Con la scusa dell'uscita del suo ultimo libro, Sabato, addio, tracciamo il profilo di uno degli scrittori più interessanti della nuova letteratura italiana: quattro buone ragioni per iniziare a leggere una firma diversa da tutte le altre
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Si ripresentano gli inizi degli anni scolastici, le continuità del lavoro (o della disoccupazione), i resoconti delle vacanze, spesso postati fotograficamente su Facebook in termini di luoghi, amori, amicizie. Noi abbiamo trascorso questa fittizia immersione nell’altrove con Marco Archetti - naturalmente ad insaputa dell’autore che, intanto, chissà dov’era. E abbiamo scelto lui come compagno mentale non solo perché favorevolissimamente colpiti (e accade di rado) dal suo ultimo libro Sabato, addio (2011) ma anche perché desiderosi di capire come mai
Meno letteratura, per favore! si intitola il saggio di Filippo La Porta, che denuncia un mercato culturale dove uscite e eventi si moltiplicano e la sostanza si riduce. In tempi in cui si scrive e si legge perché "fa chic", il critico militante va a scovare nomi e titoli che resistono alle mode
di Giuseppe Grattacaso
Nella convinzione che viviamo in un periodo in cui “tutti smaniano di raccontarci qualche storia” e che “rischiamo così di affogare nella fiction”, Filippo La Porta con il piglio del critico militante e il rigore dello studioso di letteratura, scandaglia l'ultimo decennio, alla ricerca di prodotti narrativi che abbiano quel carattere utopico di ricerca conoscitiva e linguistica che la letteratura per suo statuto dovrebbe sempre coltivare. Il percorso è chiaro fin dal titolo del volume: Meno letteratura, per favore!, dove l'invito pressante ed e
Dopo più di dieci anni dall'esordio, lo scrittore di Superwoobinda mette a nudo il proprio inferno. La vita oscena è un romanzo in cui gli eccessi sono raccontati con una lingua più sorvegliata e meno "cannibale". E senza disdegnare il comico
di Alessandra Minervini
Sui giornali il triste rito dei bilanci letterari di fine anno
di Giulio Ferroni
Siamo ossessionati dai bilanci e dalle classifiche: e se la cosa in generale ha ragioni storiche, sociali, comunicative, esistenziali, psicologiche da cui non si può sfuggire, in particolare per ciò che riguarda le classifiche e i bilanci sulla letteratura in corso, sarebbe davvero salutare farne a meno, scansarle con passo leggero. Non ne può però fare a meno la stampa periodica, stimolata dal mercato editoriale: e la cosa diventa imprescindibile verso la fine dell’anno, quando il lettore delle pagine culturali, dopo aver attraversato le tante tristezze delle