• Seguici su:
FILM

Sceglie la forma realistico-documentaristica Daniele Vicari per raccontare ciò che accadde ormai dieci anni fa, tra la scuola e la caserma Bolzaneto, ai manifestanti scesi in piazza a Genova. Un film crudo e forse perfettibile per una testimonianza civile fondamentale


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Si era a metà dell’estate, undici anni fa. Gli amici genovesi telefonavano in continuazione per aggiornarci: prima preoccupati, poi sdegnati, infine orripilati. Carlo Giuliani era già morto davanti alla chiesa del Rimedio in quella Piazza Alimonda in seguito cantata da Guccini, e i tafferugli continuavano in una delle città logisticamente meno adatte ad ospitare un G8 preannunciato come altamente problematico. Per fortuna Silvio Berlusconi (nel personale sopralluogo di due settimane prima) ne aveva compreso la complessità, disponendo il colore degli addobbi e
17 Aprile 2012

FILM

L'aspirante attore Pietro vive in una casa dove una defunta compagnia degli anni '40 si dà appuntamento per provare. In Magnifica presenza Ozpetek parla di solitudine e di moltitudine, e dipinge il ritratto di un uomo solo circondato dai suoi fantasmi. Niente di paranormale, tutto molto umano


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Fingere vuol dire etimologicamente foggiare, nel senso primo di toccare, palpare; poi, per traslato, plasmare, rappresentare qualche cosa sotto una forma: da cui, per successiva metafora, anche il concetto di immaginare, di simulare. In Magnifica presenza il regista Ozpetek sembra voler declinare tutte le potenzialità significanti del verbo, riuscendo con mano affettuosa a modellare un racconto in grado di temperare il tragico con il bonario, il dolente con l’ironico, la contemporaneità quotidiana con la Storia. Usa garbatamente quell’afflato espansivo che trascorre i
19 Marzo 2012

TEATRO

Un nerd fastidioso e supponente che racconta una vita mai vissuta. Così Elio Germano, contemporaneamente nei panni del regista e dell'attore, racconta il personaggio del monologo di Will Eno. E l'effetto sullo spettatore riesce sorprendentemente "vitale"...


di Nicola Arrigoni

Ha una faccia che tira gli schiaffi, la supponenza di certi trentenni che sembrano sapere tutto ma alla fine si nascondono semplicemente dietro le parole per non svelare la loro debolezza. Questo è Thom Pain o forse è Elio Germano, completo nero, occhiali da intellettuale un po’ nerd, improbabile acconciatura da bravo ragazzo. Una sedia, e nient’altro se non il racconto di qualcosa che accade, o meglio sarebbe dire non accade, qualcosa che potrebbe essere stato, un amore più sognato che reale, i sogni di un bambino che voleva essere Tex Willer, il vomitare conv
17 Gennaio 2012

FILM

Nonostante l'ottima prova di Elio Germano, premiato come miglior attore a Cannes, La nostra vita di Daniele Luchetti conferma l'incapacità del cinema italiano di raccontare gli scenari del nuovo proletariato. L'abbiamo visto in anteprima al Festival


di Simone Dotto

Da qualcosa come quindici o vent’anni, il cosiddetto cinema italiano medio si trova dietro il banco degli imputati, sempre con i soliti capi d’accusa. Gli si rimprovera, in breve, una sostanziale incapacità di uscire dalle note cornici narrative, per le quali l’ottanta per cento delle storie ha immancabilmente luogo in un qualche loft della Roma bene. Ogni anno, sui nostri schermi, decine di liberi professionisti della medio-alta borghesia si aggirano in preda a generiche angosce esistenziali, tra non meno generiche ambientazioni di fondo e arredi che sembrano presi di
24 Maggio 2010