbiamo visto a Genova al Teatro della Corte è uno dei più spassosi e riusciti. Paolo Bonacelli, attore molieriano per antonomasia, ci ha restituito un Argante superbo, deliziosamente infantile: malato immaginario sprofondato oltre nella sua poltrona e nelle sue antiche ossessioni legate alla salute - tanto simili alle nostre moderne depressioni, infarcite di inutili psicofarmaci.   La platea quella sera era gremita di studenti e già ci si aspettavano le solite caciare di adolescenti annoiati ca
25 Gennaio 2011