Non fu l'unico, Robert Schumann, a misurarsi con il capolavoro letterario di Goethe culto per tutti i romantici. Ma il suo oratorio richiese dieci anni di lavorazione e comprese anche la seconda parte del poema, quella "esoterica". Antoni Wit e la Filarmonica di Varsavia eseguono una delle pagine più difficili del compositore, scritta già sull'orlo della follia
di Marcello Garbato
A sedici anni leggeva il Faust di Goethe, e credeva che la sua strada sarebbe stata quella del poeta o dello scrittore. Quanto si sbagliava sul suo futuro Robert Schumann; tuttavia era destino che il capolavoro goethiano tornasse ciclicamente ad affacciarsi alla sua esistenza, e del resto quel mito più di ogni altro influenzò la vita creativa di tutti i compositori romantici. Cominciate nel 1844, le Szenen aus Goethes Faust vengono terminate nel 1853, e nella scelta del genere - quello dell'oratorio profano - si ricongiungono ai due precedenti, Il Paradiso e la Peri e Il Pellegri
Nella regia di Massimo Castri la commedia di Molière risalta in tutta la sua attualità. Il personaggio di Alceste, interpretato da Massimo Popolizio, è un modello morale, che si rifiuta di prendere parte alle ipocrisie della società dell'apparire
di Maria Rosaria Corchia
Una scena in bianco e nero, qualche panchetto per fare salotto, tre pareti di eleganti specchi dalle cornici bianche che assomigliano a tanti occhi che guardano, per riflettere immagini di persone e amplificare il loro “apparire” come una cassa di risonanza. Questa è la corte del Misantropo di Massimo Castri, che si avvale delle scene e dei costumi di Maurizio Balò: una corte essenziale ma raffinata, che lascia lo spazio della ribalta alle parole di Molière. All’inizio del terzo atto, Acaste si specchia vanitosamente elogiando la sua vita perf