Quello ottocentesco, che l'americano Jeffrey Eugenides cerca di resuscitare con La Trama del Matrimonio: una (lunga) storia d'amore a tre, che si conclude bene ma senza nozze. Cinquecento pagine tra la letteratura del XVII secolo e scuole filosofiche del successivo, che l'autore proprio non riesce a dare per spacciate
di Giampaolo Rugarli
Jeffrey Eugenides, nato a Detroit da famiglia di origine greca, più o meno cinquantenne; autore di racconti e di due romanzi (il secondo premiato con il Pulitzer 2003), propone al pubblico una terza opera narrativa di ampio respiro, La trama del matrimonio. Il respiro del libro è tanto ampio che si contano all’incirca cinquecento pagine, e verrebbe la tentazione di ritorcere a danno dell’Autore una battuta che è nel suo testo: “un romanzo lungo … diventava simbolo dell’insicurezza maschile riguardo alle dimensioni del pene”. Sulle dimen
Cento ritratti per cento personaggi: eroi di guerra e uomini comuni visti dagli occhi di artisti italiani e internazionali. Tra un Ingres in soggiorno romano e il Modigliani andato a scuola da Cézanne, la mostra padovana Il volto dell'Ottocento riscopre un secolo in cui la nostra arte era tutt'uno con quella del mondo
di Francesca Castellani
Correva l’anno 1911. A Firenze Ugo Ojetti, critico e storico di punta, inaugurava a Palazzo Pitti una mostra sul Ritratto italiano dalla fine del ‘500 al 1861. Ai connazionali di allora, un po’ smarriti un po’ depressi tra il chiasso futurista e l’innegabile predominio straniero emerso dalle prime Biennali, si offriva un riscatto dal provincialismo. A segnare la via d’uscita era proprio il ritratto: genere “socievole” in cui gli artisti del nostro ottocento, con l’aiuto di cotanto passato (ecco perché partire dal ‘500), erano r
Orfana, donna e nera: la protagonista di Ourika, di Madame de Duras, è condannata ad essere emarginata. Come l'autrice di questo romanzo, troppo intelligente e non abbastanza bella
di Alessandra Montrucchio