Il corpo e la voce dell'attore-regista, assieme a pochi oggetti di scena, ricordano i quindici campesinos boliviani uccisi nel 2008 durante una manifestazione politica. Un monologo che è una vibrante testimonianza civile
di Sergio Buttiglieri
Di questo esemplare monologo che César Brie dedica alla memoria degli ultimi della terra, eliminati senza tanto clamore mediatico nella giungla boliviana nel 2008, quello che rimane impresso - oltre alla ineludibile indignazione verso ciò che nessuno altrimenti ci avrebbe detto - sono alcuni segni teatrali di grande efficacia: a cominciare dal semplice tracciato rettangolare di foglie secche che delimitano la scena e che l’attore percorrerà più volte raccontandoci l’eccidio dei contadini stanchi di essere sfruttati, senza pi&ugra
Giullare di fama internazionale, giocoliere, eccentrico, provocatore poliglotta, discendente diretto di una famiglia di artisti circensi da più di centocinquant'anni. Nel suo ultimo spettacolo, Utopia, sceglie di raccontare al pubblico i grandi ideali, la politica e l'economia: ma per farlo getta la maschera da pagliaccio e si reinventa monologhista, rinunciando a tutta la forza scenica del circo
di Cristina Geninazzi
Utopia è l’ultima produzione teatrale del mattatore Leo Bassi: uno spettacolo che si presenta come uno show politico e propone di addentrarsi nei congegni malati e implacabili dell’economia mondiale e della società moderna, per dimostrarne l’assurdità e prospettare nuove speranze. Leo Bassi, clown di fama internazionale, giocoliere, antipodista, eccentrico, provocatore cosmopolita, insignito di premi in tutto il mondo e discendente diretto di una famiglia di artisti circensi da più di centocinquant'anni, presenta così la
Urge è il nuovo, irresistibile spettacolo del comico bolognese. Assieme al consueto repertorio di calembour e scenari apparentemente assurdi, nel soliloquio dell'attore-paroliere spunta anche qualche preciso riferimento all'attualità
di Sergio Buttiglieri
Ogni volta che si assiste ad uno spettacolo di Bergonzoni ritorna la stessa sensazione: un fiume in piena che ti travolge. La raffica di battute con cui l’autore allaga la sala è dirompente, impressionante, irresistibile. Con quel sottile retrogusto gaddiano Bergonzoni riesce a farci rendere conto che le parole che conosciamo, che utilizziamo, così come le situazioni in cui ogni giorno viviamo, possono diventare tutt’altro. Basta guardarle dall’esterno. Una lucidità ipercritica, quella dell’artista bolognese che ogni volta riesce a stupirci. &n
Proprio in questi giorni è alla mostra del cinema di Venezia con il film La pecora nera, applauditissimo. Ma quella del cineasta non è che la sua ultima incarnazione: scrittore, cantautore, documentarista e uomo di teatro, ci racconta quel fascino per la cultura orale che lega insieme tutto il suo lavoro
di Sergio Buttiglieri
Il comico e la scatenata compagnia Baby gang in D'ora in poi. Come sarebbe se fosse diverso. Uno spettacolo che mescola cabaret, commedia brillante, sperimentazione, avanguardia, dramma, metateatro, monologo e persino musical
di Daniel Agami
“Sognava il suicidio collettivo (bel progetto!)… un poeta deve morire perché le sue parole abbiano valore” (Carolina De La Calle Casanova) La morte e il comico, allegria di naufragi, funerali allegri. Sono tre ossimori, ma uno di questi non dovrebbe esserlo: eppure, la storia culturale ha imposto al comico (inteso come persona) due divieti difficilmente valicabili: la sessualità (il comico non può fare sesso, se non onanistico) e la morte (il comico non può morire). Comicità e Morte sembrano estremi, al punto tale che l’unione improp