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FILM

In Tutti i nostri desideri il regista francese, già autore di Welcome, affronta i drammi della malattia di e della crisi economica con il personaggio di Claire, il magistrato affetto da tumore al cervello. Una film "in punta di piedi", tratto dal libro Vite che non sono la mia di Emmanuel Carrère


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Non ci sono più le fiabe di una volta: quelle moderne ricalcano la realtà, smarginandone appena il perimetro lungo i confini dell'improbabile, e la smettono di terminare con il classico "...e vissero tutti felici e contenti", tanto non ci crede più nessuno. Anche i desideri sono mutati, e mescolano le eterne aspirazioni dell'uomo con le improrogabili esigenze del superfluo quotidiano, come già Epicuro, nel IV secolo avanti Cristo, concisamente annotava: "Dei desideri alcuni sono naturali e necessari, altri naturali e non necessari,altri n&eg
15 Maggio 2012

Psico-bimbo

E' quel che sono, in fondo, proprio tutti, come ci insegna il bel film Welcome. E il legame che i figli instaurano con loro è il modello per i rapporti che costruiranno con gli estranei nel corso della vita


di Giorgio Astengo

Il film Welcome di Philippe Lioret, piccolo grande capolavoro, intenso e crudele, presentato con successo nel febbraio 2009 al Festival di Berlino e splendidamente interpretato da Firat Ayverdi (il diciassettenne Bilal) e Vincent Lindon ( l'istruttore di nuoto Simon), racconta la storia di un ragazzo curdo che, partito dall'Iraq per raggiungere in Inghilterra la ragazza di cui è innamorato, arriva a Calais, dove non trova altro modo per attraversare la Manica se non a nuoto. Bilal incontra, nella piscina dove cerca disperatamente di allenarsi, un istruttore di nuoto che, a sua
25 Gennaio 2010

FILM

In Welcome di Philippe Loiret c'è il dramma dei clandestini che dalla Francia sperano di approdare in Inghilterra, c'è il razzismo dei cittadini delatori. E c'è la storia di chi, per amore, impara a nuotare per attraversare la Manica


di Gianpaolo Fissore

Che sensazione si prova a vedere giovani uomini che dopo aver attraversato mezzo mondo sfidano la morte per autosoffocamento per eludere le ispezioni dei poliziotti di confine e il fiuto dei loro cani? Che sensazione si prova a vedere un minuscolo punto nero sbattuto tra le onde e le prore delle enormi navi da carico, sapendo che si tratta di un ragazzo che sfida il mare per attraversare il confine? Siamo al cinema e, anche se è fiction, il dramma è palpabile, per la tensione che anima il racconto per immagini e perché a ispirare il dramma rappresentato sullo schermo &egra
11 Dicembre 2009