L'inventore della videoscultura è protagonista di un'ampia personale al PAC di Milano: le sue installazioni parlano, hanno fattezze umane e grandi occhi che scrutano i visitatori
di Anna Colafiglio
“Quando un oggetto è dotato di occhi diventa un corpo, anche se non ha alcun nesso con la forma di un corpo umano”. Anche se quella che ci troviamo davanti è una nebulosa vagamente antropomorfa, che di umano ha soltanto gli occhi, le labbra e, ogni tanto, qualche frammento di mano o di gamba. È un po’ inquietante l’umanità che trapela da questo ecosistema tecnologizzato, all’interno del quale ogni corpo sembra esploso sotto la pressione dei propri malesseri psichici, vittima di una frantumazione che turba e ammalia al contempo. &n
E' a Salemi, voluto dal sindaco Vittorio Sgarbi e intitolato a Leonardo Sciascia. Tra le retoriche tele di un pentito e la galleria di ritratti degli eroi, spiccano le claustrofobiche installazioni di Cesare Inzirillo: il vero volto del crimine organizzato è all'interno di una cabina. Elettorale
di Eleonora Lombardo
Nel 1860 fu la prima capitale d'Italia. Oggi, per iniziativa del sindaco Vittorio Sgarbi e dell’ex assessore ai diritti umani Oliviero Toscani, è la capitale provvisoria del Tibet. Salemi, provincia di Trapani, Sicilia, Italia. Non ci sono statue del Buddha, monaci o monasteri, ma c'è un tempio che scongiura l'ascesi e la redenzione. Lo chiamano il museo della mafia, e la parola museo ha scatenato più sdegno di quello che dovrebbe provocare quotidianamente la parola mafia (solita assuefazione alla malavita piuttosto che all’arte). Si può
La poliedrica artista giapponese in mostra al Pac di Milano è famosa per i pallini. Che utilizza in tutte le declinazioni possibili
di Silvia Conti
L’avevamo lasciata alla Galleria civica di Modena, portata in Italia per la sua prima antologica dai curatori Angela Vettese e Milovan Farronato. Era il 2007. Due anni dopo, l’artista giapponese Yayoi Kusama è di nuovo in Italia con I want to live forever, una monografica allestita al Pac di Milano, ed è un ritorno molto gradito. Curata da Akira Tatehata e realizzata in collaborazione con la Gagosian Gallery, la mostra inizia già all’esterno del Padiglione d’arte contemporanea: qui la Kusama ha collocato due coloratissime sculture floreali decorate