Nel suo ultimo romanzo l'autore di Espiazione racconta di uno scienziato mediocre ma potente che per inerzia arriva a delinquere: una grande abilità a dipingere la banalità del male, ma ormai è sempre la stessa storia
di Alessandra Montrucchio
Michael Beard è uno di quegli uomini che ci meravigliamo di vedere accanto a donne belle e giovani: tracagnotto, pelaticcio, quasi vecchio. Oltretutto è poco simpatico, anaffettivo, infedele. Ma ha il potere: ha vinto il Premio Nobel per la fisica, e questo gli ha valso un centro di ricerca sulle energie rinnovabili che lui dirige senza entusiasmo e senza idee. Non distingue i collaboratori l’uno dall’altro, non ha un’intuizione da lustri e l’unica domanda che si pone è come gli sia capitato di trasformarsi da scienziato in burocrate. E così
Ne I demoni e la pasta sfoglia Michele Mari ha analizzato ossessioni e feticismi dei colleghi. Da un Dickens misantropo al sadismo di Flaubert, ecco un libro sul lato oscuro della letteratura
di Alessandra Montrucchio
Riproposto da Marcos y Marcos il romanzo migliore di Walker Percy, autore di successo negli Usa degli anni ’60 ma poco noto in Italia. L’uomo che andava al cinema è un libro moderno nello stile e ha un bel protagonista, che mette costantemente a paragone le situazioni modello delle pellicole con la modesta realtà quotidiana
di Alessandra Montrucchio
Ci sono libri che escono in sordina e diventano classici dopo un secolo, libri di successo che si dimenticano in un lustro. E libri considerati abbastanza importanti da essere tradotti ma che poi svaniscono, come se non ci fossero mai stati. Finché qualcuno, a decenni dalla pubblicazione originale e ad anni dalla prima traduzione, non decide che vale la pena di ripubblicarli, e pazienza se sono “vecchi”: un buon libro non è vecchio o giovane, è buono e basta. Questo il criterio che deve avere spinto Marcos y Marcos a riproporre – dopo l’edizi
C’è un luogo in cui la solidarietà femminile non riesce a scavalcare le generazioni: è la famiglia. Al di là degli stereotipi da barzelletta sulla suocera, la Madre Del Maschio ha spesso la mentalità di un machista argentino degli anni ’50
di Alessandra Montrucchio
In Amabili resti, tratto dal romanzo di Alice Sebold, una ragazzina violentata e uccisa segue da un limbo le vicende dei familiari e del suo killer. Peter Jackson dopo i kolossal come Il signore degli anelli raccoglie la sfida di una storia tutta interiore
di Alessandra Montrucchio
Ciò che resta di questo film è che a Peter Jackson piacciono le sfide difficili. Prima trasformare in saga cinematografica il mondo complesso di Tolkien, poi rinverdire per l’ennesima volta King Kong, ora rendere per immagini una storia fondamentalmente interiore come quella narrata da Alice Sebold nel suo romanzo: l’elaborazione di un lutto da parte della famiglia Salmon, cui è stata uccisa la quattordicenne Susie, e da parte della stessa Susie (questa la grande intuizione del libro), che sospesa tra cielo e terra non sa staccarsi da chi ha amato e dall’
Orfana, donna e nera: la protagonista di Ourika, di Madame de Duras, è condannata ad essere emarginata. Come l'autrice di questo romanzo, troppo intelligente e non abbastanza bella
di Alessandra Montrucchio
Messe nere, esplosioni e inseguimenti in una fumosissima Londra: il film di Guy Ritchie non è certo una traduzione fedele dell'opera di Conan Doyle, ma è brillante e molto divertente
di Alessandra Montrucchio
I maligni vociferano che il divorzio da Madonna abbia fatto un gran bene a Guy Ritchie, ed è difficile resistere alla lucidità del loro ragionamento: da sposato, ha fatto film come Travolti dal destino; da single, ha fatto Sherlock Holmes. Ciò che i maligni non vociferano, è che il divorzio da Madonna ha trasformato Guy Ritchie in Gore Verbinski, il regista della saga Pirati dei Caraibi. Vediamo se il ragionamento è lucido quanto quello dei maligni. Al centro della vicenda c’è una strana coppia: due amici un po’ nemici, che non si fidano de
Il film di Chris Weitz tratto dal best seller vampiresco della Meyer non è meglio del libro: personaggi piatti più di sogliole, interpreti meno espressivi della Bellucci, dialoghi assurdi e ridicolo a tutto spiano
di Alessandra Montrucchio
Si dice che per realizzare un buon film sia meglio partire da un brutto libro, e probabilmente è vero. A meno che non si sia Luchino Visconti, il quale sapeva trarre capolavori cinematografici da capolavori letterari, oppure Chris Weitz, il quale da una fetecchia letteraria è riuscito a trarre una fetecchia cinematografica. New Moon. E dire che, di spazio per qualche miglioramento, i libri di Stephenie Meyer ne lasciano: perché sì, la signora ha avuto un’idea geniale (Romeo e Giulietta in chiave emo), ma non è certo una virtuosa della scrittura. Chi non
Avventura picaresca nel mondo yiddish, tra la Bessarabia e New York. Peter Manseau vince (il National Jewish Book Award, primo non-ebreo ad avere l'onore) ma non convince
di Alessandra Montrucchio