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FILM

Wim Wenders incontra Pina Bausch, e tutti e due incontrano il 3D. Pina 3D (da venerdì in sala) doveva essere un omaggio del cineasta tedesco al lavoro della ballerina e coreografa, ma dopo la sua improvvisa scomparsa nel 2009 è diventato un epitaffio. Il risultato ne soffre, e lo spirito dell'artista sfugge


di Sandra Petrignani

Sono almeno due i motivi per andare a vedere il film di Wim Wenders su Pina Bausch. Primo: chi non avesse mai assistito a uno spettacolo della coreografa tedesca, mancando così una eccezionale esperienza artistica e umana, potrà almeno in parte rimediare. Secondo: è il primo film d’autore in 3D, e questa è un altro tipo di esperienza che i cinephiles non devono perdere, per poi magari prenderne anche le distanze, ma non importa.   Però, purtroppo, l’idea che era nata dalla voglia di lavorare insieme di Wenders e Bausch si è trasformat
03 Novembre 2011

FILM

Nella seconda parte del cult fantascientifico tocca a Sam Flynn calarsi nel fantastico mondo virtuale creato dal padre, il leggendario hacker Kevin. Ennesimo sequel, dove la Disney fa uso degli effetti speciali più moderni per portare l'orologio indietro agli anni '80: ci riesce, ma solo con Jeff Bridges


di Andrea B. Previtera

Dev'essere un altro caso di eutanasia negata, ci dev'essere lo zampino del Vaticano. Entrati in coma circa vent'anni fa, gli anni 80 restano saldamente intubati e nutriti, di remake in remake, di sequel in sequel, di (sigh) reboot in reboot. Esaurita dunque in due righe la quota di prestiti linguistici concessa, veniamo all'oggetto della recensione: Tron Legacy.   Cosa accadeva nel 1982? L'Italia vinceva i mondiali di calcio, Villeneuve perdeva la vita in un incidente mortale, veniva istituita la giornata mondiale della danza, e la Disney usciva nelle sale con questo meraviglioso guazzabu
10 Gennaio 2011

FILM

In tempo di cartoni ultratecnologici, i registi francesi Aubier e Patar sanno ancora giocare con i pupazzi e divertirsi come bambini. In Panico al villaggio riscoprono i piaceri della stop motion e dell'animazione vecchio stile


di Andrea B. Previtera

Eccola! Eccola! E’ l’ondata di ritorno! Lo dicevo che sarebbe arrivata. Quanto, quanto l’avevo attesa. Magari esagero, magari è appena un po’ di spuma, ma a me sembra di scorgerla questa piccola flessione verso il passato dopo la notte degli eccessi. Queste pellicole dense e intime che si fanno strada tra i grandi kolossal centomilionari, questi pezzi di plastica e plastilina che tornano sul grande schermo sgomitando fra i figli di Toy Story.   Allora, dopo Coraline, dopo Fantastic Mister Fox ecco Panico al villaggio. Un altro lungometraggio in stop mot
05 Luglio 2010

FILM

Solo tre anni fa il Sundance Festival lo accoglieva come l'ultima frontiera del cinema musicale. Oggi che agli occhialini ci siamo abituati, gli effetti del film appaiono dozzinali. Mentre la terza dimensione non fa che rendere lo show della band irlandese ancora più artificioso


di Federico Capitoni

Cosa c’è di più coatto di un concerto degli U2? Il film del concerto degli U2… in 3D! Siccome volevano dimostrarci che il 3D è applicabile a tutto (però a vedere i film pornografici tridimensionali la stampa non la invitano mai) e che, a questo punto, è giusto vedere tutto in 3D, ecco che spunta un prodotto inutile: U23D, “il primo film musicale in tre dimensioni che fa rivivere le emozioni di VertigoTour degli U2”, dice il comunicato che promuove il film.   Interessante? No, per niente. Se possibile, il 3D (che dicono essere mo
03 Giugno 2010

FILM

L'interminabile saga arriva al sesto capitolo, per la regia di Kevin Greutert. Questa volta è il detective Hoffmann a giocare nel ruolo dell'enigmista Jigsaw, mettendo a punto una terribile macchina mortale chiamata la Giostra. Abbiamo provato a vedere il film in anteprima, ma abbiamo resistito poco  


di Andrea B. Previtera

Ormai è ufficiale: il ventunesimo secolo ha trovato la sua, uhm, gallina dalle uova insanguinate (che Dio mi perdoni), il suo Halloween o Nightmare che dir si voglia. Da mungere e mungere e mungere ancora - se mai una gallina può essere munta. Così, se pure il burattinaio dietro le quinte delle truculenze della saga è cadavere (e che cadavere) da un paio di episodi, ecco un altro appuntamento con questa serie che – rispetto ai corrispettivi degli anni 70 – 90, non concede alcuna parentesi umoristica e ci prepara al peggio fin dal sorriso della maschera s
31 Maggio 2010

INCHIESTA

Sappiamo tutto di Avatar & co., ma poco della tecnologia che li rende possibili: dove nascono? Come funzionano? Fanno male agli occhi? E all'ambiente? Viaggio nei retroscena della (presunta) rivoluzione del cinema


di Andrea B. Previtera

Si chiama visione stereoscopica, ed è l’ultimo ritrovato della tecnologia in campo cinematografico. No, un attimo, a dire il vero si tratta di un’invenzione figlia degli anni settanta, e già nel 1980 si faceva uso di rulli sincronizzati che... ma un secondo: a pensarci bene è possibile risalire ad alcune pellicole stereoscopiche prodotte intorno al 1950. Certo, per essere proiettate avevano bisogno di cinema appositamente attrezzati... non diversamente da oggi. Sarà forse perché un film “3d” faceva la sua comparsa molto tempo prima, ne
18 Maggio 2010

LA VIGNETTA DEL LUNEDI'


di Fabio Fifo Pecorari

26 Aprile 2010

FILM

In Alice in Wonderland, il colossal prodotto dalla Disney, non si vede la mano del regista di Big Fish


di Marco D'Egidio

  “Niente è impossibile”, imparerà Alice durante il suo lungo fantastico viaggio nel Paese delle Meraviglie. Neppure che Tim Burton si dimentichi di apporre il timbro d’autore su una sua opera. Perché vedendo Alice in Wonderland si ha l’impressione di essere di fronte a un film in cui la più genuina poetica burtoniana – una perfetta sintesi di magia, incantamento, leggerezza, musicale armonia dell’immaginazione - viene ingabbiata e compressa da una sorta di “dover essere” rigido e frenetico. E&rs
05 Marzo 2010

WEEKEND - CINEMA

Il grande regista francese morto da poco: uno stile inconfondibile, solo in apparenza conservatore


di Alberto Barbera

Pessoa è stato uno, nessuno e centomila, un io disseminato sotto molteplici e ingannevoli identità. Kubrick era un ipocondriaco ossessivo e maniacale, rinchiuso nel proprio isolamento come in una fortezza inespugnabile. Nella storia dell’arte novecentesca, non mancano certo gli esempi di autori enigmatici o sfuggenti. Eric Rohmer, forse, era semplicemente riservato. Nessuno, se non una ristrettissima cerchia di amici, può dire di averlo conosciuto. E non perché fosse di carattere introverso o indecifrabile. Semplicemente, era (quasi) impossibile incontrarlo.
16 Gennaio 2010