• Seguici su:
TEATRO

Antonio Latella si confronta con Un tram che si chiama desiderio, il testo dolorosamente autobiografico di Tennesse Williams che forniva il copione al film con Marlon Brando. Qui invece ci sono Laura Marinoni e Vinicio Marchioni ad animare un dramma sulla solitudine e la voglia di evadere dalla realtà


di Sergio Buttiglieri

Se c'è un regista che odia il realismo quello é Antonio Latella. Lo conosciamo bene, da anni ci stupisce con le sue viscerali riletture di Pasolini, Shakespeare, Genet, Testori, ma anche Marlowe, Giordano Bruno, Beckett, Melwille, Aristofane e Cervantes. Al centro di questo testo dolorosamente autobiografico firmato Tennessee Williams, di cui tutti ricorderanno la versione cinematografica di Elia Kazan, con un giovanissimo Marlon Brando (che il regista cita direttamente facendone indossare l'icona al marito di Stella) c'é la solitudine che pervade tutti i personaggi
28 Febbraio 2012

FILM

Un quadretto familiare tradizionale, la colonna sonora operistica, la rivisitazione del classico gioco dei doppi e degli equivoci, e persino un Andy Garcia che somiglia in modo inquietante a Bonolis. Così l'isoletta nel cuore di New York sembra fin troppo familiare...


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Il regista De Felitta ha un passato intenso di sceneggiatore e di musicista jazz. E si vede. Probabilmente ha anche lontane origine italiane, che non siamo però riusciti ad appurare. Perché fin dalle prime inquadrature spira un’arietta casereccia. Un po’ forse in ragione del fatto che Andy Garcia, condannato dalla maturità ad una circonferenza addominale da gestante, ricorda in più di un’espressione Paolo Bonolis.    Poi, perché nella presa in giro di Marlon Brando, e quindi dell’Actors’ studio e del metodo di recitaz
27 Luglio 2010