Addio alle planimetrie e ai progetti su carta: alla XII edizione Biennale i padiglioni delle varie nazioni hanno indetto la gara a chi "lo fa più strano", e le archistar giocano a fare gli artisti concettuali
di Chiara Di Stefano
Il lungo percorso comincia all’Arsenale. Lo spazio centrale curato quest’anno dall’architetto Kazuyo Sejima appare lontano dall’idea che i profani possono essersi fatti della Biennale di Architettura. Una sensazione di già visto non appena si palesa di fronte il neon di ingresso, troppo simile a quello di una delle passate biennali di arti visive. Passata un’ampia stanza allestita in modo scarno e sbarrata da un enorme monolite ci si ritrova a passeggiare per i corridoi, pensando di lì a poco di trovarsi faccia a faccia con q
Per la manifestazione Udine in Bianco e Nero il capoluogo friulano espone i lavori dell'incisore e dei due fotografi in centro città, a pochi metri l'uno dall'altro. Nomi d'importanza mondiale per un'organizzazione un po' provinciale
di Chiara Di Stefano
Maurits Cornelis Escher, Henri Cartier-Bresson e Helmut Newton accomunati dalla loro passione per la bicromia sono stati riuniti nella rassegna Bianco e Nero. Anche se l’iniziativa propone opere degne di una grande città europea la realizzazione non ha nulla di cosmopolita e riflette tutto il limite del provincialismo. Tutte e tre le mostre si trovano nel raggio di cinquecento metri nel centro di Udine e possono essere visitate in un pomeriggio. La mostra di M.C. Escher si trova nella futura sede della Galleria di Arte Moderna, uno spazio accattivante, estremamente lu
Mentre sul Lido approdano artisti e star da ogni parte del mondo, al Museo Correr il tappeto rosso è tutto per il secolare concittadino. Nelle sue tele sono le lavandaie e i commercianti a fare passerella, senza però rinunciare a quel tocco di internazionalità che da sempre contraddisgue la laguna
di Chiara Di Stefano
Dopo quasi un secolo Giacomo Favretto (1849-1887) è omaggiato di una rassegna personale nella sua città natale. La mostra propone lavori che coprono tutta la produzione artistica del maestro veneziano: nel percorso museale (funestato dalla solita pessima illuminazione che non lascia apprezzare le opere e si riflette sugli olii lucidi delle tele) si riesce a percepire in pieno la maturazione dell’artista, sovente messo a confronto con colleghi veneziani celebri come Guglielmo Ciardi ed Ettore Tito. Il lavoro di Favretto si agita tra le molte anime dell’arte italia
Il grande pittore italiano e la scultrice da poco scomparsa: due percorsi che non si sono mai incontrati, almeno fino a questa doppia esposizione a Venezia. Un'occasione per scoprire sotterranee affinità
di Chiara Di Stefano
Quando mi è arrivato l’invito per la mostra Bourgeois-Vedova, ho pensato che fosse la solita mostra-pretesto per rispolverare l’abbastanza nuovo e semovente ambiente di Renzo Piano allestito per la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, che molte polemiche aveva destato sulla sicurezza e sulla bontà di fruizione. Le mostre invece sono due, distinte non solo nei titoli (Bourgeois - The Fabric Works e Vedova – Sculture) ma anche negli spazi. Per l’occasione è stato infatti inaugurato il nuovo spazio dell’Atelier Vedova, situat
Il più quotato fra gli artisti viventi approda in Laguna per l'esposizione Death in Venice: sono presenti all'appello crocifissi, tele gotiche, teschi indiamantati e ogni possibile variazione sul tema del memento mori. Quel che manca, forse, è un po' di novità
di Chiara Di Stefano
Damien Hirst, l’artista vivente più caro del mondo, è esploso negli Anni Novanta al seguito degli Young British Artists e del gallerista Charles Saachi ed è celebre per la sua controversa interpretazione del sempiterno tema del memento mori. Hirst ci ha abituati allo scandalo con i suoi animali conservati in formaldeide e con l’utilizzo di scheletri (Where Are We Going? 2000-2004) e infine con teschi umani tempestati di diamanti: For the Love of God, 2007 è stata l’opera più costosa di sempre messa all’asta e andata deserta cos
La mostra si intitola Gli anni di Venezia, ma passa dal realismo classico alle sperimetazioni romantiche, attraversando simbolismo e fauvismo. Tutte le anime di un pittore ingiustamente identificato con il fascismo
di Chiara Di Stefano
La sempre affascinante sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti fa da cornice ad un’altra mostra a tema veneziano. Felice Carena e gli anni di Venezia promette un’antologica del pittore italiano con particolare riferimento agli ultimi anni della sua vita, trascorsi dopo la fine della guerra e l’esilio intellettuale nella città lagunare. L’opera di Carena (Torino, 1879 – Venezia, 1966) non è notissima ai più se non sotto il cartellino di Novecento: la mostra invece si rivela un utile compendio di S
Nell'anno in cui si celebra il genio della pittura, la mostra alle Scuderie del Quirinale riscuote un successo enorme. La ressa attorno alle opere è tale che l'effeto finale è analogo a quello di una famosa sala del Louvre: non si vede niente
di Chiara Di Stefano
Le aspettative su questa mostra sono grandi. Non solo perche ricorrono i quattrocento anni dalla morte del grande artista ma anche perché sono riunite ventiquattro opere certificate di Michelangelo Merisi da Caravaggio, alcune, come la Canestra di frutta (1600), mai uscite dal luogo espositivo di origine. Così, carica della giusta attesa, mi accingo a varcare la soglia della prestigiosa sede selezionata per l’evento, le Scuderie del Quirinale, che celebrano i dieci anni dalla apertura con questa enorme produzione blockbuster. Superata agevolmente la coda stima
La storia vera di Mandela che usò lo sport come mezzo di unità nazionale nel Sudafrica dopo l'apartheid. Un grande Morgan Freeman e un Matt Damon poco espressivo, sotto la guida di un Clint Eastwood ai limiti del buonismo
di Chiara Di Stefano
Il nuovo film di Clint Eastwood, ispirato al libro di John Carlin Ama il tuo nemico, racconta di come Nelson Mandela, appena scarcerato ed eletto presidente del Sudafrica, grazie al rugby sia riuscito a cementare una nazione intimamente divisa dal dramma dell’apartheid. L’invictus del titolo originale si riferisce ad una strofa di una poesia recitata spesso da Mandela durante gli anni di prigionia a Robben Island e che il presidente regala al capitano Francois Pieenar. La metafora del rugby come luogo della riconciliazione, come unico sport nel quale al termine degli ottanta
A Venezia Love eccetera, mostra personale dell'americano Jim Hodges. Che per l'occasione crea anche una monumentale installazione
di Chiara Di Stefano
“E l’amore ha l’amore come solo argomento / il tumulto del cielo ha sbagliato momento” (Fabrizio de André) Il lavoro di Jim Hodges sembra essere intessuto di una melanconica aura di innamoramento perpetuo. Nei molti, continui rimandi alla parola “love” ci troviamo incatenati da un sentimento che delizia e uccide, avvinti dalla ragnatela d’argento dei sentimenti dell’artista e inevitabilmente riflessi nei frammenti di specchio del sentimento che accomuna tutti i mortali: l’amore (sopra: Chained, 1994). Quello che Hodges raccon