• Seguici su:
RECENSIAMO TUTTO - MESTIERI

Nascono muti negli anni del monopolio RAI. Poi, con l'avvento dei talk show pomeridiani Mediaset e l'invenzione del "pubblico parlante", anche loro hanno guadagnato il diritto alla parola. Iniziano da lì i sogni di gloria dei figuranti, disposti a tutto in cambio di qualche minuto di celebrità catodica


di Alessandra Testa

Sono i signori nessuno della televisione. Quelli che applaudono a comando e i cui volti riesci a scorgerli giusto se sono in prima fila e la zoomata della regia non è troppo rapida. Quando sanno di essere inquadrati mostrano un sorriso a trentasei denti, ma capita anche di sorprenderli con lo sguardo perso nel vuoto, come se senza l’inquadratura della telecamera non fossero davvero lì.   Per contratto si chiamano figuranti, ma se la trasmissione a cui partecipano non è soggetta alle regole ferree di certi talk show politici possono addirittura guadagnarsi
05 Maggio 2011

TEATRO

Per tutto il tempo del loro nuovo spettacolo attori e spettatori sono osservati dagli occhi del Cristo dipinto da Antonello da Messina. Sul Concetto di Volto nel Figlio di Dio è l'ultima provocazione della compagnia diretta da Romeo Castellucci nei confronti linguaggi rassicuranti del teatro tradizionale


di Sergio Buttiglieri

Per tutto il tempo del loro nuovo spettacolo attori e spettatori sono osservati dagli occhi del Cristo dipinto da Antonello da Messina. Sul Concetto di Volto nel Figlio di Dio è l'ultima provocazione della compagnia diretta da Romeo Castellucci nei confronti linguaggi rassicuranti del teatro tradizionale Ogni volta che affronti uno spettacolo della Socìetas Raffaello Sanzio devi essere preparato a qualsiasi cosa. Devi essere pronto ad abbandonare il concetto classico della messa in scena teatrale, quello che porta spesso a giudicare &
08 Aprile 2012

LA TV IDEALE/6

Inutile inventare programmi giusti: ci sono già, ma trasmessi al momento sbagliato. E' la tesi di Roberto Alajmo, romanziere (e coautore della nostra Guida a 49 martiri d'Italia), che partecipa al dibattito sul palinsesto del futuro partendo da tre esempi di eccellenza nel presente. Mortificati da una collocazione che sembra studiata per emarginarli


di Roberto Alajmo

Troppo facile, così. Troppo facile immaginare una tv di pura fantasia mettendo assieme gli ingredienti più ricchi e fastosi. Come sanno le casalinghe di Voghera, il difficile è riuscire a far quadrare i conti con quel che passa il marito. Sviluppare cioè quella che potremmo definire l’Arte del Polpettone, ossia il dono di saper organizzare un piatto dignitoso adoperando gli avanzi di cucina. Il Polpettone, appunto, è il simbolo di questa dote che le donne di casa finiscono per sviluppare, specialmente in tempi di crisi.   Fuor di metafora, sarebbe
15 Dicembre 2010

LA TV IDEALE/3

Prosegue la  serie di articoli in cui gli intellettuali immaginano la televisione del futuro. La giornalista e scrittrice Sandra Petrignani compila una lista di desideri indirizzata a chi riformerà i palinsesti, elencando tutto ciò che le piacerebbe vedere (e non vedere più) sul piccolo schermo 


di Sandra Petrignani

Vedo poco la tv. Quando capito su vecchi spezzoni della televisione che vedevo da piccola o da giovane (metti Studio Uno ecc.) m’incanto a guardarla. Vuol dire che voglio programmi vecchi? In ogni caso non so immaginare una tv del futuro che potrebbe piacermi, non è il mio compito. So quel che non mi piace: l’uso politico della tv (anche quando propugna idee che potrei condividere), quando viene occupata da gente che, autoeleggendosi migliore degli altri, ne fa tribuna del proprio ego dichiarando (e autoconvincendosi) di impegnarsi per il Bene Nazionale.   Dalla t
19 Novembre 2010

