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di Lorenzo Monaco

I tristi scaffali della scienza


I libri di scienza non si vendono, recita un cupo refrain ripetuto con scossoni di capo nelle stanze delle case editrici. Di conseguenza, si riducono le superfici degli scaffali dedicati alla materia di Einstein e Newton. In una libreria ho visto la sezione Scienza accanto a Religioni, a pochi passi da Parapsicologia e Occulto. Inutile dire chi avesse più spazio.
 
Eppure i libri scientifici hanno cambiato la storia, dal Sidereus Nuncius di Galileo all'Origine delle specie di Darwin, passando per il De humani corporis fabrica di Vesalio, il primo libro che abbia gettato luce all'interno del corpo umano regalando illustrazioni e permettendo ai medici di immaginare. E la scienza dovrebbe interessare a chiunque viva nel mondo contemporaneo. La minaccia alle economie dell'euro si muove seguendo algoritmi matematici. Il nostro destino è regolato dalle scienza che sta alla base della produzione di cibo e dalla diffusione dell'acqua. Solo per fare qualche esempio. Insomma, la scienza permea la vita quotidiana più degli adolescenti di Moccia. Dovremmo rispecchiarci in essa e nei libri che la spiegano.
 
E invece nulla. La scienza manca della capacità di raccontare storie, ripetono nelle stanze delle case editrici. In molti ci stanno riflettendo. Con questo assillo, infatti, una moltitudine di science writer – ispirati da Primo Levi, chimico e scrittore - si è data appuntamento a Milano (all'Osservatorio astronomico di Brera) per intrecciare trame di racconti sull'ordito della scienza (qui il programma, l'ingresso è gradito e gratuito).
 
In realtà, quanto detto finora non corrisponde perfettamente al vero. I libri di divulgazione, infatti, vendono. Ho avuto un lungo colloquio con un editor specializzato. Che, dati alla mano, mi ha illustrato, tra gli orridi, anche i picchi del settore Scienza. Tutto sta nell'azzeccare le variabili giuste. Esiste infatti, un mercato florido. E' quello per i ragazzi. Gli adulti invece sono interessati alla cosmologia e ai libri di bioetica. Le possibilità di vendita aumentano poi se l'autore è straniero.
 
Allora alcuni consigli per i giovani autori di scienza. Primo: adottare un nome esotico (e magari altisonante). Secondo: usare storie semplici per spiegare il funzionamento dell'universo e le sue regole etiche. Attenzione però: lo sta già facendo il maggior bestseller della storia. La Bibbia. Uno scaffale più in là.


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Inserito da Lorenzo Monaco - 12 maggio, 2010 - 18:46


Commenti

È anche colpa della

6.03

È anche colpa della statistica: tramite ricerche di basso profilo ci si trova a leggere sui media notizie sempre contrastanti, vedi su ciò che fa bene o male mangiare. Ma quella non è scienza, anche se viene spacciata per tale. Quello che unisce scienza, religione e occulto è una cosa sola: la bramosia del potere. Quando c'è la ricerca, qualunque sia (anche quella di se stessi), per il gusto della semplice scoperta, senza la ricerca di un potere, allora è creativa e può anche seguire vie etiche. Vie che sono naturali come il buon senso, quest'ultimo mercanzia di un tempo che non c'è più e sostituito da concezioni alterate e senza valore. La riflessione si poteva sviluppare un po' di più.

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7.02

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