• Seguici su:
TEATRO

Uno sguardo al cielo e uno agli inferi. Nell'allestimento della Compagnia Gank, il grande seduttore disegnato da Molière cammina su un filo, costantemente in bilico. Un modo intelligente per interrogare un grande testo, senza pretese di sostituirlo. Dirige e interpreta Antonio Zavatteri


di Nicola Arrigoni

"Il dispetto è la spilla del mio desiderio", afferma Don Giovanni… In questa battuta e nella contrapposizione fra i termini "dispetto" e "desiderio" c’è tutta l’ambiguità del mito del grande seduttore. Se ci si rifà all’etimologia della parola dispetto - "de" (giù) "spicere" (guardare), guardare dall’alto verso il basso - è in contraddizione con il de-siderio, che è volgere gli occhi alle stelle. Don Giovanni vive di questo doppio sguardo, e non è poco. Sfida
29 Gennaio 2013

TEATRO

Dai trascorsi come cabarettista e comico televisivo, Paolo Hendel approda ai testi del teatro classico (o quasi) con la collaborazione di Leo Muscato. Il drammaturgo fustigatore dei costumi viene messo a sedere sulla poltrona di un talk show scandalistico, con tanto di citazioni dalle sue opere. Buon tentativo, ma non basta


di Igor Vazzaz

La comicità italiana ai tempi del governo dei professori: questione cruciale a proposito d’un intero panorama che, negli anni, parrebbe essersi incagliato nelle basse maree dell’antiberlusconismo, alla stregua del mesto centrosinistra cui è spesso organico. In tal senso assistiamo con curiosità al nuovo spettacolo di Paolo Hendel, comico per di più toscano, ormai attributo umoristico contemporaneo.    Il glabro fiorentino muta spartito e, dalla versione di stand up comedian nostrale (in una linea che unisce, con diverse declinazioni, Benigni, P
11 Gennaio 2012

TEATRO

Al Teatro Duse di Genova fino al 30 ottobre va in scena il Don Giovanni, per la regia di Antonio Zavatteri: il suo allestimento resta fedele a un testo che tra bestemmie, morti, storie di assassini, di fame, di soldi e di religione non ha certo bisogno di rivisitazioni per risultare attuale


di Sergio Buttiglieri

Già l’inizio di questa piacevole regia di Antonio Zavatteri, vista in Prima Nazionale al teatro Duse di Genova, con la stessa colonna sonora di Stranger than Paradise (mitico film di Jim Jarmusch, premiato a Cannes nel 1984) è piacevolmente spiazzante. Là una coppia sconclusionata vagava on the road per gli USA in cerca della cugina di uno dei due. Qui invece una strepitosa coppia  - parente con tutte le più riuscite accoppiate del nostro teatro - va in scena fuggendo dai parenti delle signore sedotte e abbandonate. E qui Molière sfrutta
25 Ottobre 2011

TEATRO

Sono sempre in tanti a portare in scena i lavori del commediografo francese, ma solo qualcuno sa conservarne intatta la forza provocatoria. Con musiche di ogni tipo e scene hard, il regista torinese Valter Malosti riaggiorna La scuola delle mogli, cogliendo in pieno l'ironia grottesca che nel 1662 scandalizzò Parigi
 


di Giulia Stok

Un enorme armadio rosso, casa prigione, che ricorda quegli orologi a cucù in cui sono delle statue a battere le ore. E così, come due personaggi meccanici, si muovono incrociando spade e frasi il protagonista Valter Malosti e il suo amico mascherato Mariano Pirrello, in uno scambio di battute feroce e arguto, prima scena all’apertura del sipario e una delle migliori di tutto lo spettacolo.   Arnolphe, inventatosi “Signore del Ceppo”, ossessionato dal timore delle corna (ben chiarito a tutti da un cervo che domina la scena), ha deciso di costruirsi una mogli
07 Febbraio 2011

TEATRO

Tra i tanti Molière portati in scena durante la stagione, quello diretto da Marco Bernardi è forse il più brillante. Merito anche della prova d'attore di Paolo Bonacelli che indossando i panni di Argante ci restituisce una riflessione sui travestimenti del potere in tutta la sua lucida attualità


di Sergio Buttiglieri

Tanto Molière quest’anno sui nostri palcoscenici. Quello che abbiamo visto a Genova al Teatro della Corte è uno dei più spassosi e riusciti. Paolo Bonacelli, attore molieriano per antonomasia, ci ha restituito un Argante superbo, deliziosamente infantile: malato immaginario sprofondato oltre nella sua poltrona e nelle sue antiche ossessioni legate alla salute - tanto simili alle nostre moderne depressioni, infarcite di inutili psicofarmaci.   La platea quella sera era gremita di studenti e già ci si aspettavano le solite caciare di adolescenti annoiati ca
25 Gennaio 2011

TEATRO

Nella regia di Massimo Castri la commedia di Molière risalta in tutta la sua attualità. Il personaggio di Alceste, interpretato da Massimo Popolizio, è un modello morale, che si rifiuta di prendere parte alle ipocrisie della società dell'apparire


di Maria Rosaria Corchia

Una scena in bianco e nero, qualche panchetto per fare salotto, tre pareti di eleganti specchi dalle cornici bianche che assomigliano a tanti occhi che guardano, per riflettere immagini di persone e amplificare il loro “apparire” come una cassa di risonanza. Questa è la corte del Misantropo di Massimo Castri, che si avvale delle scene e dei costumi di Maurizio Balò: una corte essenziale ma raffinata, che lascia lo spazio della ribalta alle parole di Molière.   All’inizio del terzo atto, Acaste si specchia vanitosamente elogiando la sua vita perf
24 Novembre 2010

TEATRO

Il classico di Molière riportato in scena da Carlo Cecchi: fedele (nella traduzione di Cesare Garboli) senza essere antiquato, frizzante e moderno senza bisogno di stravolgimenti. Ma con una sorpresa: l'ipocrita non è quello che normalmente si crede


di Giulia Stok

Se un libro prende la patente di classico quando si capisce che “non ha mai finito di dire quello che ha da dire”, nel caso di una pièce teatrale le cose si complicano, poiché la responsabilità non è più del solo testo, ma anche di chi lo mette in scena. La storia di Tartufo, il servo che inganna il ricco Orgone facendosi credere uomo pio e saggio, un esempio moralizzatore per l’intera famiglia, e finisce invece per accettarne la figlia in sposa, insidiarne la moglie e farsi intestare l’intero patrimonio, concorre sicuramente al titolo
10 Dicembre 2009