A due passi dal Mar Morto, tra Gerusalemme e Gaza, la riserva naturale di Ein Gedi accoglie i suoi visitatori in uno spartano hotel-kibbutz. Le comodità garantite dalla Spa sono poche ed essenziali, ma sole, mare e fango possono diventare degli insostituibili comfort naturali
di Antonella Giani
Mi si domanda se l’hotel-kibbutz israeliano di Ein Gedi sia da ascrivere alla categoria dei Centri benessere o agli Extra. Tentiamo di inserirlo nella prima, per quanto vada rammentato che si sta visitando una lingua di mondo fuori dall’ordinario, santa e dannata, a poco più di un’ora di macchina da Gerusalemme e a poco meno di uno spavento da Gaza.
Cuore salato di queste terre di contrasti, il Mar Morto custodisce nel tratto centrale della sua costa arida la rigogliosissima riserva naturale di Ein Gedi, all’interno della quale il Kibbutz è, con un ostello e un campeggio, l’unica soluzione alberghiera disponibile. Non si tratta perciò solo di un centro, ma di un’intera zona benessere. Estesa per 25 kmq, la riserva è infatti una vera oasi di piacere tropicale, percorsa tutto l’anno da quattro generose sorgenti: David, Arugot, Shulamit e Gedi, che garantiscono l’esuberanza di piante anche rare e maestose, nonché di uccelli, rettili e animali di più specie. Si vocifera dell’eccezionale presenza di leopardi, rarità a quattro zampe assai timida da scovare, anche volendosi avventurare in camminate di ore o forse giorni (a discapito di riposo e relax). Ma così la categoria della recensione diventerebbe Trekking, e non fa certo al caso nostro.
L’Ein Gedi Kibbutz Resort è un discreto ed economico alloggiamento a 3 stelle, con stanze che sono cubi in sequenza alveare, nel pieno spirito egualitaristico e comunitario del kibbutz che qui era attivo fino a non molti anni fa. Verve confermata dallo stile mensa del punto ristoro e da una clientela spartana - quando non tipicamente ortodossa, ovviamente. E arriviamo al punto saliente di questa recensione: la S.p.a. Il centro termale e la spiaggia convenzionati con l’albergo, situati sul pendio che scende al Mar Morto, si raggiungono in 5 minuti di bus, mezzo di trasporto che vorrebbe essere una navetta ma in realtà non è che un comodo pullman di linea che fa sosta in hotel.
Se siete tipi da intuire che dietro la dicitura esse.pi.a. si possano celare agi da idromassaggio e lussi mosaicati, lasciate perdere. Le nostre terme di Vinadio, in confronto, sono un centro benessere a 6 stelle. Quali servizi upper class dell’Ein Gedi Spa vanno considerati: un asciugamano, la chiavetta di un armadietto, l’uso delle docce comuni. Si sconsiglia l’utilizzo delle piscine termominerali coperte, quattro pozze d’acqua marrone poco confortevoli, diciamolo. E i trattamenti di bellezza, oltre ad essere particolarmente costosi se raffrontati al resto e al contesto, lasciano delusi per locazione e capacità del personale: non cogliete pertanto nemmeno quest’occasione, non ne vale la pena.
In questo posto, il benessere va ricercato altrove. Un curioso trenino trainato da un trattore porta alle due postazioni top, rigorosamente in esterno: l’area fanghi con docce sulfuree e il tratto di mare attrezzato. Il fai da te, qui, è la miglior soluzione. Da un cassone comune è possibile servirsi a grandi manate di fango con cui imbrattarsi a piacimento. Come branchi d’elefanti, i ludici umani così impiastricciati restano al sole a seccarsi in questa seconda pelle di melma grigia per poi godere del risciacquo balsamico della doccia termale e dell’effetto vellutato raggiunto. Ottimo anche per i dolori articolari, questo tipo di trattamento non lascia dubbi. Ma eccolo il re della nostra zona benessere, il Dead Sea: il piccolo abbozzo d’arenile privato, duro di sale e tutt’altro che sabbioso, offre sedie di plastica, docce d’acqua dolce e capanni d’ombra. Mare, aria e sole sono i veri comfort da sfruttare, un’insieme di condizioni che ha del prodigioso: lo sapeva e professava addirittura Mosè.
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Ein Gedi Country Hotel, Israele
Su internet: www.ein-gedi.co.il
E- mail: info.resort@ein-gedi.co.il
Per informazioni turistiche: Ein Gedi Tourism, tel. 972-8-6594221, fax. 972-8-6584328; M.P.Dead Sea, eg@ein-gedi.org.il
Commenti
Sono profondamente
Sono profondamente dispiaciuta nel leggere una recensione del genere. Dispiaciuta per chi l'ha scritta e per la redazione che l'ha approvata. Ancora di più lo sono alla vigilia del 30 MARZO, GIORNATA MONDIALE del BDS (BOICOTTAGGIO, DISINVESTIMENTI, SANZIONI) CONTRO ISRAELE. Chi scrive e chi approva sa di cosa si macchia quello Stato? Conosce l'operazione "Piombo fuso"? L'uso dell'uranio impoverito sui civili inermi, conosce la segregazione, l'apartheid cui sono sottoposti gli abitanti della prigione a cielo aperto di Gaza? E promuovere un centro benessere vi sembra una buona idea? Centro che sfrutta risorse naturali che sono diventate il privilegio di pochi sulla pelle di innocenti e profughi disperati. "A poco meno di uno spavento da Gaza" è la frase che misura l'insensibilità e la non conoscenza di chi ha scritto questo pezzo. La popolazione palestinese ha bisogno dell'aiuto di tutti noi e il metodo più efficace è il boicottaggio dei prodotti e delle attività economiche dello Stato di Israele, non certo della pubblicità di un centro benessere che è un vero e proprio schiaffo a tutti i centri malessere che ormai sono i territori palestinesi. Ma chissà per quanto ancora lo saranno, visto che Israele ha deciso di espandersi ancora con 1600 insediamenti nella Gerusalemme Est, ovvero la Gerusalemme musulmana palestinese. Ero una vostra sostenitrice, ma non sento più di poter appoggiare una testata che si rende partecipe di una delle situazioni più gravi e scandalose che affliggono il medioriente. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa il prof. D'Orsi che so essere un vostro collaboratore ma anche un antisionista. Palestina libera, Gaza libera! Boicotta Israele
Il prof. D'Orsi pensa
Il prof. D'Orsi pensa piuttosto male di questa improvvida recensione, che, nella sua ingenuità (e, conoscendo l'autrice, di ingenuità pensa trattarsi), dimentica, descrivendo questo piccolo e pur sobrio paradiso termale, l'inferno in cui esso si colloca. Un inferno in cui la divisione è nettissima: oppressi e oppressori, vittime e carnefici, occupanti e occupati. Dunque non condivide né la scelta di recensire un sito turistico israeliano, né di parlarne prescindendo dal contesto del quale è parte integrante. Peccato.
Ho peccato di ingenuità e
Ho peccato di ingenuità e leggerezza. Mi scuso con parole di Gaber, Signor G dalla parte di chi? Questo pacco di coscienza com'è ingombrante, c'è proprio tutto dalla logica alla scienza da Marcuse fino a Dante c'è anche Fellini, com'è pesante… no, no, no. Hop, hop, hop com’è misteriosa la leggerezza hop, hop, hop è una strana cosa, è una carezza che non vuoi hop, hop, hop butta via il dolore, la pesantezza hop, hop, hop cerca di inventare la tua leggerezza e volerai.