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ARTE

Il meglio del 2013: le mostre
Stanchi delle classifiche di fine anno? Non ne potete più dei siti che vi propinano le migliori opere del 2012? Giudizio Universale guarda avanti: in esclusiva per voi ecco le migliori opere dell'anno prossimo! Capolavori che non sono stati esposti, e che non lo saranno mai: li hanno immaginati i nostri recensori di fiducia. Perché il meglio, come sempre, deve ancora venire
 

di Mirko Nottoli, Riccardo Bonini, Anna Colafiglio

 


MOSTRA
Esposizione Internazionale d'Arte, varie sedi
, Venezia
Massimiliano Gioni realizza finalmente una Biennale come si deve. Innanzitutto riduce lo spazio per sé ai soli giardini lasciando il resto alle singole realtà nazionali. E nel padiglione centrale allestisce una mostra che non è il solito guazzabuglio di opere tutte diverse e quindi tutte uguali (Fare Mondi, IllumiNazioni) ma è finalmente una mostra in cui il progetto curatoriale appare evidente, improntato al tentativo di tracciare un reale identikit della situazione odierna, attraverso alcuni nomi appositamente selezionati il cui peso incide concretamente nella società contemporanea, e non solo nei valori di mercato delle aste internazionali. Sono nomi che non provengono solo dal mondo dell’arte tout court ma anche dalla pubblicità, dal design, dalla comunicazione, dal cinema, dall’animazione e dall’illustrazione. Per l’Italia un omaggio ad un pioniere della contaminazione dei linguaggi, Giuseppe Chiari; mentre il Leone d’oro alla carriera va ad un grande maestro della sperimentazione, oggi semidimenticato: Mario Nanni.
(Mirko Nottoli)
 
GALLERIE IN RETE

Teared apart, autori vari, spazi vari, Europa

L'idea è più che altro un tentativo: sopravvivere. Crisi e fine del mondo permettendo. Teared apart nasce prima di tutto come rete: una connessione tra alcuni dei più significativi spazi di produzione artistica dell'Europa meridionale. Per l'Italia, come in una spina dorsale ideale, trovano posto due basi da nord a sud: Cripta747 a Torino e Bocs a Catania. Ma il focus interessa realtà variegate, dal Portogallo all'Albania, fino alla Grecia.
Bastiaan Arler, artista olandese residente in Italia, segue ad esempio il movimento impazzito di una serie di unità (umane) tracciando linee del tutto irregolari sulla superficie di un planisfero immaginario, fino alla costruzione di gigantesche spirali colorate innestate su lucidi sovrapposti. L'intenzione è quella di offrire una visione stratificata e casuale del movimento verso una prospettiva, o per lo meno verso la sua immagine.
Ogni spazio chiamato ad intervenire presenta il lavoro di un artista a partire da una traccia, un frammento di un passato rimpianto, ma evidentemente sbagliato, se ci ha portato fin qui. Con l'invito a domandarsi fino a che punto sia lecita la nostalgia come sentimento conservativo, soprattutto nel caso di un continente (quello europeo) che ha fatto della Storia il suo humus intellettuale imprescindibile.

(Riccardi Bonini)
 
INSTALLAZIONE
Christo, Goliah, Piazza della Signoria, Firenze

Lo si scorge da lontano, trasfigurato, nuovo, incredibilmente essenziale. Ha una forma familiare e la sua collocazione, poi, non lascia dubbi. Stamattina, Firenze e la sua Piazza della Signoria si sono destate con un pezzettino in meno, o forse con tante prospettive in più: il David di Michelangelo, celeberrimo emblema del tripudio rinascimentale e della nuova estetica quattrocentesca, si è risvegliato imballato in una nuova creazione targata Christo.
A quasi quattro anni dalla morte di Jeanne-Claude, compagna d'arte e di vita, Christo è tornato sulle scene con un progetto fortemente "in scala" rispetto ai suoi canoni: abbandonando momentaneamente la lavorazione dei mastodontici Over the River (Arkansas River, Colorado) e The Mastaba (Abu Dhabi), l'artista ha reso omaggio all'Italia donandole un'opera temporanea non priva di implicazioni. Christo, dal canto suo, non si dilunga sui suoi progetti, che definisce "totalmente inutili e irresponsabili, un grido di libertà artistica"; ma, inutile dirlo, la caccia al concettualismo fantasioso è già aperta. Quel che è certo è che l'artista ci ha restituito un ambiente alterato e destabilizzante, privo del suo "marchio" principale, trascinato di peso sotto i riflettori di un'accesa diatriba tra passato e presente, tra musealizzazione e scambio dialettico e vivo.
Occultamento per alcuni, rivitalizzazione per altri: il wrapping di Christo possiede, in ogni caso, la dirompenza propria di un atto radicale. Inutile, tuttavia, cercarne una definizione: l'artista saggiamente insegna che "labels are important, but mostly for bottles of wine".
(Anna Colafiglio)


Tags: Anna Colafiglio, immaginari, Mirko Nottoli, recensioni, Riccardo Bonini,
20 Dicembre 2012

Oggetto recensito:

IL MEGLIO DEL 2013

LIBRI (di Giuseppe De Marco, Giuseppe Grattacaso, Stefano Nicosia, Dario De Marco)
ARTE (di Mirko Nottoli, Riccardo Bonini, Anna Colafiglio)
FILM (di Marinella Doriguzzi Bozzo, Dario De Marco, Simone Dotto)
TEATRO (di Giulia Stok, Nicola Arrigoni, Igor Vazzaz)
MUSICA (di Federico Capitoni, Simone Dotto, Marco Buttafuoco, Dario De Marco, Giovanni Desideri)

giudizio:



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