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MUSICA CLASSICA

Gidon Kremer, violinista vivo

Ha compiuto da poco sessantacinque anni, e nonostante un compositore contemporaneo abbia scritto per lui un pezzo chiamato Lasciatemi morire, il più noto suonatore di violino del mondo non ne ha nessuna intenzione. Come dimostrane le sue esibizioni dal vivo, in questi giorni in Italia: da non perdere


di Giovanni Desideri


Lo scorso 27 febbraio Gidon Kremer, «principe dei violinisti», ha compiuto 65 anni; nel corso del tempo molti compositori hanno scritto brani per lui, da ultimo il serbo Stevan Kovacs Tickmayer, classe 1963, il cui «regalo di compleanno» - non sappiamo con quanta ironia – è stato un Trio con echi da Monteverdi “Lasciatemi morire”. Brano eseguito in apertura del concerto tenuto giovedì 29 novembre nella sala della Provincia di Teramo, insieme alla pianista georgiana Khatia Buniatishvili e alla violoncellista lituana Giedre Dirvanauskaite.
 

Nonostante gli echi della celebre aria monteverdiana, il brano di Tickmayer conosce rari momenti cantabili; indulge più sul versante dei colori, con passaggi rarefatti e brumosi, per una tecnica dell’arco impeccabile, come appunto quella di Kremer; mentre la pianista è sovente chiamata a suonare direttamente le corde del pianoforte, quasi fossero passaggi d’arpa, con effetto straniante.
 

Dopo la meritoria apertura alla musica d’oggi (frequente da parte di questo violinista dal repertorio sterminato), un brano poco frequentato come il Trio con pianoforte n. 1 op. 1 in fa diesis minore di César Franck (1822-1890), bella composizione in tre movimenti, con molti passaggi moderni sia ritmici che melodici; un po’ prolissa, ma caratterizzata da una fresca inventiva, priva di accenti romantici o tardi romantici, nonostante il periodo in cui visse il suo autore.
 

Dopo la pausa il celebre Trio op. 50 in la minore “Alla memoria di un grande artista” di Čajkovskij, pagina monumentale nella quale ha trovato conferma l’intesa tra i musicisti, che suonano insieme ormai da alcuni anni: tecnica infallibile, musicalità, dialogo tra le parti, dall’elegia iniziale alle straordinarie variazioni di questo brano. A tratti un po’ secco il suono del violoncello, rispetto al timbro rotondo del violino Nicola Amati del 1641 suonato da Kremer, e dello Steinway affidato alle dita della Buniatishvili.
 

Ma forse è necessario non dimenticare mai il fatto che l’intonazione degli strumenti ad arco è un’alchimia realizzata dal singolo musicista; se ci capita di ascoltare artisti meno abili, questo può essere molto utile per apprezzare quelli che invece non sembrano fare alcuna fatica rispetto ai passaggi più difficili, restituendo solo un discorso musicale: quel che il compositore voleva dire, quello che la sensibilità dei musicisti è in grado di restituire.



Tags: claudio monteverdi, concerto, Gidon Kremer, Giovanni Desideri, recensione, violino,
30 Novembre 2012

Oggetto recensito:

GIDON KREMER TRIO DAL VIVO

Il trio di Gidon Kremer: suona venerdì 30 novembre a Siena, il 1 dicembre a Treviso e il 2 a Venezia, poi appuntamenti all’estero. Info: www.gidonkremer.net

 
La stagione dei concerti di Teramo:
organizzata dalla Società dei Concerti “Primo Riccitelli” www.primoriccitelli.it

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