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FILM

L'aspirante attore Pietro vive in una casa dove una defunta compagnia degli anni '40 si dà appuntamento per provare. In Magnifica presenza Ozpetek parla di solitudine e di moltitudine, e dipinge il ritratto di un uomo solo circondato dai suoi fantasmi. Niente di paranormale, tutto molto umano


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Fingere vuol dire etimologicamente foggiare, nel senso primo di toccare, palpare; poi, per traslato, plasmare, rappresentare qualche cosa sotto una forma: da cui, per successiva metafora, anche il concetto di immaginare, di simulare. In Magnifica presenza il regista Ozpetek sembra voler declinare tutte le potenzialità significanti del verbo, riuscendo con mano affettuosa a modellare un racconto in grado di temperare il tragico con il bonario, il dolente con l’ironico, la contemporaneità quotidiana con la Storia. Usa garbatamente quell’afflato espansivo che trascorre i
19 Marzo 2012

FILM

Nella grigia periferia catanese, la tredicenne Manuela comincia a raccontare di aver parlato con una statua della madonna, diventando subito un'attrattiva locale. Con i suoi toni surreali e grotteschi la nuova storia di Roberta Torre, regista di Tano da morire e Mare Nero, fa felice eccezione alla nostra media cinematografica


di Andrea B. Previtera

Un popolo di santi. Ne diceva di scempiaggini il nostro pettoruto Benito, ma questa parrebbe averla involontariamente azzeccata. Quante, in Italia, le lacrime di sangue, le stimmate e le visioni, gli olezzi di rosa e gli scarichi rotti dell'inquilino del piano di sopra che si fanno mistica umidità di volto barbuto sul soffitto. Quella raccontata da Roberta Torre (Tano da morire, Mare Nero) è la storia di una santa in più. Santa per burla, poi per scelta, per noia. Santa perché tutto sommato è più facile trovare un posto da Santa che da cassiera all'Ipe
02 Maggio 2011