LA TV IDEALE/2

Continua la serie di articoli in cui Giudizio Universale invita gli intellettuali a inventare la televisione del futuro. Vincitrice del premio Campiello 2010 con il romanzo Accabadora, Michela Murgia avanza tre proposte di format per il nostro palinsesto ideale


di Michela Murgia

Nella mia rete televisiva ideale ci sono tre programmi pedagocici imprescindibili.    CI HO PAURA Il primo è un documentario tematico e si chiama Ci ho paura. In ogni puntata analizza una delle principali paure sociali italiane. Ti spaventa lo sguardo mediorientale del kebabaro? Temi il contagio di una malattia virale? Che il caro vita si mangi i soldi che hai evaso al fisco? Che il gay voglia davvero i tuoi stessi diritti? Che su Facebook si nascondano altri maniaci sessuali oltre te?    Stai sereno: il programma analizza, con servizi, docufiction, grafici
09 Novembre 2010

LA TV IDEALE/1

Inizia con questo articolo una serie in cui intellettuali e scrittori italiani riflettono sui mali della televisione e su eventuali modi per costruire un'alternativa migliore. Cominciamo con la spietata analisi del romanziere Carlo D'Amicis, autore de La battuta perfetta 


di Carlo D'Amicis

Da quando Pinocchio, fino a quel momento refrattario a ogni intento persuasivo, decise di seguire Lucignolo nel Paese dei balocchi, è evidente che niente è più pedagogico dell’antipedagogico. La presunta innocenza della tv commerciale, fondata sulla pretesa di non essere altro che lo specchio della gente, costituisce una tesi così spudoratamente ingenua che solo una società e una cultura maliziose come le nostre possono fare finta di crederci.   In altre parole, è grottesco pensare che gli italiani abbiano trasformato la televisione senza r
02 Novembre 2010

I MANIFESTI/3

Terza puntata della serie di articoli, firmati dal direttore di Giudizio Universale, che prendendo spunto da un libro allargano il discorso fino a formulare delle proposte concrete per cambiare la società. L’egemonia sottoculturale, di Massimiliano Panarari, induce a riflettere sul fatto che la televisione deve tornare a educare e non solo a distrarre


di Remo Bassetti

Ho sempre pensato che, nel campo della comunicazione politica, l’ultimo slogan efficace coniato dalla sinistra sia stato “Tutto il potere ai soviet”. La circostanza si può leggere positivamente, quale riluttanza morale a piegarsi a basse esigenze mistificanti, oppure negativamente, come sostanziale incapacità di comprendere la modernità comunicativa. Eppure, si lamentano a destra in Italia, la sinistra da cinquant’anni ha occupato i tutti i centri di produzione culturale: dalle scuole alle università, dai giornali alle case editrici. Questa c
30 Settembre 2010

INTERVISTA

Proprio in questi giorni è alla mostra del cinema di Venezia con il film La pecora nera, applauditissimo. Ma quella del cineasta non è che la sua ultima incarnazione: scrittore, cantautore, documentarista e uomo di teatro, ci racconta quel fascino per la cultura orale che lega insieme tutto il suo lavoro


di Sergio Buttiglieri

Presentato ieri a Venezia dove ha ricevuto un'accoglienza trionfale, il film La pecora Nera (leggi la recensione) è in realtà la rielaborazione di un omonimo spettacolo teatrale sulle istituzioni chiuse - come gli ospedali psichiatrici - che Ascanio Celestini porta in giro per l'Italia e per i festival europei da diversi anni. Abbiamo posto alcune domande a questo antropologo prestato al teatro (e ora anche al cinema) per capire meglio la sua maniera di raccontare le storie.   I tuoi monologhi sembrano un’unica immensa frase, senza a capo, e so
03 Settembre 2010

