In Mi Riconosci, Andrea Bajani dà l'addio allo scomparso autore di Sostiene Pereira: amico, maestro e padre putativo. Un omaggio da scrittore a scrittore diviene insieme un ricordo, un ritratto e una confessione
di Giuseppe Grattacaso
La scrittura è tra gli strumenti privilegiati per attraversare il dolore. E' a volte terapia, più spesso percorso di analisi e di conoscenza per ricordarci quello che siamo nella nostra finitezza. E' attraverso la scrittura che siamo in grado di parlare della nostra fragilità, di fare i conti con essa, di guardarla negli occhi invece di evitarla. Il dolore è una materia difficile: le parole si intimoriscono, vorrebbero fuggire, ma sanno che il loro compito è quello di affondare in questo tratto di umanità che ci appartiene e segna nel profondo
Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa di nuovo assieme sul palcoscenico, sotto la direzione di Alfonso Santagata, questa volta per dare voce (e musica) a un testo di Andrea Bajani. Il protagonista di 18.000 giorni - il pitone è un uomo inghiottito e risputato fuori dall'ufficio all'età di cinquant'anni
di Nicola Arrigoni
18mila giorni - il pitone di Andrea Bajani, il racconto dolente di un cinquantenne che ha perso il lavoro e la sua stessa identità, dove i 18mila giorni del titolo corrispondono proprio all’età anagrafica del protagonista: quei 50 anni che possono segnare un confine, anche un punto di non ritorno se qualcosa si rompe, se il lavoro ti rifiuta. Di questo narra lo spettacolo, del dramma esistenziale di un uomo che ha perso il lavoro e con esso la vita. La moglie Tea e il figlio Tommaso l’hanno lasciato in una casa vuota con un grande mucchio di vestiti, una
Dopo la scomparsa del nonno, ex-soldato nella campagna di Russia, Pietro parte per un viaggio fino alle rive del Don. L'autore di Cordiali saluti e Se consideri le colpe torna con un romanzo riflessivo e silenzioso, che conferma il suo talento
di Giovanni Zagni