Come i suoi colleghi del movimento YBA (Young British Artists), l'artista inglese gioca a scandalizzare con immagini forti: una donna focomelica incinta, sfondi di carne cruda, un autoritratto di sangue (tutti inni all'esistenza, dice lui). Come provocazioni hanno fatto il loro tempo, ma nella cornice lagunare trovano una collocazione originale, e in certi casi un nuovo senso
di Chiara Di Stefano
Anche i turisti mordi e fuggi si saranno accorti che da qualche mese campeggia, al centro del bacino di San Marco, proprio di fronte alla bellissima Isola di San Giorgio Maggiore, un’enorme installazione. Si tratta di Breath, riedizione gonfiabile della scultura Alison Lapper Pregnant (2005) dell’artista inglese Marc Quinn. L’opera - che ritrae l’artista focomelica Alison Lapper all’ottavo mese di gravidanza - come sempre, da quando ha occupato per la prima volta il quarto plinto di Trafalgar Square, ha suscitato una pletora di polemiche che hanno strumentalmente
Il più quotato fra gli artisti viventi approda in Laguna per l'esposizione Death in Venice: sono presenti all'appello crocifissi, tele gotiche, teschi indiamantati e ogni possibile variazione sul tema del memento mori. Quel che manca, forse, è un po' di novità
di Chiara Di Stefano
Damien Hirst, l’artista vivente più caro del mondo, è esploso negli Anni Novanta al seguito degli Young British Artists e del gallerista Charles Saachi ed è celebre per la sua controversa interpretazione del sempiterno tema del memento mori. Hirst ci ha abituati allo scandalo con i suoi animali conservati in formaldeide e con l’utilizzo di scheletri (Where Are We Going? 2000-2004) e infine con teschi umani tempestati di diamanti: For the Love of God, 2007 è stata l’opera più costosa di sempre messa all’asta e andata deserta cos