Dalla mostra del cinema di Venezia attualmente in corso un titolo sulla sindrome di Andy Warhol che affligge i nostri tempi. Xavier Giannoli racconta la vita di un uomo qualunque di nome Martin Kazinski, senza un vero motivo diventato prima idolo e poi bersaglio del pubblico di web e tv. Tanta paranoia ma poca ironia...
di Giovanni Desideri
Se state leggendo questo articolo, difficilmente sfuggirete al tipo di critica portato avanti da The Supersta, tra i primi titoli ad essere proiettati alla 69esima mostra del cinema di Venezia. In quasi due ore, e con appena qualche momento di ironia, la pellicola indica la fine della privacy di cui sarebbero responsabili internet, la televisione e di riflesso certa informazione giornalistica. Una tesi decisamente apocalittica ma scarsamente originale, secondo cui non soltanto internet e la televisione sarebbero cattivi maestri, ma avrebbero ormai fagocitato "la vita" stessa.
Contro una crisi che è economica e culturale, aggravata dal recente sisma che ha funestato tutta l'Emilia, lo Scena Contemporanea Festival organizzato dalla Regione si è sistemato nel solo Teatro delle Passioni di Modena: lì ha continuato la sua missione di scoprire nuovi linguaggi e fare da punto d'incontro per una comunità ancora spaventata
di Nicola Arrigoni
"E’ stato un festival di resistenza sia dal punto di vista culturale, economico, ma soprattutto umano e sociale". Così Pietro Valenti ha definito l’ottava edizione di Vie, il festival della scena contemporanea promosso da Fondazione Emilia Romagna Teatro: un festival in cui l’atmosfera angosciante per il terremoto che ha appena colpito l’Emilia era ancora avvertibile e non solo perché il programma è stato ridotto per essere portato in un unico luogo. Nell’impossibilità di utilizzare non solo le sedi Storchi e quel
Il piccolo Simon ruba ai ricchi, quelli che in alta valle ci vengono a sciare, per dare ai poveri, cioè a chi sta in basso, che poi sarebbero lui e Louise, sorella molto poco "maggiore". Sister di Ursula Meier, già vincitore di un Orso d'argento a Berlino, non è solo un film sulla "lotta di classe individuale", ma anche un accorato ritratto di famiglia
di Gianpaolo Fissore
Tra le Alpi, nella stagione invernale, una funivia collega due realtà agli antipodi: in alto, al punto di arrivo, una stazione scistica modernamente attrezzata; in basso, alla base, un anonimo fondovalle urbanizzato. In alto, incorniciato tra le vette, c’è il paradiso dei vacanzieri della neve, opportunamente attrezzati, abbigliati e abbronzati. In valle la neve si fa fango, il fianco della montagna è squarciato dalle ruspe, le auto corrono e inquinano, la vita costa cara, ancor più se manca il lavoro, e le mura domestiche stanno dentro un palazzone chi
A Grottammare, nelle Marche, si festeggia il duecentesimo anniversario dalla nascita del grande compositore con un festival interamente dedicato. Mercoledì 27 il pianista ungherese Péter Balatoni ha aperto le danze, che non si chiuderanno prima del 26 agosto
di Giovanni Desideri
La musica classica festeggia spesso anniversari: quest’anno, per esempio, i duecento anni dalla nascita di Franz Liszt. A Grottammare, cittadina costiera nel sud delle Marche, dove Liszt soggiornò sei settimane tra luglio e agosto 1868 ospite del conte Fenili, si svolge da nove anni un festival dedicato al compositore ungherese, “il più grande pianista della storia”, come viene spesso definito da più parti, una rassegna organizzata dalla locale sezione della Gioventù Musicale d’Italia sotto la direzione artistica del clarinettista Federico Pa
Sta per concludersi la mostra cinematografica a Venezia ed è iniziato l’appuntamento con la letteratura a Mantova, mentre il prossimo weekend è diviso tra la filosofia a Modena e Pordenonelegge: i festival culturali sono diventati sempre più diffusi e di grande successo. Ma cosa si nasconde dietro la passione per i libri?
di Bruno Ballardini
Il festival senese Voci delle Fonti propone in anteprima nazionale lo spettacolo di Giuliano Lenzi tratto dai racconti di David Foster Wallace
di Sergio Buttiglieri
Mi accorgo sempre più che i festival sono i momenti più fertili per scoprire la potenza del nuovo teatro, fondamentali occasioni per vivere in anteprima i lavori drammaturgici che poi magari gireranno in autunno nei teatri meno ingessati, quelli meno asserviti alle logiche di scambio. In più, durante i festival gli spettacoli in nuce vivono di una luce speciale proprio per i luoghi non canonici dove vengono messi in scena. E questo è proprio il periodo d’oro dei festival: ricordiamo quello di Drodesera, negli spazi da archeologia industriale
E' Umbria Jazz, che a differenza di altre rassegne non conosce crisi. Grazie al contatto ravvicinato tra questa musica e il suo pubblico. A quasi quarant'anni dalla prima edizione, Franco Fayenz, uno dei più autorevoli critici musicali italiani, ripercorre le tappe storiche della manifestazione: dalla chiusura degli anni '70 per troppo successo, alla fortunata idea della versione invernale. E indica la strada per il futuro
di Franco Fayenz
Umbria Jazz è considerato, non soltanto in Italia, uno dei festival musicali più importanti del mondo, anche al di là del jazz. La prima edizione, itinerante e gratuita, si è mossa nel luglio 1973 da Villalago di Piediluco presso Terni. La rassegna è tuttora attiva ogni anno nello stesso mese, seppure con caratteristiche molto diverse: oggi si tiene soltanto a Perugia e la gratuità è limitata ad alcuni concerti. Dal 1993 c’è una consorella invernale, Umbria Jazz Winter, che ha luogo ad Orvieto in coincidenza con le feste degli ultim