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LIBRI - NARRATIVA

Come molti dei suoi illustri colleghi, da Jonathan Franzen a David Foster Wallace, Rick si è dato una missione letteraria, quella di descrivere al mondo gli Stati Uniti di oggi. Lo fa anche nel suo ultimo libro, Le quattro dita della morte, che da un canovaccio di fantascienza da serie b tira fuori un grandguignol apocalittico


di Giuseppe De Marco

È una cosa che lui non ammetterebbe mai, visto che è un tipo decisamente intellettuale, ma la verità è che Rick Moody appartiene a quel manipolo di scrittori che al momento hanno saldamente in mano il timone della letteratura americana. O almeno di quel filone, che in realtà ormai è quasi mainstream, che si potrebbe definire post-moderno (o post-post-moderno) se questo genere di etichette avesse ancora un senso.   Si tratta di ragazzotti (beh, insomma, ormai intorno ai cinquanta) del calibro di Jeffrey Eugenides o Jonathan Franzen, oltre al perenn
06 Dicembre 2012

LIBRI - NARRATIVA

L'unico modo per estorcere le confessioni ad uno scrittore, a volte, è mettergli davanti un altro scrittore. Nel '96, il 34enne autore di Infinite Jest viene intervistato da David Lipsky, sul tema "se stesso e altre sciocchezze". A tre anni dal suicidio del primo David, il confronto è un libro: Come diventare se stessi


di Alessandra Minervini

Gli scrittori tendono ad avere due grandi argomenti in rotazione interna costante, una playlist molto breve. La loro carriera e i mali che li affliggono. C'è un famoso aneddoto sulla festa in cui James Joyce incontrò Marcel Proust. Uno si aspetterebbe chissà quali discussioni da pesi massimi della letteratura. Joyce disse: "Ho gli occhi ridotti malissimo" E Proust: "Il mio povero stomaco, non so che fare! Anzi, devo andarmene subito". Joyce lo superò: "Io seguirei il tuo esempio, se solo trovassi qualcuno che mi tiene sottobraccio". &nb
30 Settembre 2011

LIBRI - NARRATIVA

Il protagonista di Vita e morte di un giovane impostore scritta da me, il suo migliore amicoraccoglie le pagine inedite di uno scrittore morto prematuramente. Il trentacinquenne napoletano ci fa riscoprire il piacere della letteratura postmoderna e mette la parola fine alla moda del neo-neorealismo 
 


di Matteo Di Gesù

La premessa, beninteso, non è d'obbligo; tuttavia può essere utile per dire alcunché del romanzo di Cristiano de Majo, Vita e morte di un giovane impostore scritta da me, il suo migliore amico. Ci fu un tempo, ormai immemore nelle deperibili cosmogonie della critica letteraria, in cui alla narrativa postmoderna veniva imputato di fare “letteratura di secondo grado” e di praticare impunemente il metaromanzo (si tratta, alla grossa, di quello che Umberto Eco spiegava così: non scriveremmo più «ti amo disperatamente», bensì: «
14 Gennaio 2011

TEATRO

Il festival senese Voci delle Fonti propone in anteprima nazionale lo spettacolo di Giuliano Lenzi tratto dai racconti di David Foster Wallace


di Sergio Buttiglieri

Mi accorgo sempre più che i festival sono i momenti più fertili per scoprire la potenza del nuovo teatro, fondamentali occasioni per vivere in anteprima i lavori drammaturgici che poi magari gireranno in autunno nei teatri meno ingessati, quelli meno asserviti alle logiche di scambio. In più, durante i festival gli spettacoli in nuce vivono di una luce speciale proprio per i luoghi non canonici dove vengono messi in scena.     E questo è proprio il periodo d’oro dei festival: ricordiamo quello di Drodesera, negli spazi da archeologia industriale
22 Giugno 2010

LIBRI

Nei racconti di Judy Budnitz il fantastico prende poco alla volta il sopravvento sul reale


di Dario De Marco

Quando da ragazzini cominciammo ad ascoltare musica per conto nostro, capimmo subito una cosa: che le canzoni sono ingannatrici. La musica per conto nostro erano magari gli stessi zuccheri e vaschirossi che passava la radio o imponevano le casse dei pub, ma eravamo noi a scegliere il dove, il come, il quando. Si era a cavallo tra l’era del vinile e la stagione del cd, ma noi il più delle volte potevamo permetterci solo duplicazioni su cassette vergini, che poi facevamo andare all’infinito su mangianastri che nomen omen le maciullavano. I più fissati tra noi, ubriachi
21 Dicembre 2009