• Seguici su:
TEATRO

Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa di nuovo assieme sul palcoscenico, sotto la direzione di Alfonso Santagata, questa volta per dare voce (e musica) a un testo di Andrea Bajani. Il protagonista di 18.000 giorni - il pitone è un uomo inghiottito e risputato fuori dall'ufficio all'età di cinquant'anni


di Nicola Arrigoni

18mila giorni - il pitone di Andrea Bajani, il racconto dolente di un cinquantenne che ha perso il lavoro e la sua stessa identità, dove i 18mila giorni del titolo corrispondono proprio all’età anagrafica del protagonista: quei 50 anni che possono segnare un confine, anche un punto di non ritorno se qualcosa si rompe, se il lavoro ti rifiuta.   Di questo narra lo spettacolo, del dramma esistenziale di un uomo che ha perso il lavoro e con esso la vita. La moglie Tea e il figlio Tommaso l’hanno lasciato in una casa vuota con un grande mucchio di vestiti, una
12 Marzo 2012

TEATRO

Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa danno voce un vecchio e sempre sottovalutato componimento di Giovanni Pascoli sull'immigrazione italiana in America. Buone le prestazioni di entrambi, ma non sempre l'attualità di quei versi si presta ai toni grandattoriali o all'accompagnamento delle canzoni 


di Igor Vazzaz

Prendiamo due artisti, un cantante e un attore, professionisti seri, apprezzati e apprezzabili, che uniscono favore di critica e celebrità, pur restando di nicchia, il che, se non garantisce introiti massicci, contribuisce non poco in termini di charme. Prendiamo uno dei nostri maggiori poeti, d’indubitabile statura artistica, benché non sempre, nella vulgata scolastica, gli si riconoscano i giusti meriti quanto a innovazione, preferendogli il pavone coevo (da non sprezzare come fatto dalla critica postbellica, non senza colpe) o i casinisti d’avanguardia manifestatis
01 Marzo 2012

FILM

venezia.GIFCarlo Mazzacurati racconta la via crucis di un regista che, dopo una lunga crisi creativa, si ritrova in un piccolo comune toscano a dirigere un'improbabile rappresentazione del Venerdì Santo. Presentato all'ultima mostra di Venezia e da oggi in sala, è un film che si regge in gradevole equilibrio fra comicità televisiva ed echi di commedia all'italiana


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Dal greco pathos (nel senso di sofferenza), di "passioni" Carlo Mazzacurati ne mette in scena  due: quella del venerdì santo di Cristo, vecchia di 2000 anni, e quella del regista Gianni Dubois (Silvio Orlando) che da 50 lo condanna ad essere una promessa del cinema italiano dal futuro sbilenco. Siamo dunque nel filone comico/drammatico di paese, non lontano dall'ispirazione de La lingua del santo e in contrapposizione all'altra vena di elezione del regista, quella più intimista, padana e nebbiosa di Notte italiana o La giusta distanza.   I
07 Settembre 2010

TEATRO

Giuseppe Battiston si trasforma nel grande cineasta: la somiglianza è impressionante e la sua presenza scenica eccezionale


di Anna Colafiglio

L’audace è arrivato. Si può urlare al sacrilegio o brindare al coraggio: Giuseppe Battiston ha scelto di vedersela nientemeno che con lo spirito eccessivo e smisurato del grande Orson Welles. All’attivo ha un Premio Hystrio, un Premio Ubu, un Premio Olimpico del Teatro e una notevole somiglianza fisica con il celeberrimo cineasta.    Diretto da Michele De Vita Conti, Battiston sembra aver trovato nella figura di Orson Welles un autentico alter ego: sigaro in bocca, accappatoio bianco e accento americano, si getta in pasto al pubblico con vaga indolenza mette
23 Marzo 2010