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ritratto di Gioia Gottini
di Gioia Gottini

La lobby rosa


Sì già immagino le obiezioni: mancava solo questa. Però. Tra le varie consorterie che affliggono lo stivale, gruppuscoli di pressione, caimani finanziari, lestofanti gelatinosi eccetera, quello che servirebbe è un po’ di sano spirito di corpo al femminile. Inutile fare affidamento sulla politica, che è quella che è anche perché ci sono poche donne, defilate oppure semplicemente depilate, a volte basta quello per agguantare un posto. Partiamo dal basso, dai rapporti umani più prossimi, dalle donne con cui abbiamo a che fare ogni giorno, di persona oppure a distanza: la cassiera, l’autista di autobus, l’insegnante di danza, la dentista, l’impiegata di banca, la musicista, la scrittrice, la commercialista, la ristoratrice, la venditrice di rose, la tassista.
 
Allora ammesso che in una giornata tipo dobbiate avere a che fare con circa una decina di persone sconosciute o comunque non vincolanti nella vostra vita, quante volte vi affidate consapevolmente a una donna per sostenere il suo ruolo e la sua professionalità? Quante volte davanti a una scelta che dovete basare solo su un nome o un volto - a parità di prestazioni e ruolo - trasformate quella scelta in un impegno di genere e in un atto politico privilegiando senza ripensamenti una donna? A volte la scelta è obbligata (esistono professioni a netta presenza femminile e non sono le più pagate, ahimé), in altri casi la presenza femminile è scarsa e timida, ma in ogni caso vale la pena di lanciare il messaggio: qui si fa cordata, ci si sostiene a vicenda, o così o si rimane nelle retrovie. Quelle silenziose, dove succede poco e si raccolgono i feriti.
 
E’ un esercizio che solo con il tempo diventa naturale: fino a quel momento, conviene invece sforzarsi di fare scelte controcorrente, di individuare e premiare l’elemento femminile, di riconoscerne il valore, di costruirsi un pantheon di modelli femminili da additare alle future generazioni (di bambine, e di bambini), di non lesinare sostegno e comprensione a ogni donna che tra mille sforzi cerca di realizzare il suo progetto di parità e indipendenza. E sì, anche di fare gruppo sul lavoro (passando sopra alle antipatie personali e concentrando gli sforzi sul nemico comune: la scarsa flessibilità e tutela del lavoro femminile), di usare la propria posizione per aiutare e inserire le nuove leve, di sperimentare quello che all’estero si chiama women mentoring (date un’occhiata qui)
 
Con un occhio a un futuro remoto in cui la questione di genere non si porrà più perché superflua, assorbita da un pari accesso alle posizioni che contano, e uno al futuro più prossimo delle elezioni regionali: hai già scelto quale donna vuoi sostenere con il tuo voto? Vale la pena ricordare che in Campania è possibile esprimere una doppia preferenza di candidati solo ed esclusivamente se uno dei due è una donna. Vediamo di approfittarne.


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Inserito da Gioia Gottini - 24 febbraio, 2010 - 12:36


Commenti

Molto interessante...fino ad

1.08

Molto interessante...fino ad un certo punto. Avevo anche deciso di condividerlo.... quando ho notato che l'articolo si perde alla fine...sostenendo la "porcata" delle quote rose... e l'assurdità di un legge elettorale che dà alle donne il voto di "scarto" e non perché siano brave (non sia mai...!) ma semplicemente perché appartenenti al sesso femminile.... Come una specie protetta, un panda o l'uccello azzurro. Io voto "rosa" perché non posso non votare "rosa" (che brutto colore messo così...) e non perché la tipa che sto votando merita come tale. Stando all'autrice, io dovrei sostenere le donne avallando un sistema lettorale che di fatto le esclude.Così facendo consolido di fatto quel sistema partircale che lei critica per buona parte dell'articolo. Lo consolido per di più senza esserne consapevole, anzi credendo di fare del bene. Di mostrare solidarietà, o pietà ?, femminile...Ancora peggio... Trovo questo decisamente contraddittorio. Con l'ultima affermazione, l'autrice è stata capace di ribaltare tutto quello che aveva scritto prima...

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