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di Simone Regazzoni

La parola alle donne


Analizzando la logica del linguaggio ingiurioso, la filosofa femminista Judith Butler ha mostrato tutti i limiti delle strategie di vittimizzazione usate dai soggetti che subiscono ingiurie. Per combattere il linguaggio ingiurioso è più efficace, secondo la Butler, mettere in atto una contro-appropriazione dell’insulto che abbia la forza di rispedirlo al mittente sotto forma differente, producendo così un rovesciamento degli effetti. Il che significa far sì che un termine possa superare la storia ingiuriosa che lo ha generato.
Ora, è di estremo interesse vedere come la strategia prospettata dalla Butler sia stata recentemente messa in atto da due note pornostar. In un’intervista rilasciata a Rolling Stone di ottobre, Sasha Grey, giovane diva del porno statunitense, ha dichiarato: “Voglio dire alle ragazze che il sesso è una cosa sana. Essere una puttana va benissimo. Non bisogna vergognarsi”. Sul Venerdì di Repubblica del 21 novembre, Ovidie Becht, regista e attrice porno che ha fatto della sua attività una forma di attivismo femminista, ha affermato: “Per secoli ci siamo vergognate di amare il sesso, riservato agli uomini, perché noi eravamo romantiche. Invece dobbiamo ribadire che abbiamo un immaginario sessuale ricco. Sì, in un certo senso siamo anche un po’ puttane, e non ce ne vergogniamo affatto”.

Ecco due modalità di riappropriazione dell’insulto sessista “puttana”. Ed ecco una strategia sideralmente distante da quella messa in atto da certo femminismo nostrano sempre pronto a giocare la carta della vittimizzazione. O dell’ingiuria. Le due cose, a quanto pare, non si escludono. Basti pensare all’uso del termine “puttana” fatto da Michela Marzano, filosofa femminista che in questi mesi si è battuta con articoli e appelli in difesa della dignità delle donne. In un libro contro la pornografia edito in Francia (Malaise dans la sexualité. Le piège de la pornographie, 2006), parlando delle donne che si “esaltano” davanti alla pornografia, Michela Marzano scrive: “Amano farsi trattare come oggetti sessuali, come delle ‘puttane’”. E’ la stessa ingiuria che il giovane compagno di Jenna Jameson rivolse alla futura star del porno quando scoprì che, a sua insaputa, aveva iniziato a lavorare nel mondo dell’hard.


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Inserito da Simone Regazzoni - 25 novembre, 2009 - 10:49


Commenti

Ho espressio il mio parere

1.08

Ho espressio il mio parere "rispondendo", o meglio "aggregandomi", a Sekhmet. Desidero soltanto poter dare anche un voto che rispecchi il mio gradimento dell'articolo, senza aggiungere altro.

Onestamente credo che con

1.08

Onestamente credo che con questo articolo non si sia voluto dimostrare ciò che la Butler ha detto nel suo libro; in effetti lei fa intendere che una parola ingiuriosa per essere realmente sconfitta può essere usata in contesti diversi, circolando in realtà socioculturali diverse, fino ad essere espropriata del proprio significato offensivo. Allora perché scegliere "puttana"? Essa è tuttora usata con connotati negativi, sempre. Le due donne scelte per dimostrare la teoria sono due prostitute, diciamo, e per loro il parlare così liberamente usando questa parola offensiva non implica l'averla privata del suo significato, significa solo che, per loro, c'è stata accettazione piena della loro condizione. E' un'accettazione dell'ingiuria, un dire "si, sono così e mi sta bene, dovrebbe star bene anche a voi" (tra l'altro facendo uno strano paragone tra avere una vita sessuale sana, da donna che sa cosa vuole, e fare la prostituta) Inoltre non capisco bene come si possa inserire, in tutto questo tentativo di dimostrazione, la frase "certo femminismo nostrano sempre pronto a giocare la carta della vittimizzazione. O dell’ingiuria." Ecco, cosa c'entra con tutto il resto? Ci sono donne che fanno un falso femminismo, è vero, ma a questo punto è un'offesa dire che le femministe nostrane si nascondono dietro il vittimismo o le cattive parole. E poi perché avere la possibilità di fare 3 esempi ben diversificati e focalizzarsi solo sui rapporti delle donne col sesso? Anzi, non con donne normali, con delle pornostar. Alla fine la Butler faceva un discorso generale, parlava di ingiurie contro il genere femminile, ma anche ingiurie di tipo razzista. Tutto questo mi fa pensare che più che spiegare il pensiero della Butler ci si nasconda dietro il suo pensiero (sicuramente molto più autorevole di colui che ha scritto questo articolo) per dimostare una teoria personale che non ha a che fare con la difesa del femminismo, tutt'altro.

Sono pienamente d'accordo con

Sono pienamente d'accordo con Sekhmet, che ha espresso in modo chiaro e netto la medesima impressione che questo articolo mi ha lasciato.

La teoria della Butler non viene spiegata, gli esempi non calzano e l'ultimo terzo sembra voler essere soltanto un accenno di filippica contro il femminismo in italia, o contro coloro che riescono ancora, fortunatamente, a provare un sano sentimento di repulsione verso comportamenti degradanti la dignità delle persone, e verso coloro che li giustificano, in quanto interessati unicamente al soddisfacimento del proprio piacere.

Pare chiaro anche a me che, sia la scelta del termine sul quale costruire l'esempio, sia l'aver citato due due pornostar, non siano state scelte casuali. L'impressione è che si voglia sostenere una tesi sulla sessualità femminile che sa di marcio maschilismo, e di incapacità di distinguere tra una sana sessualità e la prostituzione (perché l'essere un fenomeno diffuso e purtroppo sempre più spesso accettato, non lo rende certamente diverso da quello che è). Un gran numero di altri esempi sarebbero stati molto più calzanti e semplici da illustrare...

Purtroppo devo aggiungere che, non trattandosi di un intervento scritto su di un blog anonimo e privo di pretese, tutto ciò sa di mancanza di professionalità.

L'idea che rimane sia dell'autore che dell'articolo, non è positiva.

il voto è per michela

1.08

il voto è per michela marzano, filosofa da quattro soldi

è anche il voto perfetto per

è anche il voto perfetto per te: preferisci fare comunella con chi ha scritto l'articolo piuttosto che dare un giudizio personale. Ma certamente sarai un grande filosofo per poter giudicare una tua collega dallo scranno, certamente non degna di questo nome. Non voglio prendere le parti della Marzano. Mi danno solo fastidio i coniglietti. Venendo al punto: "La parola alle donne"??? E due donne farebbero testo? per di più che si sono scelte il mestiere di puttana. Condivido il discorso, è anche interessante, ma leggendo bene queste "parole" delle donne: perchè amare il sesso=puttana?Perchè avere un immaginario sessuale ricco=puttana? Semplicemente, donna a cui piace fare del sesso, e che ha dei desideri sessuali: donna sana e presente a se stessa e al proprio corpo. La Marzano non sbaglia quando associa il termine "puttana" ad "oggetto sessuale": è così che vive nell'immaginario comune. Il problema, semmai, potrebbe essere il suo tono incredulo e semi-indignato rispetto al fatto che a molte donne non dispiaccia sfruttare il fatto di essere un oggetto sessuale guadagnandoci sopra.

davvero molto interessante!

davvero molto interessante!

Bellissimo!

9

Bellissimo!

Wow!

7.02

Wow!

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