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di Gian Luca Favetto

Parole


A proposito dei nostri tempi, del parlarsi addosso e l’un contro l’altro, degli schieramenti armati di verità.
Tutti usano le parole. Loro sono lì, aspettano, e tu le scegli. Pronunciandole, le chiami in campo, le metti in azione. Dovresti farlo con cura, con attenzione, perché dirle e scriverle ha la sua importanza. A volte – non è così raro - le parole, dopo che tu le hai usate, usano te. Facendolo, ti snudano, ti sbugiardano, minano il piccolo piedistallo che ti sei costruito.
Pensavo a questo, considerando l’abuso, lo strabuso che delle parole si fa, e come esse si vendichino seppellendoti sotto una coltre di chiacchiere, girando a vuoto, perdendo senso e direzione, facendolo perdere a te. Chi con le parole, la memoria, la ragione e i sentimenti lavora, chi ne ha a cuore le sorti, deve essere preciso. Deve usare parole precise. Deve incarnare le parole che dice. La precisione appartiene all’onestà.
Accade spesso, invece, che si usino parole per non dire ciò che esse dicono, ma per rinviare ad altro, sviare, evocare un pregiudizio, confermare comode opinioni consolidate. Luoghi comuni e slogan sono preferiti al dubbio e alla messa in discussione. Bisogna portare il dialogo là dove bivacca il monologo.
Il tuo primo compito non è risolvere all’impronta i problemi, ma abitarli e condividerli. Il primo compito è l’ascolto. Nell’ascolto cominciano la condivisione e le soluzioni. Il tuo compito non è la risposta, è ancora la domanda. Si arriva alla risposta insieme, stando nelle parole che si dicono, scegliendole con lealtà. Le parole sono leali. Le parole hanno le ali, volano. Sei tu che le zavorri, usandole come strilli di giornale, urli di propaganda, bavagli. Impedisci loro di raccontare. Di essere.


8.01
Media: 8 (5 voti)

Inserito da Gian Luca Favetto - 25 marzo, 2010 - 11:34


Commenti

Interessante il binomio

Interessante il binomio precisione-onestà: condivido.

E chi stabilisce la

E chi stabilisce la corrispondenza di senso delle parole? Cioè chi può dire quando emittente e ricevente recepiscano la parola nello stesso senso e/o con lo stesso senso? Chi da senso al senso? Quando usiamo le parole, usandole, allo stesso tempo le usuriamo e le sporchiamo del nostro io, caricandole di individuali sottintesi, difficili da trasmettere all'altro, a colui che le riceve. Però, sì, bisogna comunque stare attenti, avere cura delle parole e ogni tanto cercare di ripulirle dalle scorie dell'uso e dell'abuso. Bisogna avere amore per se stessi e per il prossimo per capire il peso e il potere delle parole, per saperlo, a volte, misurare e trattenere, oppure lasciarlo andare e sopportarne la responsabilità...

volevo scrivere: chi dà senso

volevo scrivere: chi dà senso al senso? Con l'accento sulla a.......mannaggia alla tastiera

per togliermi dall'impiccio

per togliermi dall'impiccio che descrivi, a me piace ricorrere al dizionario etimologico e a quello ragionato. forse è a causa della mia formazione filologica, ma trovo interessantissimo scoprire il percorso mentale e culturale di un termine, le parentele, gli esisti laterali, i fraintendimenti e le divergenze. in questo modo ricostruisco una parvenza di senso che mi fa passare oltre l'imbarazzo dei vissuti personali per arrivare al cuore del significato. funziona.

Quante volte si pronunciano

Quante volte si pronunciano parole, frasi per pentircene subito dopo... oppure parole, le parole del cuore che non siamo riusciti a dire; magari pronunciate da soli, sognate tante volte e mai dette, solo per la paura di essere giudicati o derisi. Ma forse e' stato meglio così: chi può dirlo...

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