LIBRI

Nel romanzo La battuta perfetta l'autore di La guerra dei cafoni rilegge la storia italiana degli ultimi cinquant'anni attraverso il piccolo schermo


di Remo Bassetti

Quant’è bravo Carlo D’Amicis. Con La battuta perfetta fa un altro salto nel suo convincentissimo percorso letterario e offre un bel romanzo politico incentrato sulla televisione. Attenzione: non solo sulla televisione come fondamento e laboratorio dell’impero berlusconiano, ma sulla televisione quale lente attraverso cui leggere la storia italiana degli ultimi cinquant’anni.    Potrei dire sulla televisione e anche sul televisore, richiamando in qualche modo la battuta di Eduardo De Filippo che, a una telefonata che esordiva con un “Qui è l
15 Giugno 2010

LIBRI

Da Porta a Porta a L'isola dei Famosi: il saggio di Gianpietro Mazzoleni e Anna Sfardini fa il punto su com'è cambiato il nostro modo di vedere la politica durante gli ultimi quindici anni


di Roberto Basso

Curioso che la pubblicazione di un saggio sulla mutazione pop della politica coincida con il crollo della partecipazione elettorale dei cittadini. Politica pop – Da Porta a Porta a L’isola dei famosi è appunto il titolo di un agile ma prezioso volume - in libreria da poche settimane per i tipi del Mulino - che descrive le trasformazioni registrate dal sistema politico italiano durante gli ultimi 15-20 anni in simbiosi con l’evoluzione della televisione.   Curioso perché, dopotutto, in democrazia la politica dovrebbe essere “popolare” per definiz
19 Aprile 2010

ATTUALITA' - NON E' UN PAESE PER DONNE? / 3

Il corpo femminile ridotto a merce, dalla tv alla politica. Intervista a Lella Costa, che si definisce attrice militante, ma non quanto vorrebbe. Dice: "Il femminismo ha sbagliato a parlare di differenza, le donne sono superiori". E avverte i maschi troppo aggressivi...


di Remo Bassetti

Proprio un attimo primo di parlare con Lella Costa mi è venuto in mente che quando si critica il modo di presentare l’immagine pubblica della donna ci si riferisce sempre alla televisione, ai giornali, alla pubblicità, al cinema. Ma il teatro? E’ l’esibizione pubblica delle origini, eppure sembra un territorio incontaminato sotto quel profilo. O mi sbaglio? Provo a chiederlo alla grande attrice. E’ proprio così. Ogni volta che qualcuno ha provato a giocare sul corpo femminile ci ha rimesso. Tipo Albertazzi che ha messo a recitare Valeria Marini, e n
09 Marzo 2010

TELEVISIONE

I documentari di History Channel sono talmente appassionanti da avere effetti collaterali


di Andrea Ferrari

Chi l’ha detto che la Storia interessa solo a qualche colonnello in pensione? Non mi bastano i solicelli per fregiare i canali 407 e 408 di Sky che ventiquattro ore al giorno trecentosessantacinque giorni all’anno propongono documentari storici di tutti i tipi, alcuni strepitosi, altri un po’ meno, ma tutti a modo loro interessanti e con indici d’ascolto, pare, abbastanza alti. Si tratta per lo più di produzioni anglosassoni confezionate con la maestria che distingue la divulgazione scientifica propria di quella cultura, fra le quali brilla, di tanto in tant
11 Febbraio 2010

ATTUALITA'

Il Papa l'altroieri ha messo sotto accusa i mezzi d'informazione, il Premier lo fa ogni giorno. Ma tra i due c'è una differenza


di Carlo Augusto Viano

Duri moniti alla stampa periodica da fonti autorevoli: il Papa, il vicario di Dio, e Berlusconi, espressione del popolo sovrano. Per il primo la stampa corre il rischio di abituarci al male, che per lui c’è, eccome, tanto che lo si può perfino raffigurare con le corna e la coda del diavolo. Per Berlusconi invece il male proprio non c’è ed è solo inventato dai giornali, quelli chic, dietro i quali si nascondono i poteri forti. Nei regimi assolutistici si diceva che il re non sbaglia mai e tutte le sue colpe venivano addossate ai suoi consiglieri. Oggi at
10 Dicembre 2009