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FILM

Che ci è andato a fare il noto comico milanese nella tristemente nota cittadina campana? In RCL - Ridotte capacità lavorative, lo si vede girare senza meta, guidato da Massimiliano Carboni (regia) e Alessandro Di Rienzo (autore): che cercano di spiegarci il dramma degli operai Fiat, lasciandoci con più domande di prima. Da oggi nelle sale


di Andrea B. Previtera

C'è Paolo Rossi. Ha la bocca semiaperta, e barcolla verso un angolo indefinito dell'inquadratura. Incespica. Sembra voler dire qualcosa, poi resta in silenzio. L'inquadratura cambia per qualche secondo e torna alla precedente, come nel filmino di un compleanno a cui sono state portate due cineprese. Paolo Rossi parla, e dice qualcosa di inintelleggibile, poi barcolla ancora un po'. Di nuovo la seconda inquadratura. Ridotte Capacità Lavorative.    In questi giorni, qualcuno potrebbe avervi spacciato la pellicola in oggetto per un docufilm sulla situazione degli operai Fi
10 Dicembre 2010

SPECIALE LIBRI

Negli anni '60 gettò le basi teoriche dell'operaismo, che rivoluzionò il pensiero marxista. Oggi Mario Tronti registra la sconfitta delle classi, borghesia compresa, in favore di un sistema di valori ormai inattaccabile


di Franco Milanesi

Non si esagera nel dire che Operai e capitale, opera del 1966, ha rappresentato un salto di paradigma del marxismo novecentesco. In quel libro – che, sia detto per inciso, intesseva idee innovative e radicali con uno stile di grande eleganza – Tronti capovolgeva uno degli assunti marxiani più consolidati: quello che ritiene che l’antagonismo di classe, le lotte, gli obiettivi derivino dal livello dello sviluppo che il Capitale esprime in ogni passaggio della propria storia.    L’operaismo, di cui Tronti poneva i presupposti teorici, affermava invece che
12 Maggio 2010

WEEKEND - LIBRI


di Sandra Petrignani

Il popolo avanza fissando il futuro, discutendo, le mani aperte o chiuse a pugno, ma soprattutto aperte con i palmi rivolti al cielo come chi è finalmente pronto a ricevere, dopo aver sempre dato. E’ il proletariato in marcia, il Quarto stato, come s’intitola il quadro che, meglio di ogni altro, rappresenta un momento storico carico di speranza. Giuseppe Pellizza da Volpedo ci aveva lavorato un intero decennio per arrivare, nel 1901, alla rotondità iconica di un’immagine-simbolo. Aveva trentatré anni, era un artista già noto, colto e inserito nel
23 Gennaio 2010