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di Gian Luca Favetto

Perché scrivere


Ho finito di leggere i Sillabari di Parise, e mi sembrava di stare con una vecchia zia all’ora del tè. Ho cominciato a leggere il primo volume della Memoria del fuoco di Galeano e mi sembra di stare nel centro del mondo, alle radici del mondo e della letteratura.
Perché scrivi? Perché scrivi tu che leggi, ché certamente sei uno o una che scrive, se leggi queste righe. Scrivi perché sei uno o una che legge, questo credo. Uno scrive perché attraverso la scrittura rilegge il mondo e, dentro il mondo, anche un po’ di quello che egli stesso è.
La parola è sempre per metà di chi scrive e per metà di chi legge. Le frasi contenute nei libri sono pietre gettate nell’animo del lettore; il diametro delle onde che creano dipende dalle dimensioni dello stagno. Per queste ragioni penso che la letteratura appartenga più alla lettura che alla scrittura. Se appartenesse di più alla scrittura, si chiamerebbe scritteratura. È solo perché appartiene alla lettura - al lato paziente di noi - che si può credere nella letteratura.
Io credo nel valore della letteratura, credo nel volere della letteratura e anche nel volare. Vola vuole e vale, la letteratura. Fa volere, volare e dà valore, valori, perché è movimento, viaggio, cambiamento. Di sguardo e di posizione. Di natura. Credo sia potenza, non potere: energia. E credo possa cambiare il mondo, il piccolo mondo interiore di chi la pratica, cioè di chi legge e di chi scrive.
Chi oggi scrive, chi agisce con lo scrivere e con il leggere, si trova al fronte. Al fronte della realtà. Di fronte alla realtà. In trincea nella battaglia fra reale e immaginario. Spesso si deve difendere questo da quello per vincere l’emarginazione. Nella realtà e nella cronaca si è emarginati, non nella letteratura.


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Inserito da Gian Luca Favetto - 22 aprile, 2010 - 15:43


Commenti

ho l'umiltà, ho la

ho l'umiltà, ho la presunzione di scrivere per restituire ciò che il mondo mi ha dato per mano altrui. e leggo per continuare questa corrispondenza di amorosi sensi con le intelligenze, con le sensibilità che il caso e la necessità mi pongono davanti. leggo e scrivo per illuminare angoli bui, per scoprire che le ombre che mi terrorizzavano sono solo giochi di luce contro una parete. per confortarmi, per confortare, mi pare bello.

Caro Gian Luca, che bel tema.

Caro Gian Luca, che bel tema. Io scrivo per aggiustare le cose. Cioè per mettere a posto, almeno dentro di me, quello che fuori vedo e sento andar storto, perché voglio far valere e volare i valori. Scrivo perché conosco la "battaglia", come la chiami tu, tra la realtà e la fantasia. Scrivo perché so che non le confondo e per ricordarmi di non farlo. Ma ti sei accorto però di quanto oggi la finzione riesca a soddisfare le leggi del mondo meglio della legge stessa? Allora mi chiedo: dove sta la realtà e dove la fantasia? E a questo punto non mi sento più tanto sicura di saperle distinguere l'una dall'altra, o meglio di doverle considerare separatamente...

Non ci sono distinzioni di

Non ci sono distinzioni di alcun tipo nella letteratura: chi legge è chi scrive e viceversa. Non esistono discriminazioni, emarginazioni, si è un tutt'uno, come due corpi, due menti che si uniscono, in simbiosi pur con le loro rispettive diversità, per un reciproco arricchimento, crescita, evoluzione. La letteratura, il leggere e lo scrivere, ha un valore inestimabile, come il valore incalcolabile dell'Amore, il motore del mondo.

Caro GL, è molto bello il tuo

Caro GL, è molto bello il tuo pensiero, ma non so se la letteratura sia così fluida e trasparente, se sia così libera dai condizionamenti, visto che chi legge solitamente è condizionato. Sì, dalla sua storia, dai suoi pregiudizi, dalle sue abitudini, dalle sue preferenze, aspettative e speranze. Chi scrive lo è ugualmente? Forse, sì e forse no, non ha importanza, perché chi scrive travasa un po' di se stesso in un recipiente, che altri terranno tra le mani: se vorranno, vi potranno bere. Potranno poi volare in cieli limpidi sulle ali di parole apparentemente di significato, che sarà diverso per ciascuno. Il cielo è il luogo dove la letteratura può mettere le ali e dall'alto scoprire la bellezza e l'interazione di tutte le parole di questo mondo. Grazia per il tuo sassolino.

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