Il nuovo film di Paul Thomas Anderson, premiato a Venezia e incensato dalla critica, è una storia sui giochi di potere e le insicurezze psicologiche. Sulla sua ribalta si confrontano Philip Seymour Hoffmann e Jacquin Phoenix, attori di prima grandezza che non riescono a nascondere le lacune di un'opera debole
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Dopo aver visto durante le vacanze due film diversamente dignitosi o più che dignitosi (La regola del silenzio di Robert Redford e La miglior offerta di Giuseppe Tornatore) ma entrambi annacquati dal bisogno di inserire una trama a tutti costi che fa da comune debolezza, ecco l'interessante caso di The master, con cui inauguriamo l'anno nuovo. Caso interessante perché pluriosannato, eppure con parecchi difetti: lungo, noioso, tetro, a tratti decisamente sgradevole, nonché nettamente in contrasto con i primi due di cui abbiamo parlato. Qui infatti la trama non
Tra i titoli più attesi della mostra di Venezia, in uscita a gennaio nelle nostre sale, l'ultimo lavoro di Paul Thomas Anderson non è solo "il film su Scientology" come è stato presentato. E' la storia di un rapporto di dipendenza tra due uomini, un guru e un reduce della Seconda Guerra Mondiale, interpretati da una straordinaria coppia di attori
di Giovanni Desideri
The Master di Paul Thomas Anderson è uno dei film più attesi della stagione cinematografica; l’anteprima è andata in scena la scorsa settimana alla Mostra del Cinema di Venezia. Non nuova la storia raccontata: i traumi psicologici di un reduce di guerra (il secondo conflitto mondiale, non il solito Vietnam), possibile metafora del disagio della civiltà vissuto da chiunque e affrontato mediante un percorso di analisi. Diciamo subito che tra le più vistose qualità del film ci sono le prove eccellenti offerte dai due protagonisti: in ordine d