L'allestimento firmato da Danio Manfredini della grande opera (meta)teatrale di Shakespeare è minimale e interpretato da attori maschi e mascherati proprio come nell'epoca elisabettiana. Pochi marchingegni di scena ma abbastanza genio da convincerci che riportare in tour i classici può essere ancora utile
di Sergio Buttiglieri
Ogni volta che ritorna in scena Amleto, ci percorre il dubbio che forse su questo testo si è già detto tutto, e spesso lo si è fatto male. Che forse sarebbe semplicemente meglio rileggersi il testo di Shakespeare invece di rischiare inquinarne la memoria con l’ennesima produzione malriuscita. Ma sapendo quanto sia radicale nelle intenzioni il teatro di Danio Manfredini, (ricordo ancora come fosse ieri il suo straordinario e lacerante Cinema Cielo del 2003 o il suo fulminante, Tre studi per una Crocifissione del ‘92, appena transitato a La Spez
Il regista mette in scena La compagnia degli uomini di Edward Bond, cupo dramma sui rapporti famigliari e sociali. Con un cast di grandi attori e, per una volta, senza complicati allestimenti
di Sergio Buttiglieri
Vi siete mai trovati di fronte a chi non crede in voi? A chi è sicuro che non abbiate i numeri per prendere il suo posto? E’ un po’ quello che in questo spettacolo ronconiano capita al Leonard interpretato da Mario Foschi - sorta di Amleto mascherato - di fronte al padre adottivo Oldfield, un capitalista d’antan (“Maltrattare la servitù è segno di debolezza di carattere. E io non posso permettermi di maltrattare il mio Direttivo”), ben restituitoci dal vitale Gianrico Tedeschi. Oldfield è un imprenditore della vecchia
Armando Punzo ha appena vinto il premio Ubu alla regia per il suo ultimo spettacolo, interpretato dagli attori detenuti della Compagnia della Fortezza di Volterra. Hamlice è un connubio di due grandi classici, da oggi non più così distanti
di Sergio Buttiglieri
Quando si assiste a rappresentazioni come Hamlice, saggio sulla fine di una civiltà, ci si rende conto di quanto il teatro sia insostituibile per scuotere la nostra apatia nutrita ogni giorno di blob televisivi. E' dal 1988 che Armando Punzo lavora con i carcerati della prigione di massima sicurezza di Volterra, producendo ogni anno uno spettacolo, che debutta in estate all’interno del carcere, durante il Volterra Festival. Quest’anno ha superato se stesso realizzando un magistrale Hamlice, acronimo di Amleto e di Alice nel paese delle meraviglie. Lo spettacolo &eg
Michela Lucenti e Maurizio Camilli portano in scena il testo di Steven Berkoff ispirato a Shakespeare, con danze di potentissima corporalità. Visto per voi in anteprima nazionale a Parma
di Sergio Buttiglieri
Quest’ultimo lavoro di Michela Lucenti e Maurizio Camilli ha un inizio folgorante: Amleto vestito da fabbro che scaraventa a terra con enorme frastuono, ai piedi di Ofelia, quattro lastre di pesante lamiera. Ofelia, prima immobile, vestita in lungo, coloratissima, percorrerà i sentieri che l’instancabile Amleto le suggerirà risistemando le lastre davanti a lei, quasi fossero una passatoia. Un degno red carpet per il plot più cliccato della letteratura shakespeariana. Lo sfondo è tutto occupato da un’enorme pelle di animale dal sap
Dopo ben sette anni di faticosa gestazione, esce oggi nelle sale La fisica dell'acqua di Felice Farina, con l'attrice comica e Claudio Amendola
di Andrea B. Previtera
Amleto incontra il Tornatore di Una pura formalità: si incontrano, si scontrano, ed ecco piovere quest’acqua - la cui fisica attraversa lo schermo tra il sogno e la memoria, il thriller intrafamiliare e qualche spettro edipico. Non sia confuso però il lettore dalla nostra apertura: la regia è di Felice Farina, che qualche figlio degli anni Ottanta ricorderà forse per l’atipica miniserie tv Felipe ha gli occhi azzurri. Rimandano tuttavia alla gemma tornatoriana gli ondeggiamenti onirici della pellicola, liquidi nell’estetica nello scorrere degli ev
Abbiamo visto in anteprima nazionale lo spettacolo shakespeariano della Compagnia del Carretto. Un principe antieroe abbatte uomini come burattini, allucinata metafora della trappola teatrale e della vanità di ogni gesto
di Igor Vazzaz
Un quadrilatero di drappeggi in porpora trapuntati: ring, scacchiera, arena e teatro. Il solo versante che traspare volge alla platea, parete paradossale e invalicabile per quello che è il dramma dei drammi, la vicenda del principe danese. Che è metafora, secondo declinazione: dell’uomo moderno; della macchina teatrale; del complesso edipico; dell’eroe–antieroe ben conscio dell’infinita vanità del gesto e, dunque, deciso a tuffarsi nel gioco scenico, in spregio alle realtà del delitto e della vendetta. (Foto di Filippo Brancoli Pantera)