Tuona per qualche ora l’allarme sul web. È giallo e la fantasia corre alla ricerca di indizi, di tracce sulla Carta e il Territorio e, a chi ha...

di Emiliano Morreale
Oltre i confini della macchina da presa
Avvertenza ai lettori: quella che comincia oggi non è una rubrica di sport. Il “fuoricampo” del titolo è quello del cinema. È ciò che resta oltre i bordi dell’inquadratura quando si ritaglia e si inventa una porzione di mondo con la macchina da presa. Quello che, proprio perché non lo vediamo, nutre e forse dà senso al visibile. Fuor di metafora, quel che sfiora e supera i margini. I temi trascurati dai media, le prospettive eccentriche, gli spunti di riflessione più urgenti e vitali.
Eppure, anche la metafora sportiva va bene. Quando la palla va fuori campo, esce dal perimetro del campo da gioco, è perché c’è stato un eccesso. Un errore, ma talvolta anche una scelta deliberata, strategica. È allora che il gioco deve fermarsi, che si crea una pausa anche minima che permette di ripensare a quel che si sta facendo e a cosa c’è oltre la linea.
In questo blog si parlerà delle immagini del cinema per come stanno in rapporto con tutto il resto: con le arti, la cultura e la società. Il senso vorrebbe essere quello del superamento della cinefilia asfittica, quella che negli ultimi decenni ha prodotto le apologie del metacinema o il gusto nichilista del trash.
Si cercherà di essere curiosi e di andare il più possibile contromano, sconfinando continuamente in altri campi nella coscienza che il cinema è una maniera di aprirsi, non di chiudersi al mondo. È un punto di partenza, non di arrivo. E c’è sempre un fuori campo che si dovrebbe inseguire, anche tra le immagini.
E adesso, dopo questi preamboli, toccherà aspettare un’altra settimana per capire cosa intendo.
Per adesso, accenno solo a un evento recente che mi ha coinvolto direttamente. Come selezionatore del Torino Film Festival, insieme ad altri colleghi e sotto la guida appassionata e tenace di Gianni Amelio e di Emanuela Martini, abbiamo deciso di puntare per il concorso su due film italiani davvero ibridi e “fuoricampo”: La bocca del lupo di Pietro Marcello e Santina di Gioberto Pignatelli. Il primo ha vinto il festival, il secondo ha avuto una ottima accoglienza critica. Due film sperimentali, lontani dai modi consueti del cinema italiano, sospesi tra documentario e finzione, narrazione e poema visivo. Un piccolo assaggio del tipo di immagini delle quali si andrà in cerca nelle settimane che seguiranno.
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Inserito da Emiliano Morreale - 25 novembre, 2009 - 12:19
Commenti
Non vedo l'ora!
Non vedo l'ora!
Stiam qui in attesa! :-)
Stiam qui in attesa! :-)
Ciao Emiliano, benvenuo al
Ciao Emiliano, benvenuo al tuo "fuori campo". Al TTF, alla proiezione del "La bocca del lupo" è seguito un emozionato applauso da parte dei presenti in sala, i quali però erano abbastanza consapevoli di considerarsi dei privilegiati per aver avuto l'opportunità di aver visto un film come quello. Per fortuna non sarà così (W la BIM). Benissimo dunque se grazie al tuo blog riuscireno ad avere qualche informazione in più su quello di cui la grende distribuzione ci tiene in genere, come comuni spetttatori, colpevolmente all'oscuro
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