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WEEKEND - CINEMA

La strada di Rohmer

Il grande regista francese morto da poco: uno stile inconfondibile, solo in apparenza conservatore


di Alberto Barbera

(Illustrazione di Doriano Strologo)


Pessoa è stato uno, nessuno e centomila, un io disseminato sotto molteplici e ingannevoli identità. Kubrick era un ipocondriaco ossessivo e maniacale, rinchiuso nel proprio isolamento come in una fortezza inespugnabile. Nella storia dell’arte novecentesca, non mancano certo gli esempi di autori enigmatici o sfuggenti. Eric Rohmer, forse, era semplicemente riservato. Nessuno, se non una ristrettissima cerchia di amici, può dire di averlo conosciuto. E non perché fosse di carattere introverso o indecifrabile. Semplicemente, era (quasi) impossibile incontrarlo.
A me, la sorte ha riservato un trattamento speciale. Per qualche misteriosa ragione, e in maniera del tutto immeritata, devo a lui l’unico primato della mia vita professionale: l’essere riuscito là dove centinaia, o forse migliaia di colleghi, avevano fallito. Convincerlo ad accompagnare un suo film ad un festival. Era il 2001, l’anno del Leone d’oro alla carriera alla Mostra di Venezia, dove Rohmer accettò inaspettatamente di comparire per una breve e intensa cerimonia, che alle mille e cinquecento persone stipate nella Sala Grande del Palazzo del Cinema sarà risultata indimenticabile. Senza conferenza stampa, senza fotografi e con le telecamere tenute a debita distanza.
 

rohmer.jpgTuttavia, anche se di lui conservo un ricordo vivissimo, della sua persona non so nulla più dei tanti che, pur desiderandolo, non l’hanno mai incontrato. Ho però un ricordo indelebile di tutti i suoi film, come se li avessi visti di recente. Il fatto è che poche inquadrature di un suo film sono sufficienti a identificare il suo stile con assoluta certezza. Un concentrato di intelligenza e gusto, sapienza e ironia, profondità travestita da leggerezza, rigore estetico e morale, immediatezza che s’intuisce frutto di uno straordinario lavoro di condensazione, dialoghi sublimi che rimandano alla più grande tradizione del teatro e della letteratura francese dal ‘600 in poi. Per non parlare degli attori memorabili, anche quando presi dalla strada e, subito dopo, rimandativi.
Un rivoluzionario sotto le mentite spoglie di un conservatore (apparentemente, il suo linguaggio è quanto di più vicino al cinema classico si possa immagine), un innovatore indefesso anche quando sembra rimandare sempre allo stesso modello formale. Uno dei pochi registi che non si poneva delle questioni estetiche: le risolveva. Nello stesso momento in cui Truffaut si tormentava con i dubbi di una messa in scena in costume (Adele H.), Rohmer consegnava alla storia La marchesa Von…, trasposizione letteraria da Kleist che rimarrà per sempre come un modello esemplare di film d’epoca.
 

O quando, a ottant’anni compiuti e sorprendendo tutti, si accostò al digitale e alle meraviglie degli effetti speciali, in assoluto anticipo rispetto a tanti suoi colleghi (anche i più giovani) che ancora guardavano con sospetto alle nuove tecnologie. E’ possibile che La nobildonna e il duca non sia il suo film più bello, ma di certo è il più sorprendente, per la capacità – ancora una volta – non di sperimentare semplicemente l’inedito, magari con esiti incerti, ma di trovare delle risposte. E delle risposte convincenti.
Con il 3D, il cinema contemporaneo sembra aver imboccato una strada (irreversibile?), interamente votata al dogma della profondità e dell’aggressione visiva nei confronti dello spettatore - con risultati, diciamolo, a volte strabilianti (è il caso del bellissimo Avatar). In assoluta controtendenza, Rohmer aveva fatto esattamente l’opposto. Aveva privilegiato la bidimensionalità e la piattezza dell’immagine per reinventare un Settecento più credibile e veritiero del sedicente reale, perché non affidato ai mezzi effimeri della mimesi o della ricostruzione scenografica verosimile. Anche da questi particolari si riconosce il sigillo di un autentico, inimitabile artista.



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16 Gennaio 2010

Oggetto recensito:

ERIC ROHMER

giudizio:



7.350003
Media: 7.4 (3 voti)

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